CERCA LA TUA NEWS

venerdì 28 settembre 2018

De Luca: “Io salviniano? Veramente è Salvini che mi copia. Manovra? M5s festeggi in piazza, non a Palazzo Chigi”

Decreto sicurezza? Qualcuno mi ha detto che sono sulla scia di Salvini. Veramente è il contrario: è Salvini che sta sulla scia di De Luca“. Sono le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante il suo appuntamento settimanale su Lira Tv. “Sono 25 anni che manteniamo una linea di rigore e di attenzione sul problema sicurezza” – continua – “La nostra impostazione ha e deve avere due facce: accoglienza, inclusione, educazione, integrazione e offerta di opportunità, ma anche mano ferma verso chi ti toglie la serenità di vita. O le due cose camminano insieme oppure la gente perde la testa e non si vive più. E’ un concetto abbastanza semplice, ma difficile da far entrare in alcune teste, in modo particolare della sinistra italiana“. E aggiunge: “Dobbiamo guardare al provvedimento del ministro dell’Interno in maniera fredda e laica e vedere cosa c’è di utile e se c’è qualcosa di non efficace. Credo sia da prevedere una misura punitiva per chi viene in Italia, anche se ha cittadinanza italiana, e si comporta male. Non credo che sia uno scandalo, anzi, per essere chiari, credo che sia giusto. Penso anche che sia pericoloso concentrare in un unico posto tutti gli extracomunitari, ma non condivido quanto fatto in passato di disperdere su mille comuni”.
De Luca sottolinea: “Io voglio contenere il fenomeno. Non capisco perché non si faccia presso l’Onu o anche come Nato un’azione per aprire campi di accoglienza in Libia, visto che l’80% viene da lì, per imporre come Onu che si realizzino campi di accoglienza dignitosi gestiti dall’Onu stessa. Le Nazioni Unite gestiscono missioni e interventi militari, in tutte la parti del mondo. Qui, dove abbiamo un dramma umanitario, le Nazioni Unite non dicono una parola. E non va bene“.

Il politico dem si esprime poi sui festeggiamenti del M5s dopo l’approvazione dell’aggiornamento della nota del Def: “Bisognerebbe ricordare a qualche componente del governo che Palazzo Chigi è una sede istituzionale, non di partito. Bisognerebbe avere un po’ di rispetto e farle in piazza queste manifestazioni, non sui balconi di Palazzo Chigi. Ma questi, oggi come oggi, sono dettagli. La manovra? Non credo sia uno scandalo o un sacrilegio portare il deficit al 2,4%. Il problema è capire cosa fare di queste risorse che si liberano aggravando la situazione del bilancio, ma potendo produrre risultati significativi”. E aggiunge: “Ho molti dubbi che si utilizzeranno queste risorse liberate per avere investimenti. Se ci fossero investimenti, sarei d’accordo ad avere il deficit al 2,4%, ma io credo che aumenterà la spesa pubblica corrente. Per quanto letto, condivido la decisione di aumentare le pensioni al minimo, di portare le aliquote al 15% per professionisti e partita Iva. Ma ci sono poi punti critici su cui riflettere. Ho dubbi sulla Fornero: modificare il sistema pensionistico e’ aggravare in modo permanente il bilancio pubblico.
E chiosa: “Ci sono due cose non chiare. La prima, il programma per le opere pubbliche, che nell’interlocuzione con Ue si è sempre detta disponibile a maggiore disponibilità purché il finanziamento in deficit sia orientato a investimenti e non alla spesa pubblica corrente. Io non so dove siano gli investimenti. Quelli per le periferie, quasi 2 miliardi, sono stati cancellati dal governo. Secondo, c’e’ incertezza per l’alta velocità e la Tap in Puglia”.

L'articolo De Luca: “Io salviniano? Veramente è Salvini che mi copia. Manovra? M5s festeggi in piazza, non a Palazzo Chigi” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NKXWO6
via IFTTT

M5s, sessuologa Spina: “Reddito di cittadinanza? Ha ragione il deputato Baroni, si farà più sesso. Osservazione pertinente”

“Personalmente non credo molto nel reddito di cittadinanza così come viene proposto, però ma l’espressione colorita del deputato M5s, Massimo Baroni, apre una parentesi ampia e tocca una nota dolente: quella della crisi economica che incide, spesso anche pesantemente, sulla sessualità di coppia e del singolo“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Sesso e decesso”, su Radio Cusano Campus, dalla sessuologa Rosamaria Spina, che spiega: “Se un uomo, o una donna, ha una preoccupazione di natura economica, la sua attenzione sicuramente si sposta dal sesso e dall’attività sessuale su altro. Probabilmente ha ragione il deputato Baroni: con più soldi la coppia può essere sessualmente più vicina, magari con altri problemi, ma non quello economico che incide davvero tanto. L’osservazione dell’onorevole Baroni è corretta e pertinente”

L'articolo M5s, sessuologa Spina: “Reddito di cittadinanza? Ha ragione il deputato Baroni, si farà più sesso. Osservazione pertinente” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2DOFFuX
via IFTTT

Reddito di cittadinanza, ministri e sottosegretari M5S esultano: “Tutto in deficit? No, vedrete la manovra. Ci sono coperture”

Per cinque anni il Movimento 5 Stelle aveva replicato ai detrattori del reddito di cittadinanza, rivendicando di aver già individuato tutte le coperture. Tutto “in regola”, avevano rassicurato, precisando come le coperture (circa 17 miliardi di euro) fossero già state “bollinate dalla Ragioneria dello Stato. Risorse che sarebbero arrivate – tra le diverse voci – dalla lotta agli sprechi, taglio alle spese della politica e alle pensioni d’oro, riduzione dei vantaggi fiscali delle banche, aumento delle royalty pagate dalle multinazionali degli idrocarburi, taglio alle spese militari. Eppure, dopo il lungo scontro tra l’asse Salvini-Di Maio e il ministro dell’Economia Tria, l’intesa cristallizzata nella nota di aggiornamento al Documento di economia e Finanza prevede che il deficit salga fino al 2,4% del Pil. Una forzatura imposta dai due leader al titolare del Tesoro per trovare risorse aggiuntive con cui rispettare le promesse elettorali, o quanto meno avviare le misure.
Ma che fine hanno fatto le risorse rivendicate come “già trovate e vidimate” per il reddito di cittadinanza? Se il vicepremier e capo politico M5s Luigi Di Maio non risponde sul punto, in casa pentastellata c’è chi, come il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa, precisa come la vecchia proposta fosse “solo del M5s“: “C’è la necessità di confrontarsi tra Lega e M5s, dato che anche le coperture sono politiche“. Al contrario, la viceministra dell’Economia Laura Castelli preferisce tagliare corto: “Perché così tanto deficit se c’erano già le coperture ‘bollinate’? Meglio non giocare con i numeri senza avere letto la nota di aggiornamento al Def”. E ancora: “Noi non abbiamo mai mentito quanto parlavamo di sacchi di sprechi o posti dove si potevano recuperare risorse. Alcune coperture individuate le troverete nel Def, altre saranno messe in piedi nel corso degli anni”, si è difesa.
Come lei, anche la ministra per il Sud Barbara Lezzi rivendica: “Non sarà tutto fatto in deficit, ci saranno delle entrate. Le coperture che avevamo individuato saranno ricomprese in tutta la manovra. Poi ci prenderemo tutto il 2019 per fare quei tagli chirurgici che vogliamo fare”. E i 30 miliardi derivanti dal taglio agli sprechi e ai privilegi che Di Maio rivendicava in campagna elettorale? Anche in questo caso nessuno si espone.Mentre Paragone taglia corto: “Andare in deficit non è un’eresia”

L'articolo Reddito di cittadinanza, ministri e sottosegretari M5S esultano: “Tutto in deficit? No, vedrete la manovra. Ci sono coperture” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2IlY4xz
via IFTTT

Manovra, Boccia: “Scelte da incoscienti, creeranno problemi decennali. Europa? È l’ultima che può parlare”

“Manovra? È passata la linea: facciamo altri debiti e facciamoli pagare a chi verrà dopo di noi. Non mi scandalizzo se si fa un deficit del 2,4% perché non penso che i vincoli di bilancio siano un totem da difendere. Il problema è: fare debiti per far cosa?“. Così, ai microfoni di Ho scelto Cusano, su Radio Cusano Campus, il deputato Pd, Francesco Boccia, commenta l’approvazione della nota di aggiornamento del Def da parte del governo. E spiega: “Se si fanno debiti per costruire cose che restano nel tempo, fare deficit ha senso. Se si fanno per dare bonus o per pagare promesse elettorali, si fanno dei danni che poi causano problemi non affrontabili in qualche mese, ma in un decennio. Se Salvini e Di Maio fossero andati in Europa e avessero detto: ‘Voi non volete che noi non sforiamo ma noi sforiamo perché facciamo investimenti pubblici, rafforziamo porti, aeroporti, scuole”, penso che nessuno avrebbe potuto dire nulla e nemmeno i mercati avrebbero reagito nervosamente, come in queste ore. E invece” – continua – “loro pensano di avere dato una botta a Tria, facendo quello che vogliono loro e che chiaramente non voleva il ministro dell’Economia, fregandosene dei mercati. Ma in realtà il rischio è che quella botta data a Tria si ripercuota su tutti gli italiani e che gli investitori scappino dall’Italia. L’Italia vale più o meno il 2% del Pil mondiale. Stiamo parlando di una provincia del mondo. Gli investitori internazionali ci mettono un attimo ad andare via e il danno lo fanno agli italiani, perché oltre due terzi del nostro debito è degli italiani“.

Boccia aggiunge: “Se all’improvviso il nervosismo per la fuga degli investitori internazionali si propagherà fino alle nostre case, quando qualcuno andrà da un’assicurazione per liquidare il proprio salvadanaio, o andrà in banca perché vuole ritirare i propri denari, creerà inevitabilmente delle tensioni. Penso che siano stati incoscienti nel non capire che si poteva decidere di forzare le regole, ma provando insieme a ipotizzare una linea di sviluppo duraturo per il Paese”.

Il parlamentare dem osserva: “Lega e M5s hanno fatto tutto questo per intervenire a metà sulla riforma Fornero, e ancora non si capisce come, perché la platea doveva essere superiore a un milione di persone, alla fine saranno 400mila. Si interviene sulla flat tax, perché questa era la propaganda leghista. Tra l’altro la flat tax avvantaggia solo i ricchi e non lo si fa sulle persone ma sulle imprese, che in realtà una tassa piatta già ce l’hanno. Non era meglio abbassare le tasse sul lavoro, consentendo così ai lavoratori di avere dei salari netti più alti e alle imprese di risparmiare? Insomma, hanno deciso di aiutare soprattutto gli amici di Salvini. Ovviamente non tiferò mai per il ‘tanto peggio, tanto meglio’, come facevano Lega e M5s quando erano all’opposizione, però deve essere chiaro che di fronte a scelte incoscienti noi reagiremo per difendere i risparmi degli italiani”.

Circa le rassicurazioni di Di Maio sul fatto che verrà spiegato ai mercati che questi sono investimenti per far ripartire l’Italia, Boccia è scettico: “Se fossero investimenti sarei d’accordo con Di Maio, ma non sono investimenti. Stiamo parlando di oboli e distribuzione a pioggia di risorse, in alcune misure non vedo nulla di diverso rispetto agli 80 euro. Io vorrei invece una decontribuzione strutturale e profonda, come quella che facemmo nel 2015 nel governo Renzi ma valeva solo per 3 anni. Lo sviluppo si fa con l’occupazione, non si fa con l’assistenza. La gente preferisce andare a lavorare anziché avere un obolo“.

Il deputato, poi, si sofferma sul ministro dell’Economia: “Tria ne esce chiaramente ridimensionato. E’ evidente che da oggi è un ministro con meno autorevolezza. Ma per senso di responsabilità è giusto che non si dimetta, altrimenti l’intensità del fuoco che arde potrebbe diventare un incendio. Spero che nelle prossime ore ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, ma prepariamoci a settimane difficili per il nostro Paese. Quali saranno le reazioni della Ue? Non lo so, ma questa Europa è l’ultima che può parlare“.

E chiosa: “Stiamo parlando dell’Europa di Juncker e della Merkel, un’Europa di destra sulla quale dovrebbero rispondere Berlusconi e Salvini che sono loro alleati. Dovrebbe risponderne Orban che è nato e cresciuto nel PPE. Il centrosinistra ha già dato troppo sangue ad un modello europeo che non c’entra nulla con quello che noi vorremmo. Io vorrei un’Europa con lo stesso fisco, con lo stesso welfare, con la stessa Difesa, con gli stessi salari. Non mi pare che la pensi così la Merkel, men che meno Salvini e gran parte del M5s che vorrebbero distruggere l’Europa. Questa è un’Europa che farebbe rivoltare nella tomba De Gasperi e Spinelli e chi ha creduto ad un altro sogno europeo”.

L'articolo Manovra, Boccia: “Scelte da incoscienti, creeranno problemi decennali. Europa? È l’ultima che può parlare” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2R6bMbZ
via IFTTT

Manovra, Cazzola: “Tria? Sono deluso, ha coperto il sedere di questi. Italia beva la sua coppa di veleno fino alla fine”

Intemerata furibonda dell’economista Giuliano Cazzola contro il governo gialloverde, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, gli elettori della Lega e del M5s. Ospite de “L’Ialia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, Cazzola commenta, in primis, la scelta del titolare del Tesoro Giovanni Tria di accettare l’innalzamento del deficit fino al 2,4%: “Me lo aspettavo, perché era molto improbabile che un ministro dell’Economia, che, peraltro, è come il papa di Stalin e non ha divisioni sul campo, potesse condizionare la politica di un governo che ha finalità assolutamente devastanti. Conosco Tria da 30 anni. Sono deluso dal fatto che abbia accettato di coprire il sedere di questi qua. Poi, cosa volete farci? Lui non ha la personalità che avevano Padoa Schioppa o Padoan e quindi non è che le sue dimissioni sortirebbero effetti importanti. Questo Tria non lo conosceva nessuno, non è Tremonti”. E aggiunge: “Tutto sommato, è meglio così. L’Italia beva la sua coppa di veleno fino alla fine perché l’unica speranza di liberarsi di questi è che falliscano sul piano economico. Gli italiani se lo meritano perché li hanno votati. Del resto, ci siamo liberati del fascismo con la Seconda Guerra Mondiale. Come ha detto giustamente Macron, i valori di questi sono il nazionalismo, l’identitarismo, il razzismo, il sovranismo. Sui social, poi, ti massacrano e ti uccidono. E le minacce che stanno facendo ai funzionari, che devono eseguire quello che dicono loro? Sono degli arroganti, se ne fregano di tutto, hanno un atteggiamento sprezzante” – continua – “Chi è che si può fidare di questi? Questi vanno combattuti per quello che sono. Ma non sono il solo a vedere il pericolo con questi. Forse io sono stato uno dei primi a vederlo. Questi si sono presentati sulla scena internazionale mandando tutti a fare in culo. Ma io non me la prendo mica con loro, ce l’ho coi loro elettori. Voglio vedere gli italiani davanti al bancomat a prelevare 50 euro al giorno. Andate a cercarvi su youtube il video di Mussolini il 18 settembre 1939 a Trieste con la piazza stracolma e la folla acclamante, quando annunciava l’avvio delle leggi razziali”. Poi accusa di “razzismo” l’atteggiamento del M5s nei confronti degli ex parlamentari per via del taglio dei vitalizi. E chiosa: “Se uno vota per un partito che dice ‘Fuori i negri’, non è colpa mia ma colpa sua. Io non mi sento responsabile di una plebe che è diventata razzista. Io non mi sento responsabile di un Paese che il 5 marzo si è svegliato fascista”

L'articolo Manovra, Cazzola: “Tria? Sono deluso, ha coperto il sedere di questi. Italia beva la sua coppa di veleno fino alla fine” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OhX96F
via IFTTT

Natale a 5 stelle, il prossimo film Vanzina racconterà l’italia Pentaleghista: è il primo cinepanettone politico

Lo scorso 8 luglio è scomparso Carlo Vanzina, il re dei cinepanettoni ha però lasciato in eredità un ultimo film affidato al fratello Enrico e all’amico Marco Risi. Una pellicola per certi versi rivoluzionaria per il genere perché Natale a 5 Stelle, questo il titolo, racconterà l’Italia ai tempi del governo Pentaleghista. Stiamo parlando del primo “cinepanettone politico”, sulla carta già diverso dall’Italia vacanziera solitamente rappresentata. Il premier Conte, che dovrebbe avere un nome diverso, sarà interpretato da Massimo Ghini alla prese con incontri amorosi, ovviamente extraconiugali, con la parlamentare toscana del Pd interpretata da Martina Stella. Il personaggio di Ghini elegante e con ciuffo visibile risponde alle continue telefonate ansiogene di “Luigi” e “Matteo”. Per il ruolo del leghista violento è stato scelto Massimo Ciavarro mentre il romanissimo Ricky Memphis sarà impegnato come portaborse del Premier, ex comunista e amante della moglie del presidente del Consiglio interpretata da Paola Minaccioni.

Completano il cast Riccardo Rossi, Andrea Osvart e Biagio Izzo. Dalla trama si colgono riferimenti alla realtà politica italiana ma anche alcuni aspetti di fantasia. Una fotografia ironica del cambiamento del Belpaese, questo almeno l’obiettivo. Il cambiamento più importante è però un altro: il film, pur avendo un potenziale commerciale, non arriverà in sala. Per la prima volta il cinepanettone sbarcherà solo su Netflix, attraverso la piattaforma sarà disponibile in streaming in 190 paesi.

L’arrivo in sala la sera di Natale o Capodanno potrà essere evitato accomodandosi semplicemente sul divano senza vincoli. Le riprese sono già iniziate a Budapest dove si gira con un Babbo Natale in carrozzina sulla riva del Danubio, una parte del cast è infatti ungherese. La satira politica nel cinepanettone e la trasmissione su Netflix rappresentano una piccola rivoluzione. Funzionerà?

L'articolo Natale a 5 stelle, il prossimo film Vanzina racconterà l’italia Pentaleghista: è il primo cinepanettone politico proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OoxHMO
via IFTTT

In nome del popolo italiano. Cioè uno, nessuno e centomila

La manovra del popolo, la Costituzione del popolo, il movimento del popolo. Se ogni decisione è presa nel nome del popolo, chi mai potrà ritenerla sbagliata? Qualunque tipo di azzardo sarà giustificato dall’esigenza di aver detto e scritto, finanziato o revocato un provvedimento per il bene del popolo, dunque di tutti.

Richiamarsi al popolo continuamente e anche a volte eccedendo con questa connessione sentimentale, può produrre effetti collaterali.

Innanzitutto la prima: la benemerita manovra si finanzia col debito pubblico. Dunque potremo chiamarlo debito del popolo. Dal quale popolo, qui sorge la domanda, vanno detratti gli evasori fiscali oppure no? Anche gli evasori sono nostri concittadini che usufruiscono dei servizi ai quali tutti accediamo. Dunque sono popolo. Però essendo evasori al momento di pagare i debiti non sono popolo.

Secondo effetto collaterale: a nome degli italiani, dunque del popolo, parla anche il presidente della Repubblica che consiglia, indica, propone. Il popolo che rappresenta Mattarella è lo stesso a cui fa riferimento continuamente Di Maio? Mettiamo caso che Mattarella, interpretando il popolo, esprima parere differente a quello del governo. Che si fa?

Terzo effetto collaterale: i giudici sentenziano in nome del popolo italiano. E proprio nel loro nome hanno inquisito il ministro dell’Interno Salvini.

Che però – ricordate? – ha risposto spiegando che lui rappresenta il popolo, ed in nome del popolo sta governando e i giudici – che attualmente giudicano in nome del popolo – si facciano eleggere dal popolo per giudicare un uomo del popolo.

Il popolo: cioè uno, nessuno e centomila.

L'articolo In nome del popolo italiano. Cioè uno, nessuno e centomila proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2xUj7mf
via IFTTT

Manovra, Toninelli: “Nessuna improvvisazione. Meglio di così non potevamo fare”

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli si è concesso a microfoni e telecamere in piazza dopo l’accordo per il Def nel cdm a Palazzo Chigi. “I mercati chiedono stabilità e questa è una manovra seria e concreta che farà aumentare l’occupazione. Vedranno positivamente che non c’è niente di improvvisato. Vengo da cinque anni di manovre economiche tristi e inutili per i cittadini. Ora abbiamo una manovra straordinaria che libera risorse economiche, dà speranze, non farà scappare i giovani. Meglio di così non potevamo fare. Tria? Nessuna perplessità ha fatto benissimo il suo lavoro. Non è mai stato ne è stato messo in discussione. La sua scelta è una naturale accettazione di un’alleanza politica fra Di Maio e Salvini”.

L'articolo Manovra, Toninelli: “Nessuna improvvisazione. Meglio di così non potevamo fare” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OQEdc9
via IFTTT

Manovra, la viceministra Castelli: “Tria delegittimato? No, lavoro comune”. E sullo spread: “Aumento fisiologico, poi scenderà”

Il duro scontro tra l’asse Di Maio-Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria sul Documento di economia e finanza (Def) è terminato con la decisione di far salire il deficit nel 2019 al 2,4% del Pil. Una forzatura, quella portata avanti dai due vicepremier, rispetto alla quale il titolare del dicastero di Viale XX Settembre aveva cercato per giorni di fare argine, prima fissando il tetto a quota 1,6%, poi tentando di restare sotto la quota del 2%. Invano. Così, di fatto, la scelta di Salvini e Di Maio ha finito per delegittimare lo stesso Tria e la sua credibilità.

Eppure, in casa M5s si è provato a minimizzare quanto accaduto. “Abbiamo lavorato insieme a Tria, in modo tale che i numeri fossero coerenti con la costruzione di un programma che funziona. Anche lui é convinto della narrazione di questo governo”, ha replicato la viceministra all’Economia Laura Castelli. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Barbara Lezzi, ministra per il Sud, che ha tagliato corto: “Non ci sono sconfitti. Se ci sono ministri che hanno posizioni diverse e poi si raggiunge un punto di caduta, a vincere sono i cittadini”. Certo, ora c’è il rischio di come i mercati possano reagire al deficit al 2,4%. Ma è la stessa Castelli a mostrarsi convinta che lo spread non sia un pericolo: “Credo che per un paio di giorni ci potrebbero essere aumenti fisiologici, ma quando poi racconteremo i dettagli del documento, lo spread scenderà”, si è detta sicura la viceministra dell’Economia.

L'articolo Manovra, la viceministra Castelli: “Tria delegittimato? No, lavoro comune”. E sullo spread: “Aumento fisiologico, poi scenderà” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NKeHcd
via IFTTT

giovedì 27 settembre 2018

Def, festa M5s tra cori e bandiere. E Di Maio si affaccia dal balcone di Palazzo Chigi: “Ce l’abbiamo fatta”

Festa in piazza dei parlamentari M5s, tra cori e bandiere, dopo l’intesa raggiunta sulla manovra al 2,4% di deficit sul Pil. Il documento finanziario è stato approvato dal Consiglio dei ministri poco dopo le 23. Un risultato celebrato di fronte a Palazzo Chigi da deputati e senatori pentastellati, mentre il vicepremier Luigi Di Maio e gli altri ministri M5s si sono affacciati per esultare dal balcone della sede del governo. “Ce l’abbiamo fatta”, ha rivendicato Di Maio, prima di scendere in piazza per festeggiare con gli stessi eletti pentastellati e rilasciare le interviste ai cronisti.

L'articolo Def, festa M5s tra cori e bandiere. E Di Maio si affaccia dal balcone di Palazzo Chigi: “Ce l’abbiamo fatta” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Qgacmn
via IFTTT

Nota al Def, esultanza 5 Stelle. Di Maio. “E’ cambiata l’Italia”. Forza Italia: “Giocano con il futuro dei nostri figli”

M5s, Mirella Liuzzi: “Foa alla Rai? Figura di altissimo spessore. Ermini al Csm? Si deve dimettere, è una vergogna”

David Ermini alla vicepresidenza del Csm? Si dovrebbe dimettere, è veramente una vergogna. Non è possibile che parte di uno degli istituti più importanti sia politicizzato a tale livello”. Sono le parole della deputata M5s, Mirella Liuzzi, ospite di “Ho scelto Cusano”, su Radio Cusano Campus. Riguardo al neo-presidente della Rai, la capogruppo pentastellata alla Camera utilizza toni entusiastici: “Marcello Foa è assolutamente un presidente di garanzia. Il suo è un nome di altissimo spessore. E’ una persona che ha documentato il crollo del muro di Berlino, l’11 settembre, le elezioni di Obama. E ha riaggiornato un saggio intitolato “Gli stregoni della notizia” che èaddirittura usato nei corsi di giornalismo. Quindi” – continua – “il suo profilo non si discute. E mi spiace che ieri in Commissione di Vigilanza Rai la discussione è scesa in dettagli indecorosi. Non si dovrebbero valutare le opinioni, ma il curriculum professionale e io credo che quello di Marcello Foa sia davvero un curriculum di altissimo profilo“. Poi chiosa: “Il nostro contratto di governo parla chiaro, è scritto nero su bianco quello che faremo e come intendiamo muoverci. E’ nota ad esempio la nostra posizione sul finanziamento pubblico ai giornali, quindi non so di quali accordi parli il Pd. Di certo la nostra azione di governo continuerà come previsto”

L'articolo M5s, Mirella Liuzzi: “Foa alla Rai? Figura di altissimo spessore. Ermini al Csm? Si deve dimettere, è una vergogna” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NLVLtu
via IFTTT

Reddito cittadinanza, Romeo (Lega): “Non è una nostra priorità”. Polemica con Fedeli (Pd): “Manovra? Bisogna osare”

Reddito di cittadinanza? Per noi della Lega non è una priorità, però è scritto nel contratto di governo e, alla fine, se si fa un patto, questo va rispettato”. Sono le parole di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, nel corso de L’Aria che Tira (La7). E aggiunge: “Non è che il reddito di cittadinanza non ci piace, ma, se viene vista come misura esclusivamente assistenzialista, allora ho ragione di dire che non va bene. Ma se la vediamo come una misura di sostegno ai poveri, che in Italia sono 5 milioni, allora è diverso. Vogliamo cominciare a dare un aiuto a queste persone, magari non tutte subito? Poi bisogna anche osare”. L’ex ministro della Istruzione, Valeria Fedeli, replica: “Avete detto che volete ridurre la povertà. Noi abbiamo iniziato, anche se non completato, con il reddito di inclusione. Cominciamo a dire che quello che dice Di Maio, e cioè abolire la povertà, non esiste. Andiamo avanti, allora, col reddito di inclusione. La proposta del Pd è quella di raddoppiare i finanziamenti a questo reddito. Questo strumento è importante” – continua – “perché si toglie gente dalla povertà, dando il finanziamento e portando i ragazzi a scuola. La povertà si supera anche con la scuola e la conoscenza. Poi si indirizza i ragazzi verso attività lavorative”. Quando viene toccato il tema della crescita, Romeo insorge: “Per voi del Pd gli italiani erano solo quelli che dovevano tirare la cinghia e tutti gli altri potevano crescere. Cosa ha portato la vostra politica negli anni? Avete guardato solo il bilancino e prestato attenzione ai numerini. E così il nostro Paese è diventato il fanalino di coda dell’Europa. Se vogliamo far crescere l’Italia, bisogna cambiare. In politica bisogna anche un po’ osare e non essere sudditi di quello che ci dicono sempre i mercati”

L'articolo Reddito cittadinanza, Romeo (Lega): “Non è una nostra priorità”. Polemica con Fedeli (Pd): “Manovra? Bisogna osare” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Dz26nr
via IFTTT

mercoledì 26 settembre 2018

Moscovici e l’eurocasta dell’austerità

Ci risiamo. L’eurocasta ci dispensa consigli non richiesti. Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ci sgrida perché il governo Conte vorrebbe spuntare qualche decimale in più di rapporto deficit/Pil, ammonendoci che non si può fare. Fortunatamente, gli ha già risposto il vice premier Luigi Di Maio, ricordandogli che vorremmo fare quello che la Francia ha fatto molte volte in passato. Ma vale la pena spendere qualche parola in più su questi euroburocrati.

Per capire come funziona la casta e perché la nostra guerra di liberazione, per ricostruire una vera democrazia dei cittadini per i cittadini, dopo l’Italia, vada fatta in Europa. Moscovici nasce come comunista trotzkista, aderisce alla Ligue communiste révolutionnaire e il suo obiettivo era abbattere il sistema capitalista, altro che sforare i parametri di Maastricht. Fa carriera nel partito socialista e, approda, infine, alla Commissione Ue; convertito sulla via di Bruxelles. Ecco che il giovane comunista diventa un guardiano della economia più rigida: tagli lacrime e sangue e parametri di Maastricht. La storia di Moscovici è simile a tanti comunisti che hanno fatto carriera nei partiti della sinistra, grazie alla loro tessera; partivano che volevano cambiare il mondo, sono finiti a cambiare il loro mondo. Il sistema li cattura con i suoi privilegi.

Così, la sinistra che doveva rappresentare il popolo ha finito per rappresentare una casta di protetti. I protetti che sono diventati i sostenitori del libero mercato. Liberisti con i mercati degli altri, perché loro si guardavano bene da liberalizzare i loro settori, attaccandosi al finanziamento pubblico per partiti, editoria, spettacoli. Così, mentre la sinistra storicamente ha sempre ritenuto che lo Stato potesse e dovesse intervenire nell’economia per regolamentarla, per trovare una quadra fra l’efficienza del mercato e la giustizia dello Stato, siamo giunti al paradosso dei paradossi: ex comunisti diventati tecnici che predicano i tagli, che non vogliono che lo Stato intervenga nell’economia, che difendono l’austerità. Eppure, noi vogliamo difendere i lavoratori, ridare loro diritti, restituiamo la cassa integrazione per cessazione, vogliamo togliere le autostrade a un privato che non ha investito sulle infrastrutture per lucrare super profitti. E loro? Solo per farci un “dispetto”, sono pronti pure a diventare difensori di Benetton e dei “capitani coraggiosi”.

Ma ci credono veramente? Non credo. Perché, se così fosse, sarebbero degli sciocchi. Pensano a difendere i loro privilegi. L’austerità che loro predicano, infatti, non è servita a ridurre il debito, ma solo ad aumentarlo. Dal 2008 in poi, da quando è scoppiata la crisi e si è puntato sui tagli, infatti, il debito pubblico è cresciuto a un ritmo di 72 miliardi all’anno! Ma loro continuano a chiudere più Europa, più tagli e più rigore, fino alla follia di mettere l’obbligo di pareggio di bilancio in Costituzione. E nonostante contro queste idee si scaglino economisti premi Nobel come Paul Krugman e Joseph Stiglitz, loro continuano a dire di essere “i competenti”. Insomma, noi del M5s, invece di seguire i consigli di premi Nobel, dovremmo seguire quelli di ex comunisti o di altri burocrati come Moscovici, Oettinger, Dijsselbloem, che ci danno dei fascisti, non rispettano nessun governo italiano e che sostengono che il Sud spende in debito per andare ad alcol e donne.

La verità è che loro hanno tradito i cittadini, perché si sono accomodati nei salotti del potere. Ci chiamano giustizialisti, perché vogliamo giustizia. Ci chiamano populisti, solo perché siamo gli avvocati del popolo. Ci chiamano sovranisti, perché vogliamo fare l’interesse dell’Italia, nel rispetto degli altri popoli, e non prendiamo lezioni da nessuno. Ci chiamano statalisti, perché non vogliamo uno Stato schiavo dell’economia. Ci chiamano incompetenti, perché giudichiamo con la nostra testa. E non abbiamo bisogno di ricevere il via libera degli ex trotzkisti per sapere cosa è giusto fare per il bene dell’Italia.

 

L'articolo Moscovici e l’eurocasta dell’austerità proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2xJ5oz8
via IFTTT

Decreto Genova, Di Pietro: “Toninelli? Gli do le attenuanti generiche solo perché non capisce quello che dice”

“Le parole del ministro Toninelli durante il question time sul decreto Genova? Non gli darei neanche le attenuanti generiche, perché ha detto tante sciocchezze. Anzi, gliele do, perché lui non capisce quello che dice”. Così a Tagadà (La7) l’ex magistrato Antonio Di Pietro commenta le dichiarazioni rese dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, rispondendo al question time tenutosi oggi alla Camera sul crollo del ponte Morandi. Il ministro M5s ha affermato: “’Le attività indispensabili per la ricostruzione non potranno che seguire al dissequestro dell’area. Ricordo che ad oggi l’area in questione è ancora sotto sequestro da parte della Procura ed oggetto di incidente probatorio. I lavori per la ricostruzione del ponte, pur volendo, non potrebbero pertanto partire oggi‘. Di Pietro osserva: “Una cosa è l’autorità giudiziaria che deve fare l’incidente probatorio e per questo ci vorranno 2 o 3 mesi. Altra cosa è fare il decreto legge, individuare il commissario, cominciare a fare il progetto. Ricordo che solo per fare il progetto esecutivo ci vogliono mesi. Ma se non hai il progetto, né il commissario, né i soldi, che c’azzecca quella risposta di Toninelli?”. L’ex leader dell’Idv commenta anche la vicenda del decreto Genova: “E’ stato mandato in Ragioneria per la bollinatura il 21 settembre. Il 13 settembre era stato annunciato da Conte. Nel momento in cui si dice, dopo il consiglio dei ministri, che è stato approvato un decreto “salvo intese”, siamo già di fronte a una presa in giro, perché il decreto legge, per definizione, una volta che è approvato, è legge. Se si aggiunge “salvo intese”, allora non è un decreto legge. Poi è stato mandato in Ragioneria il 21 settembre, il 26 è stato rimandato via”. E aggiunge: “La colpa del ritardo su un decreto di questo genere è di chi dal 14 agosto al 21 settembre non ha fatto il decreto o di chi in questi tre giorni non ha fatto i conti coi “numerini”? Chi è responsabile del ritardo si dovrebbe guardare allo specchio e schiaffeggiarsi

L'articolo Decreto Genova, Di Pietro: “Toninelli? Gli do le attenuanti generiche solo perché non capisce quello che dice” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OU2xtJ
via IFTTT

Jobs Act, Veronesi (ex operaio Aferpi) vs Puglisi: “Chi l’ha scritto è un assassino”. “Basta con questo linguaggio”

Bagarre a L’Aria che Tira (La7) tra Riccardo Puglisi, professore associato di Economia all’Università di Pavia, e Paolo Veronesi, ex operaio della Aferpi, l’acciaieria di Piombino dove ha lavorato per 20 anni. Puglisi stigmatizza innanzitutto il decreto di dignità: “Rispetto a quello che si poteva immaginare dalle premesse del M5s al governo, realizziamo che i 5 Stelle si sono dimostrati degli statalisti micidiali, che vogliono regolamentare il mercato del lavoro, dimenticandosi che i posti di lavoro vengono creati dalle imprese e dagli imprenditori. Ora invece si cercano di creare posti di lavoro per decreto. Questa è la filosofia di Di Maio”. E aggiunge: “Le parole del signor Di Maio, che non sappiamo se ha mai dato un esame di diritto del lavoro in vita sua, sull’”assassinio politico” di chi ha scritto il Jobs Act sono una roba aberrante, di cui vergognarsi. Di Maio dovrebbe scusarsi per quello che ha detto”. Interviene Paolo Veronesi: “Noi lavoratori della Aferpi stiamo aspettando un segnale da Di Maio, visto che in campagna elettorale ha promesso mari e monti, come la cancellazione del Jobs Act. Io chi ha scritto questa legge lo metterei in galera con l’accusa di tradimento del popolo italiano”. Scattano gli applausi del pubblico in studio e Puglisi insorge: “Ma applaudite cosa? E tradimento di cosa?”. Veronesi continua: “Io ho 53 anni, ho mandato 2mila curriculum, mi sono raccomandato a destra e a sinistra, sopra e sotto. Ma io un lavoro non ce l’avrò più. Quelli della mia generazione non troveranno più un lavoro. E chi ha scritto queste regole sono assassini bianchi”. Protesta ancora una volta Puglisi: “Basta con questo linguaggio!”. “Mi dice quanto guadagna lei al mese?”, chiede Veronesi. “Non sono fatti suoi” – risponde il docente universitario – “Se lo vada a cercare”. “Allora deve stare zitto e muto”, ribatte Veronesi. “Il suo status non le permette di parlare di assassini”, controbatte Puglisi, che contesta anche gli applausi all’ex operaio. L’atmosfera incandescente prosegue per alcuni minuti, poi i due duellanti si chiedono reciprocamente scusa per i toni utilizzati.

L'articolo Jobs Act, Veronesi (ex operaio Aferpi) vs Puglisi: “Chi l’ha scritto è un assassino”. “Basta con questo linguaggio” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Oco8AE
via IFTTT

M5s, Sallusti vs Bersani: “Tre oscuri ragazzotti grillini hanno decretato la sua morte politica”. “No, sono stati i 101 del Pd”

Botta e risposta a Dimartedì (La7) tra il deputato di Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani, e il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. L’ex segretario del Pd, rispondendo a una domanda di Giovanni Floris sul M5s, precisa: “Con loro ho sempre avuto un atteggiamento molto colloquiale, oserei dire amichevole. I 5 Stelle sono nati da una particolare situazione italiana. A differenza del resto del mondo, dove è nata la nuova destra, in Italia c’è stato il M5s, sicuramente dovuto al genio di Beppe Grillo, ma da sempre, da Tangentopoli in poi, c’è stata una sorta di antipolitica di contenuto democratico. Il punto è che il M5s ha un ‘ubi consistam’ che sta attorno a temi ‘anti’, che alla lunga non hanno un radicamento per reggere. Certo, se c’è bonaccia, resiste. Ma se t’arriva Salvini, non c’è molto da fare”. Sallusti chiede: “Come fa lei a dire che i grillini non sono il problema, quando la sua carriera politica è morta in diretta streaming, perché non Grillo, non Di Maio, non Di Battista, ma tre oscuri ragazzotti grillini l’hanno ridicolizzato pubblicamente? Da lì è iniziata la sua fine”. Bersani sorride e ribatte: “La mia carriera politica è finita coi 101, non con quei 3 grillini. Quella è la verità storica. Io voglio bene ai grillini. In quell’occasione della diretta streaming, io volevo mettere a verbale che non eravamo noi a dire di no. Caro Sallusti, la destra liberale, che immagino lei sostiene, deve cercare di normalizzare il salvinismo. E credo che una sinistra vera di governo, non di testimonianza, possa prendere i contatti col mondo grillino. Con meno di questo il Paese va nei guai”. Sallusti obietta: “Io penso che il pericolo per la democrazia non sia Salvini, ma i 5 Stelle, che non si capisce bene da chi sono manovrati. E non si capisce bene cosa vogliono. Hanno un tasso di incompetenza impressionante. Questo fa veramente paura”. Bersani ribadisce: “Adesso non mi metto a fare il difensore d’ufficio del M5s. Io sono preoccupato per il Paese. E vedo che in Italia stanno arrivando dei cattivi pensieri. Nel mio paesino, Bettola di Piacenza, l’altro giorno due o tre adulti hanno dato fuoco a una casa dove erano ospitati quattro neri della Costa d’Avorio, che, le assicuro, non davano fastidio a nessuno. Quelli lì erano fascisti e razzisti anche prima, eh. Ma prima non hanno mai fatto un’azione del genere. Attenzione. Non sottovalutiamo questa cosa”. E chiosa: “Bisogna che lo teniamo assieme questo Paese qui, perché, se prudono le mani, poi prudono a tutti. Non usiamo buoni argomenti, che Salvini ha sicuramente, per mettere dei cattivi pensieri”.

L'articolo M5s, Sallusti vs Bersani: “Tre oscuri ragazzotti grillini hanno decretato la sua morte politica”. “No, sono stati i 101 del Pd” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NIPZsA
via IFTTT

Bersani: “Renzi? Se fossero passati Italicum e riforma costituzionale, ora con Salvini la Turchia ci farebbe un baffo”

Renzi dice che ho fatto la guerra al Matteo sbagliato? Quando 3 anni fa gli dicevo: ‘Guarda che arriva la destra, qua’, lui stava facendo l’Italicum e la riforma costituzionale. Se fossero passati, ora Salvini potrebbe nominare i parlamentari, il governo, la Corte Costituzionale e il presidente della Repubblica. Cioè la Turchia ci farebbe un baffo”. Sono le parole del deputato di Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani, ospite di Dimartedì, su La7. L’ex segretario del Pd aggiunge: “Ormai sono abituato a sentire queste cose da Renzi. Mi stupisce di più che il suo partito e quelli che gli stanno attorno gli lascino per buone delle affermazioni del tipo che avrebbe perso a causa del “fuoco amico”. Ma Renzi è uno che ha avuto il lanciafiamme fin da piccolo. Non puoi venirmi a parlare di “fuoco amico”. Glielo lasciano dire. Pazienza”. Bersani si sofferma sull’ondata della nuova destra in Europa e rivendica di aver sempre denunciato il pericolo: “Sono preoccupato. Certo, più di quando c’era Renzi. Ma quando c’era Renzi, vedevo che arrivava questa ondata. E nonostante tutto, abbiamo lasciato la questione sociale in mano alla destra e abbiamo permesso che questi temi si saldassero con quello dell’immigrazione. Salvini coglie una cosa: è vero, c’è preoccupazione, c’è ansia, c’è insicurezza. Ma c’è qualcuno che pensa che Salvini abbia da guadagnare se si riduce questa insicurezza? No”. Bersani poi si sofferma sui 5 Stelle: “Non sono certamente la soluzione, ma neanche il problema principale, che il fenomeno mondiale, europeo, italiano che si chiama ‘nuova destra’. Il Pd dice che si potranno riconquistare gli elettori quando si accorgeranno che Lega e M5s sbagliano? Questa è la logica del popcorn. Sento cose da gente c’ha sempre la penna in mano per dare a quello dell’imbecille e a quell’altro dell’ignorante. Qual è, in realtà, il problema? Che non è detto che non venga di peggio. Non è che fermi Lega e M5s perché falliscono una manovra finanziaria. E’ demenziale pensare questo”.

L'articolo Bersani: “Renzi? Se fossero passati Italicum e riforma costituzionale, ora con Salvini la Turchia ci farebbe un baffo” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OccqWG
via IFTTT

Pd, Renzi: “Zingaretti? Non va bene, troppo ambiguo su accordo con M5s”. Padellaro: “Così Salvini stravince”

Nicola Zingaretti alla guida del Pd? Non credo che vada bene come candidato. La posizione di Nicola sull’accordo col M5s è molto ambigua. Per me è fondamentale dire con chiarezza che non si possono fare accordi con chi non vuole i vaccini. Se comunque vince Zingaretti, non faccio quello che hanno fatto a me, e cioè il fuoco amico”. Sono le parole del senatore Pd, Matteo Renzi, nel corso di Otto e Mezzo, su La7. L’ex leader dem dichiara di aver votato l’europarlamentare Simona Bonafè per la guida del Pd toscano e puntualizza: “Il mio ciclo alla guida del Pd si è chiuso e farò altro, a cominciare dalla Stazione Leopolda dal 19 al 21 ottobre. Farò interventi nelle scuole e iniziative coi giovani”. Antonio Padellaro del Fatto Quotidiano commenta: “Questa scelta di non votare Zingaretti alla guida del Pd porterà Salvini a stravincere”. “E’ abbastanza sorprendente che lei dia al Pd la responsabilità di un accordo tra Salvini e Di Maio con un socio occulto, che è Berlusconi”, ribatte Renzi. “Padronissimi di non fare l’accordo con il M5s” – ribadisce Padellaro – “ma non vi lamentate poi se Salvini stravince”. “Non soltanto non mi lamento” – replica Renzi – “ma faccio anche una battaglia contro Salvini, perché i suoi valori sono antitetici ai miei. Il punto è che Salvini e il M5s vanno d’amore e d’accordo da una vita, come sull’approccio demagogico e sull’immigrazione. Non ve ne siete accorti voi. Io sono orgoglioso di non aver fatto l’accordo col M5s”. Poi lancia un messaggio a Bersani, a D’Alema e a Liberi e Uguali: “Hanno fatto la guerra a me quando ero presidente del Consiglio e quando ero segretario con Gentiloni. A forza di fare la guerra a me, è arrivato Salvini con Di Maio. Hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato. Basta con le polemiche interne. Io su questa discussione non apro più bocca. Spero che si capisca che aver fatto la guerra a chi stava facendo politiche di centrosinistra ha portato la sinistra radicale a non contare più niente”.

L'articolo Pd, Renzi: “Zingaretti? Non va bene, troppo ambiguo su accordo con M5s”. Padellaro: “Così Salvini stravince” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2zvzzLA
via IFTTT

Casalino, Travaglio: “È stato un pirla a fidarsi dei giornalisti. Renzi su funerali Genova? Parole penose”

Le parole di Renzi sui funerali di Stato a Genova? Sono abbastanza penose”. Così a Dimartedì (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le dichiarazioni pronunciate dal senatore Pd, Matteo Renzi, a Otto e Mezzo, circa Rocco Casalino e i funerali delle vittime del crollo del ponte Morandi. E aggiunge: “Io dubito che chi ha appena perso i parenti sotto un ponte crollato si faccia pilotare le mani e i comportamenti dal portavoce del governo. Se ai funerali ci fosse stato Renzi, anziché Martina, i fischi sarebbero stati anche di più, perché comunque, volenti o nolenti, il centrosinistra ha avviato quella sciagurata privatizzazione che ha regalato i pedaggi di Autostrade che ci eravamo pagati con le nostre tasse, non una ma tre volte”. Il direttore del Fatto, poi, si esprime su Casalino: “Penso che sia stato un pirla a fidarsi dei giornalisti parlamentari. Lui non è il portavoce di un governo normale. Da almeno 20 anni, quando i portavoce dei governi normali parlano privatamente coi giornalisti, questi ultimi mantengono segreta la fonte. Casalino l’ha fatto per la prima o seconda volta e immediatamente si è visto pubblicare il suo messaggio. Peraltro” – continua – “Casalino non ha rivelato nulla di ignoto, visto che si sapeva benissimo che il M5s ce l’ha con la struttura del Mef, tacciato di mettere i bastoni tra le ruote alla realizzazione dei punti programmatici dei 5 Stelle. Lo ha detto Di Maio duemila volte in interviste pubbliche”. E chiosa: “Sono contento che sia venuto fuori quell’audio, perché spero che i colleghi, che conservano nel loro iPhone altri messaggi e altri audio dei portavoce di precedenti governi e dei precedenti presidenti della Repubblica, tirino fuori tutto e pubblichino tutto. Così magari scopriremo chi ha orchestrato le campagne contro Michele Santoro, Daniele Luttazzi, Enzo Biagi, Nino Di Matteo, Antonio Ingroia, Paolo Savona. Così, insomma, ci divertiremo un sacco”.

L'articolo Casalino, Travaglio: “È stato un pirla a fidarsi dei giornalisti. Renzi su funerali Genova? Parole penose” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2xRhdmf
via IFTTT

martedì 25 settembre 2018

Giornalisti, l’annuncio del M5s: “L’abolizione dell’ordine è già sul tavolo del governo”

L’abolizione dell’Ordine dei giornalisti “è già sul tavolo del governo”. Si legge in un post firmato “Movimento 5 Stelle” pubblicato sul Blog delle Stelle, dal titolo “L’Ordine dei giornalisti non serve: aboliamolo“, che conferma l’intenzione già annunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Vito Crimi.

Nel post sul proprio blog, il Movimento entra in polemica in particolare con l’istruttoria avviata dall’Ordine della Lombardia contro Rocco Casalino, a seguito della diffusione dell’audio in cui il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte minacciava vendette contro i tecnici del ministero dell’Economia se non avessero trovato le risorse per realizzare il reddito di cittadinanza, suggerendo ai cronisti di attribuire tutto a “fonti parlamentari”. “Non una parola invece – attaccano i 5 Stelle – sui giornalisti che hanno diffuso il suo audio privato andando contro la deontologia professionale e l’etica giornalistica. Non hanno mai speso una parola né avviato istruttorie quando è stato provato clamorosamente che Jacopo Iacoboni de La Stampa aveva inquinato il dibattito pubblico con la mega-fake news su Beatrice Di Maio (un account Twitter fasullo protagonista di attacchi contro il Pd, ndr), che doveva essere il vertice di chissà quale rete oscura di propaganda del Movimento, e invece era la moglie di Brunetta“.

“Neppure un cenno – si legge ancora sul blog – quando il direttore de la Repubblica (recordman di copie perse) Calabresi aveva sparato in prima pagina la bufala dell’incontro tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini, mai avvenuto in realtà, ma pubblicato senza alcuna prova dando anche del bugiardo a Casaleggio. Neanche un sussurro quando giornalisti del Corriere, Repubblica e Messaggero avevano pubblicato un sms di Di Maio tagliato ad hoc per dimostrare che aveva mentito sulla vicenda Marra, ma poi erano stati sbugiardati dalla pubblicazione da parte di Di Maio del messaggio completo: una bufala montata ad arte per colpire una persona specifica.

“A cosa serve l’ordine dei giornalisti se non sanziona la diffusione delle notizie false e i comportamenti antietici di giornalisti mossi solo da interessi di partito e non dal desiderio di informare i cittadini? A niente. Quindi aboliamolo“, concludono i 5 Stelle.

L'articolo Giornalisti, l’annuncio del M5s: “L’abolizione dell’ordine è già sul tavolo del governo” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2QVynYu
via IFTTT

Sondaggi, priorità? Né flat tax né reddito di cittadinanza: la Fornero. M5s-Lega al 60%. Torna Berlusconi e da solo vale l’1%

Un’ampia maggioranza continua a sostenere il governo Conte a quasi 4 mesi dal giuramento al Quirinale. Eppure la priorità non sono né la flat tax né il reddito di cittadinanza. Per la gran parte degli intervistati del sondaggio settimanale di Swg per il TgLa7 il primo punto dell’agenda dell’esecutivo dovrebbe essere la riforma della legge Fornero. Più precisamente un terzo del campione, il 34 per cento, risponde che la prima questione su cui si dovrebbe concentrare il governo M5s-Lega dovrebbe essere quella delle pensioni. Staccati, anzi, doppiati i due “cavalli di battaglia“, uno per ciascuna parte della maggioranza: per il 17 per cento la priorità è la flat tax, per il 16 il reddito di cittadinanza. Uno su cinque risponde invece che nessuna di queste è la priorità. Va tenuto in considerazione che il campione è totale, non limitato all’elettorato di M5s e Lega.

Come andrebbe alle urne se si dovesse votare oggi? I dubbi, ancora oggi, sarebbero molto pochi. La maggioranza parlamentare è legittimata almeno dalle rilevazioni demoscopiche. Il primo partito resta la Lega che riprende quota, tornando al 32 per cento con un aumento dello 0,4 in una settimana. Piuttosto stabile il Movimento Cinque Stelle che resta poco sotto al 29 (28,6, un pelo meno della scorsa settimana). Più problemi sembra avere il Partito Democratico che cala sensibilmente anche rispetto al 4 marzo: la Swg lo dà al 16,3 per cento con una flessione dello 0,6 in 7 giorni.

Il balzo più alto della settimana, invece, lo fa Forza Italia e anche senza prove scientifiche è difficile non ricordare come siano stati i giorni in cui dopo molto tempo è tornato sulla scena pubblica il suo presidente, Silvio Berlusconi. Fi guadagna oltre un punto in una settimana e torna un po’ sopra l’8 per cento, risultato comunque parecchio preoccupante. D’altra parte quello della Lega è una specie di aspiravoti: ne fanno le spese gli azzurri ma anche i Fratelli d’Italia che in una settimana perdono lo 0,6 e scendono sotto al 4.

In questo momento sarebbero fuori dal Parlamento tutte le forze politiche dell’area del centrosinistra, peraltro tutte ingessate sui valori registrati a metà settembre: PiùEuropa è al 2,5, Liberi e Uguali al 2,4, Potere al Popolo (vera rivelazione a sinistra, in potenza) al 2,2.

L'articolo Sondaggi, priorità? Né flat tax né reddito di cittadinanza: la Fornero. M5s-Lega al 60%. Torna Berlusconi e da solo vale l’1% proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2zsFSiX
via IFTTT

Vaccini, Grillo: “Obbligo per morbillo, no per esavalente. Liberalizzare cannabis? Favorevole ma non è nel contratto”

Vaccini? Ci siamo opposti al decreto Lorenzin, perché il nostro obiettivo, sia come forza politica, sia come governo, è superarlo. Non siamo contro i vaccini, ma siamo favorevoli”. Sono le parole pronunciate a L’Aria che Tira (La7) dal ministro della Salute, Giulia Grillo, che smentisce anche le voci, da lei definite “fake news”, secondo cui abbandonerebbe il suo dicastero a seguito della maternità. Sui vaccini precisa: “Lo strumento dell’obbligo va utilizzato in maniera intelligente, ovviamente obbligando i cittadini a vaccinarsi solo laddove è necessario. Sicuramente è necessario l’obbligo sul morbillo, a differenza di altre patologie per le quali è sufficiente la raccomandazione, come accade in altri Paesi. Penso, ad esempio, all’esavalente”. Il ministro M5s si dichiara fiduciosa nei confronti del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e si dichiara favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere. Ma sottolinea: “Non è un punto contenuto nel contratto di governo e al momento non è nemmeno un argomento di cui si sta discutendo in Parlamento. Noi, nella scorsa legislatura, depositammo una proposta di legge nella direzione della liberalizzazione. Sono anche favorevole alla cannabis terapeutica. Ci sono grandi vantaggi per i malati che la usano. Purtroppo, però, la produzione non è sufficiente per soddisfare le richieste e stiamo lavorando per risolvere questo problema”.

L'articolo Vaccini, Grillo: “Obbligo per morbillo, no per esavalente. Liberalizzare cannabis? Favorevole ma non è nel contratto” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2DtJBAO
via IFTTT

Manovra, Meloni: “Se non c’è flat tax e taglio tasse, faccio campagna contro. Ho paura del M5s su economia”

Manovra? Pretendo che ci sia la flat tax e un rivoluzionario taglio delle tasse. Ho paura che il M5s abbia sostenuto Salvini sul tema dell’immigrazione, pur non condividendone la posizione, per chiedere in cambio di decidere sulle materie economiche. Se la Lega accetta questo scambio, io voto contro la manovra e faccio pure la campagna contro”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino (Radio24) dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che spiega: “Oggettivamente di questo governo mi stanno preoccupando i temi economici. Mi pare che il punto di vista del M5s sia finora assolutamente preminente. Basti vedere il decreto di dignità, ma anche le norme anti-corruzione che partono dal presupposto che tutti gli imprenditori siano corrotti. E ancora: il reddito di cittadinanza previsto nella manovra e preteso con lo sforamento del deficit. Io francamente sono un po’ preoccupata, perché non vedo la rivoluzione economica che la gran parte degli italiani aveva chiesto, votando il centrodestra”. E aggiunge: “La rivoluzione economica che devi fare in Italia non è mettere altri vincoli o altre tasse. Io sono pure d’accordo sullo sforare il deficit, purché, però, si investa in qualcosa e si facciano le infrastrutture. Il deficit fatto per spesa corrente è una cosa che abbiamo già visto nei governi passati e che io non rimpiango. Sembra quasi che uno sfori il deficit e i soldi te li dia l’Europa. No. Quando sfori il deficit, fai altro debito e quindi paghi altri interessi. E a chi li scarichi questi interessi? A tuo figlio. Puoi spendere soldi il cui debito viene scaricato a tu ìo figlio, a patto che costruisci qualcosa che rimanga a tuo figlio”. Meloni cita il caso del bonus di 500 euro promosso dal governo Renzi: “Così Renzi ha fatto salire il debito pubblico di 40 miliardi. Il Pd in campagna elettorale ha stampato volantini con la dichiarazione di un ragazzo che ringraziava i 500 euro di Renzi perché così ha potuto vedere il concerto di Laura Pausini. Quel ragazzo è andato a vedere il concerto, e siamo tutti felici, però tanto quei soldi li dovrà restituire con gli interessi. Abbiamo contestato Renzi assieme a Lega e M5s, ora non vorrei che si facesse lo stesso”.

L'articolo Manovra, Meloni: “Se non c’è flat tax e taglio tasse, faccio campagna contro. Ho paura del M5s su economia” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2O8YwVq
via IFTTT

Deficit, Brunetta: “Vi spiego la metafora della vasca da bagno”. Attacca il M5s e manda un bacione a Salvini

Le regole europee di deficit e di debito? Ve le spiego in maniera divertente”. Così a Tagadà (La7) il deputato di Forza Italia, Renato Brunetta, esordisce nella sua spiegazione della regola del deficit e del debito italiano, a distanza di due giorni dalla scadenza del termine per la presentazione della Nota di Aggiornamento del DEF. Il responsabile economico di Fi prima manda ironicamente un bacione al leader della Lega, Matteo Salvini, poi attacca il M5s, ricorrendo alle sue ormai celebri definizioni: “scappati di casa”, “buoni a nulla ma capaci di tutto”, “eversori della democrazia parlamentare”. E aggiunge: “Il reddito di cittadinanza? Non si farà mai, non ci sono soldi. Bambole, non c’è un euro!”. Quindi, illustra la sua metafora: “Deficit e debito sono come il flusso dell’acqua del rubinetto (deficit) che riempie la vasca da bagno (debito). Il flusso dell’acqua produce deficit, il livello dell’acqua è il debito accumulato del nostro Paese. Se il flusso del rubinetto, che entra nella vasca, è uguale allo scarico e la vasca è piena per metà, quest’ultima resterà piena per metà. Noi ci siamo impegnati con l’Europa e con i mercati affinché il livello dell’acqua non salga, semmai che scenda un po’. Se lo scarico supera il flusso del rubinetto, il livello scende. Viceversa, se lo scarico non supera il livello di deficit (flusso del rubinetto), il livello d’acqua nella vasca (debito) sale”. E aggiunge: “Non è tanto preoccupante il giudizio dell’Europa o della Commissione europea, quanto quello dei mercati, che guardano al livello del debito del nostro Paese. L’1,6%, soglia di deficit/Pil per il 2019, fatta intendere dal ministro Tria, è il flusso d’acqua del rubinetto che tiene in pari l’acqua della vasca. Se questo valore sale e va all’1,7-1,8-1,9%, l’acqua della vasca sale e per noi sarà il disastro. Siamo noi ad aver bisogno dei mercati e non i mercati ad aver bisogno dell’Italia”

L'articolo Deficit, Brunetta: “Vi spiego la metafora della vasca da bagno”. Attacca il M5s e manda un bacione a Salvini proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NzkdhP
via IFTTT

lunedì 24 settembre 2018

Scanzi a Farinetti: “Tua idea di sinistra piace a imprenditori, non a classe operaia”. “Evita questa visione marxista”

Vis-à-vis a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, sulle chiusure domenicali delle attività commerciali e sullo stato del Pd. Scanzi commenta, in primis, l’audio del portavoce del presidente del Consiglio: “C’è chi sostiene addirittura che la nota vocale di Rocco Casalino sia stata artatamente messa fuori proprio dal M5s per dimostrare che loro hanno le idee chiare e che sono addirittura disposti a vendicarsi, qualora non venisse sforato il deficit e non si trovassero i soldi. Male che vada, questa vicenda verrà utilizzata come alibi: se non ce la faranno a sforare il deficit, potranno sempre dire che i burocrati ce l’hanno con loro. Tuttavia, è una mossa debole“. E aggiunge: “Credo che se non raggiungeranno il deficit francese al 2,8%, ci sarà un ulteriore sforamento, perché con la legge di bilancio questo governo deve dare dei segnali forti. E i due segnali sono: agire contro la riforma Fornero, cosa voluta da Salvini che da anni fa questa battaglia, e fare qualcosa di chiaro in relazione al reddito di cittadinanza, che è invece la battaglia del M5s“. La firma del Fatto, poi, si rivolge a Farinetti: “Vedo che ultimamente ce l’ha con le chiusure domenicali: intanto, questo governo vuole chiudere le attività commerciali la domenica con una turnazione del 25% e non fino in fondo. Però, caro Oscar, e te lo dico con affetto, il problema è che la tua idea di sinistra piace tanto legittimamente agli imprenditori, però su questa norma ho sentito, ad esempio, Landini secondo cui è una bella cosa. Se poi” – continua – “la classe operaia o il proletariato ha smesso di votare il Pd, avvicindandosi alla Lega o al M5s, e il Pd renziano veniva votato solo dal Parioli, un motivo ci sarà. O sono tutti diventati bischeri o forse si stanno spostando troppo verso l’imprenditoria e poco verso gli operai”. L’imprenditore ironizza: “Parlando della chiusura domenicale che non vorrei, dentro di me ho pensato: ‘Porca miseria, sto offrendo un assist fantastico a Scanzi per colpirmi’. Touché”. E prosegue: “Non credo che tu sia marxista, quindi ti prego di sfuggire a questa visione delle lotte tra classi, per cui ci sono gli imprenditori, i lavoratori, i protezionisti. E’ cambiato il mondo. La grande discriminante è sui sentimenti. Io conosco imprenditori e lavoratori egoisti e imprenditori e lavoratori altruisti”. Farinetti dà anche il suo personale suggerimento al Pd: “Gli consiglio di aspettare. Quando si becca un uppercut così, ci vogliono anni per riprendersi. Guardate la Lega. Dopo la sberla dei diamanti, la Lega è scesa a percentuali bassissime e ci ha messo 4 o 5 anni a tirarsi su. E’ uguale. Ci vuole del tempo”

L'articolo Scanzi a Farinetti: “Tua idea di sinistra piace a imprenditori, non a classe operaia”. “Evita questa visione marxista” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Of9I2V
via IFTTT

Decreto dignità, Romano: “Questi del M5s sono cavallette”. Cremaschi: “Sei più a destra di questo governo”

Decreto dignità? Ci sono tante storie drammatiche di persone che hanno perso il lavoro. E il 30 settembre noi del Pd porteremo in piazza, a Roma, queste storie, per dimostrare cosa sta producendo questo governo e questo decreto, che dovremmo smettere di chiamare ‘di dignità’. Dovremmo chiamarlo ‘decreto di disoccupazione’”. Così, a L’Aria che tira (La7), il deputato Pd, Andrea Romano, stronca il decreto di dignità, tra i mormorii di dissenso del sindacalista Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo), e aggiunge: “Questo decreto vorrebbe porre dei limiti al lavoro precario, ma in realtà sta rendendo più difficile assumere le persone a tempo determinato e indeterminato. In questi giorni sono venute fuori le parole indecenti di Rocco Casalino, però Di Maio un mese fa ha detto le stesse cose sui funzionari del ministero del Lavoro. Questi ultimi lo avevano avvisato: con questo decreto si sarebbero persi almeno 8mila posti di lavoro l’anno. E Di Maio li aveva accusati di essere funzionari dell’opposizione annidati nel ministero”. Romano, poi, menziona il caso della Grecia e il Jobs Act: “La nostra riforma del lavoro sarà stata pure perfettibile e migliorabile, però ci sono stati e sono aumentati i lavori, non per via del Jobs Act come legge ma creando un contesto più favorevole alle imprese. E invece questo decreto inverte la rotta. L’Italia stava faticosamente e lentamente rimettendosi in piedi. E sono arrivati questi che sono delle cavallette. Hanno fatto delle promesse insostenibili per il Paese, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Io me lo ricordo Di Maio quando in campagna diceva che le risorse per il reddito di cittadinanza già ce li aveva e che lo avrebbe fatto in 15 giorni. Ora si scopre che le risorse non ci sono, perché erano promesse fasulle”. Tranchant il commento di Cremaschi: “Romano è riuscito nella mirabile e davvero difficile impresa di essere più a destra del governo”.

L'articolo Decreto dignità, Romano: “Questi del M5s sono cavallette”. Cremaschi: “Sei più a destra di questo governo” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2xL3TQ9
via IFTTT

Vittorio Feltri: “Casalino? Un personaggetto, un signor nessuno che ha fatto il bulletto. Polemiche inutili”

“Per quanto mi sforzi, non riesco a prendere sul serio un personaggetto come Casalino, che, in fondo, è un impiegato di Palazzo Chigi. Non è un Padreterno, non ha parlato il presidente del Consiglio o un ministro”. Così, a L’Aria che tira (La7), il direttore di Libero, Vittorio Feltri, commenta le polemiche sull’audio del portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino. E aggiunge: “Ha parlato un signore che voleva dare aria ai denti e si è lasciato andare ad alcune considerazioni, peraltro private, che gli sono state carpite e divulgate nel modo che sappiamo. Ma rimane un pettegolezzo di un signor nessuno, al quale non darei alcun peso. Non capisco il motivo di tante polemiche per una sparata, fatta anche con un linguaggio tipicamente colloquiale e direi addirittura familiare”. Feltri chiosa: “Casalino che ha voluto fare il bulletto più che minacciare i signori del Mef. Non riesco a capire come un Casalino possa far fuori il ministro dell’Economia. Mi sembra una scemenza”.

L'articolo Vittorio Feltri: “Casalino? Un personaggetto, un signor nessuno che ha fatto il bulletto. Polemiche inutili” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2NBa8B7
via IFTTT

Rai, De Petris (LeU): “Foa? Nome contrattato con maggiore competitor azienda, cioè Forza Italia. Non è di garanzia”

Marcello Foa? Che non possa essere un presidente di garanzia della Rai lo dice la sua storia, anche recente. Ognuno ha le sue idee politiche, è legittimo. Ma lui ha assunto posizioni quasi da militante”. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta (Radio Cusano Campus) dalla senatrice di Liberi e Uguali, Loredana De Petris, componente della Commissione di Vigilanza Rai. E spiega: “La legge su questo punto è abbastanza chiara. Ed è chiara anche sul fatto che un presidente debba avere un consenso molto ampio in Vigilanza, proprio perché dovrebbe garantire il pluralismo del servizio pubblico. Anche l’accordo fatto con Forza Italia è la dimostrazione che purtroppo non sarà un presidente di garanzia per la Rai. E’ evidente che ognuno sia portatore di proprie idee, ma Foa ha lavorato con siti che si occupano di veicolare informazioni che non sono quelle che dovrebbero essere date da un servizio pubblico”. La parlamentare menziona i tweet di Foa contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sottolinea: “Il metodo Foa denuncia un approccio da parte del governo che mi è sembrato un approccio in continuità con quello che purtroppo è sempre accaduto in Rai. Si è arrivati a Foa presidente dopo una contrattazione con Forza Italia, quindi il maggiore competitor della Rai

L'articolo Rai, De Petris (LeU): “Foa? Nome contrattato con maggiore competitor azienda, cioè Forza Italia. Non è di garanzia” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2O1bcxx
via IFTTT

domenica 23 settembre 2018

Berlusconi attacca il M5s e annuncia: “Europee? Penso di candidarmi”. Di Maio: “Capo di Mediaset ha fatto suo tempo”

Silvio Berlusconi prova a rimettersi al centro della scena politica. Dal palco di Fiuggi se la prende con i 5 stelle, i “nemici della libertà e delle imprese”, con le politiche del governo sui tetti pubblicitari che rischiano di “far chiudere Mediaset” e pure con l’alleato Matteo Salvini che “ha uscite non gradevoli e non accettabili”. Ma soprattutto lancia un nuovo manifesto e la sua candidatura alle prossime Europee: “Se correrò? Penso di sì”. L’ex Cavaliere infatti, da aprile scorso è di nuovo candidabile dopo aver ottenuto la riabilitazione. E ora, ha detto, “vuole salvare l’Italia”. A lui replica a distanza lo stesso Luigi Di Maio: “Oggi Berlusconi apocalittico”, si legge su Facebook. “‘Il decreto Dignità è un disastro e con la manovra l’Italia rischia grosso’. Sì sì… mo me lo segno (cit. Massimo Troisi). Il capo di Mediaset politicamente ha fatto il suo tempo, oltre ad aver fatto solo danni. La sua preoccupazione oggi come negli ultimi 20 anni non è per l’Italia, ma solo per le sue tv! Il suo tentativo di cercare ancora visibilità è ridicolo e va compatito”. Berlusconi gli replica poco dopo: “E’ meglio che si rivolga al portavoce Casalino…”. E il riferimento ironico è chiaramente alle polemiche sull’audio contro i dirigenti Mef pubblicato solo ieri da Repubblica.

Tra Berlusconi e Di Maio è di nuovo guerra a distanza. Il governo Lega-M5s al ritorno dalle vacanze è alle prese con la manovra finanziaria e l’ex Cavaliere cerca di riprendersi un posto di centralità dopo che le ultime evoluzioni lo hanno visto totalmente in disparte. La settimana scorsa c’è stato un vertice a Palazzo Grazioli tra le forze di centrodestra per cerca un’intesa su presidenza Rai e prossime elezioni. Anche se non appena usciti dall’incontro, le versioni sullo stato di salute della coalizione sono cambiate a seconda degli interlocutori. Oggi Berlusconi dal palco di Fiuggi ha parlato a lungo anche di Salvini: “Il vertice”, ha detto, “ha confermato che la coalizione è definitiva per tutti e tre i partiti. Salvini ha delle uscite che non sono gradevoli e accettabili da parte nostra. Forse deve tentare di non far scoppiare un diverbio assoluto con i Cinque Stelle, quel diverbio che noi auspichiamo anche presto”. A margine della kermesse però Berlusconi ha poi specificato: “Salvini è un uomo del centrodestra, non c’è nessun dubbio al riguardo”. Con Salvini “siamo nelle difficoltà che conosciamo. Quando ci incontriamo con Salvini non sembra neppure ci siano i suoi problemi con i 5 stelle. Quando lui si incontra con i 5 Stelle evidentemente la vicinanza a noi gli crea problemi”. E ha chiuso: “Siamo in una situazione anomala, che è il contrario di ciò che dovrebbe essere”.

Intanto sul Blog delle Stelle è stato pubblicato un post in replica all’editoriale di Alessandro Sallusti su il Giornale che, parlando del caso dell’audio di Rocco Casalino, rievoca la mafia e Totò Riina. “I principali giornali della propaganda del partito del nazareno, La Repubblica per il Pd e Il Giornale per Forza Italia”, si legge, “oggi difendono a spada tratta quei burocrati servitori dei partiti piazzati in alcuni dei gangli fondamentali dello Stato e che ogni giorno ostacolano il governo del cambiamento e la realizzazione del contratto di Governo. Un governo che è sostenuto da circa due terzi degli italiani, un sostegno popolare che non ha eguali in nessun altro Paese d’Europa”. Quindi contro Sallusti: “Addirittura nel suo editoriale di oggi paragona il Movimento 5 stelle alla mafia e la nostra battaglia per far rispettare il contratto di governo alla stregua della trattativa”. E si conclude: “Paragonare una forza politica votata dal 32 per cento dei cittadini alla mafia non è giornalismo, non è nemmeno solo bieca propaganda. È uno schifo indegno. Vuol dire non sapere nulla di cosa sia la mafia e i morti e il dolore che ha provocato e continua a provocare. E vuol dire non avere la benché minima cultura politica”.

L'articolo Berlusconi attacca il M5s e annuncia: “Europee? Penso di candidarmi”. Di Maio: “Capo di Mediaset ha fatto suo tempo” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2OI4t8Q
via IFTTT

sabato 22 settembre 2018

Sondaggi Ixè, Lega stacca i 5 stelle di 3 punti e mezzo: “Il Carroccio risucchia oltre il 10 per cento del voto M5s”

La Lega ha superato di 3 punti e mezzo l’alleato di governo del Movimento 5 stelle: il Carroccio, secondo la rilevazione Ixè, ha infatti toccato la soglia del 31,2 per cento, mentre i 5 stelle sono fermi al 27,6. Sul fronte dell’opposizione, il Pd è al 18,2 per cento (stabile rispetto alle politiche di marzo, meno un punto percentuale circa rispetto a giugno) e Forza Italia cede “quasi un terzo del proprio elettorato” restando al 9%. La coalizione del centrodestra ottiene il 42,9 per cento dei consensi. Quindi il Carroccio si conferma primo partito in Italia, come già evidenziato dagli ultimi sondaggi (ad esempio Demos per Repubblica il 15 settembre scorso).

Come spiegato dal cofondatore Ixè Roberto Weber all’Huffington post, “c’è una condizione di ottima salute per la Lega, che oltre ad avere il più alto tasso di riconferma (quasi 90%) del voto espresso alle elezioni politiche, continua a drenare i bacini di voto degli alleati tradizionali (FI e Fratelli d’Italia) e risucchia oltre il 10% del voto grillino a proprio favore”. Sull’altro fronte invece, il M5s ha perso quasi 6 punti percentuali rispetto al voto di marzo. E, spiega sempre Weber “ha un tasso di riconferma di venti punti inferiore a quello della Lega e lascia in potenziale astensione/indecisione un altro 10% dei propri elettori”.

Per quanto riguarda invece la fiducia nei leader, in testa c’è il premier Giuseppe Conte con il 48 per cento dei consensi. Segue Matteo Salvini con il 46 e Luigi Di Maio al 40. Se si analizza da dove viene l’appoggio, si vede che il vicepremier del Carroccio ha il favore del 64 per cento degli elettori 5 stelle e l’86 del Carroccio ad avere fiducia in lui. Mentre il leader 5 stelle ottiene la fiducia del 77 per cento dei 5 stelle e del 59 dei leghisti. Spiega sempre Weber: “Di notevole interesse il dato relativo alla fiducia in Salvini e Di Maio, per entrambi piuttosto elevata. Il primo tuttavia capitalizza e trasforma la fiducia in ‘voti’; il secondo, pur crescendo, vede il proprio movimento arretrare”.

L'articolo Sondaggi Ixè, Lega stacca i 5 stelle di 3 punti e mezzo: “Il Carroccio risucchia oltre il 10 per cento del voto M5s” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Nt1qER
via IFTTT