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giovedì 27 febbraio 2025

Scontro M5s-Lega alla Camera, Amato cita Salvini e la foto con l’ultras Lucci: urla dai banchi del Carroccio. “Candiani ha detto vai a cagare”

Scintille in Aula alla Camera tra Movimento 5 stelle e Lega durante l’intervento del pentastellato Gaetano Amato nelle dichiarazioni di voto sulla proposta di legge sui viaggi della memoria. Il deputato M5s parlando della deriva della “memoria istantanea” che “ci fa dimenticare cosa è acceduto in passato” ha parlato della guerra russoucraina e poi anche del conflitto il Medio Oriente. Amato ha citato poi il video di Donald Trump su Gaza ed è andato all’attacco del vicepremier Matteo Salvini che “l’altro giorno si è detto orgoglioso di aver abbracciato Netanyahu” cosa che, ha aggiunto, “non ci stupisce” visto che Salvini “abbracciava anche Lucci, capo della tifoseria milanese indagato…”.

Un riferimento che ha scatenato le razioni di protesta dai banchi della Lega. “Mi ha detto vai a cagare!“, ha replicato Amato rivolgendosi alla presidenza e facendo riferimento al deputato Stefano Candiani. “Nel suo discorso – ha detto il vice presidente di turno Giorgio Mulé – lei sta introducendo nel suo intervento degli elementi” distanti dalla stretta attualità della norma in discussione “e io la sto ascoltando. Se c’è stata una reazione sopra le righe ascolteremo e segnaleremo“. Poco dopo è intervenuto lo stesso deputato della Lega: Candiani ha ammesso di avere utilizzato “un’espressione poco felice“. “Sono cascato in una provocazione“, ha aggiunto criticando a sua volta le parole usate da Amato nei suoi confronti.

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giovedì 20 febbraio 2025

Colucci (M5S) sul Mille proroghe: “Maggioranza inadeguata, togliete le multe ai no-vax anziché risolvere i problemi. Andate a casa”

“Ecco il mille toppe, maggioranza priva di visione e di capacità”, così il deputato Alfonso Colucci (M5S) nella discussione alla Camera sull’approvazione del decreto mille proroghe: “Il provvedimento è rimasto fermo in Senato per oltre un mese, semplicemente perché il Governo non aveva pronti i pareri, semplicemente perché la maggioranza non aveva un accordo sugli emendamenti. Un provvedimento che avrebbe dovuto e potuto aiutare famiglie e imprese si trasforma in un fallimento totale, il prodotto della gestione dilettantistica della maggioranza e del governo allo sbando”. E, continua: “Oggi la vostra priorità è cancellare le multe ai no-vax anziché risolvere i problemi veri del paese, cosa dite a chi ha rispettato le regole? Che la legge non è uguale per tutti? Proprio oggi, giornata in cui ricordiamo il paziente zero del Covid-19 di Codogno, proprio oggi date un calcio alla scienza, date un calcio alle vittime del virus e stupusce che anche Forza Italia voti questa robaccia. è la ragion di stato che vi obbliga? No è un patto di potere, è ipocrisia politica!”. E conclude: “Questo documento non ha visione strategica, non investe nel futuro, siete inadeguati a governare il paese. Noi saremo sempre dalla parte di chi le regole le rispetta, non dalla parte dei privilegiati, se questa è la nazione che voi volete, i veri patrioti siamo noi. Andate a casa”

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mercoledì 19 febbraio 2025

Ue, Picierno accusa: “Sintonia ritrovata tra Lega e M5s”. I 5 stelle: “Lei infiltrata dei fascisti nella sinistra”

Scontro aperto tra Pina Picierno e il Movimento 5 stelle. L’eurodeputata Pd, vicepresidente dell’Eurocamera, intervistata da Repubblica ha parlato di “sintonia ritrovata” tra Carroccio e M5s a proposito delle reazioni dopo gli attacchi russi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il M5s ha espresso parole inopportune”, ha detto la dem. “Dal governo vedo una grande sottovalutazione della questione russa, forse perché all’interno della maggioranza c’è un partito, la Lega, che è filo-putiniano”. E sicuramente M5s e Lega “la pensano allo stesso modo”. A Picierno ha risposto, in diretta a “L’aria che tira” su La7, l’eurodeputato M5s Gaetano Pedullà. Che ha accusato la parlamentare di svegliarsi ogni mattina “pensando qualche sciocchezza da dire sul M5s. Picierno è un’infiltrata dei fascisti nella sinistra“, ha aggiunto osservando che è “una signora che chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti che cosa ha a che fare con la sinistra?”.

Poco prima era arrivata anche la presa di posizione ufficiale della delegazione M5s in Ue: “L’ennesima dichiarazione contro il Movimento 5 stelle denota una continua ossessione nei nostri confronti, una infinita provocazione che riteniamo non più accettabile”, si legge. “Accomunare i Patrioti e le loro relazioni torbide con il Cremlino con le nostre battaglie per la pace, la giustizia sociale, la difesa dell’ambiente e per la salvaguardia dei posti di lavoro nel settore automotive è una offesa intollerabile”. E concludono: “Picierno ha passato il segno e, visto che in politica le parole pesano, se l’esponente del Pd non chiederà scusa per le sue offese gratuite allora saremo costretti a interrompere le relazioni politiche con lei”.

Immediate le reazioni dalle fila Pd in solidarietà di Picierno. “La mia vicinanza all’amica Pina Picierno – scrive sui social Alessandro Alfieri capogruppo Pd in commissione Esteri – che oggi è stata attaccata pesantemente dall’Europarlamentare Gaetano Pedullà per le sue posizioni a sostegno dell’Ucraina. Definire Pina ‘un’infiltrata fascista nella sinistra’ è offensivo per tutti noi. Ci sono delle ‘linee rosse’ che non vanno oltrepassate anche nello scontro politico più duro!”. “La mia piena solidarietà a Pina – dice la deputata Michela Di Biase – questa è una grave offesa al Parlamento Europeo, di cui è vice Presidente. Credo sia necessario che vengano prese le distanze da queste frasi, la polemica politica non può scadere fino a questo punto”. Le definisce parole “gravi, gravissime” anche la senatrice Valeria Valente. “Infiltrata fascista? Pina? Significa ignorare la sua storia e mistificare le sue posizioni”, aggiunge. “Spero che il M5s – dice il sentore dem Alberto Losacco – si dissoci da quanto detto da Pedullà. Se così non fosse, dovremmo considerare ciò che ha detto come una posizione ufficiale dell’intero Movimento e mi auguro vivamente che non sia così. In un momento come questo, tutte le forze politiche sono chiamate alla serietà e alla coerenza con quanto fatto finora dal nostro Paese e dal nostro Parlamento per sostenere l’Ucraina aggredita dalla Russia”.

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Lite Licata (Fdi)-Licheri. “Voi M5s invidiosi del rapporto tra Meloni e Trump”. “Ma credi davvero che la gente si beva questa storia?”. Su La7

Bagarre a Coffee break (La7) tra il senatore del M5s Ettore Licheri e il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Caiata sulla politica estera di Giorgia Meloni e sulle sorti economiche dell’Italia.
Licheri ribadisce la posizione dei 5 Stelle, già dettagliatamente spiegata ieri ai microfoni di Radio Cusano Campus, suscitando “la tristezza” del parlamentare meloniano: “È molto triste questo atteggiamento del M5s, è molto triste quello che ha detto Licheri, perché in queste situazioni speculare per cercare consenso è veramente una cosa molto triste. Ma non è stato Conte a firmare l’accordo con la Nato per alzare le spese militari italiane al 2%? – continua – Quando voi siete al governo, prendete delle decisioni. Quando invece state all’opposizione, ne prendete delle altre. È molto triste cambiare posizione, il nostro partito non l’ha mai fatto perché ha grande serietà“.

E rincara: “La presidente Meloni ha sempre avuto una postura istituzionale: ha avuto un ottimo rapporto con Biden e ha un ottimo rapporto con Trump. E voi siete solo gelosi e invidiosi“.
Licheri scoppia a ridere e chiede a Licata: “Ma credi davvero che chi ci sta guardando si beva questa storia?”.

Quando ha la parola, il senatore pentastellato precisa che il patto per il Pil al 2% non fu firmato da Conte bensì da Renzi, ricordando che durante il governo Conte Due le spese militari del nostro paese erano all’1,4% del Pil.
E aggiunge: “Adesso si parla del 3%, cioè 30 miliardi: una follia. Mantenere le rigide regole della politica fiscale per le spese sociali e allentare i cordoni della Borsa per le spese militari è un’altra follia, che alimenterà il disagio sociale e che peserà sulle nostre famiglie”.
Licata gesticola e brontola dissentendo da Licheri, che sbotta contro il meloniano: “Però adesso mi arrabbio, eh, perché sono stato zitto durante il tuo intervento e pretendo un po’ di rispetto”.
Il senatore del M5s tenta di proseguire ma viene nuovamente interrotto da Licata. “Così non si può andare avanti – protesta Licheri – Io lo so che è sgradevole quello che sto dicendo. Meloni per 3 anni ha seguito un’ideologia anteponendola all’interesse del suo paese. Non c’è nulla di sovranista in Giorgia Meloni, questo è il vero problema, perché voi eravate pienamente consapevoli del fatto che questa guerra avrebbe arricchito i ricchi e impoverito il ceto medio. Altro che tasse o non tasse”.

Licata ride e interrompe Licheri, che si infuria nuovamente: “Lei non è libero di dire qualsiasi fesseria le passi per la testa. Qui siamo davanti a un’emergenza sociale e si sta pensando di aumentare le spese per le armi”.
“La deroga al patto di Stabilità – replica Licata – vuol dire proprio questo: puoi spendere in spese militari senza dover rinunciare ad altro”.
“È debito comune – ribatte Licheri – Ma perché devi prendere in giro la gente? Quello è debito comune. Chi lo paga quel debito? Non lo paghi tu?”.

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martedì 18 febbraio 2025

Ucraina, Licheri: “Summit a Parigi? Flop che certifica la morte politica della Ue. Meloni ha fallito, ora venga a riferire in Parlamento”

Il vertice europeo a Parigi? Non è che si fa dell’ironia, ma si prende atto che questo vertice europeo è stato un flop. D’altra parte mi pare che anche la stessa Meloni ci sia andata controvoglia, dicendo che fosse un format che certamente non avrebbe potuto rappresentare la volontà dell’Unione Europea. E infatti il vertice di Parigi, a detta della destra e a detta della sinistra, ha certificato ieri la morte politica di un’Europa che continua a mostrare la propria incapacità di elaborare un’efficacia strategica, una strategia comune”. Sono le parole pronunciate dal senatore del M5s, Ettore Licheri, ai microfoni di Calibro 8, trasmissione condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus, a proposito del summit europeo convocato a Parigi dal presidente francese Macron.

“Noi del M5s – continua Licheri – ci auguriamo che almeno ieri sera, lontano dalle telecamere, questi 8 signori si siano detti la verità tra di loro. E cioè che abbiano ammesso di aver sbagliato tutto e di aver buttato miliardi di euro in armi per una guerra per procura di un paese che ora ci umilia, mandando al macello 500mila ragazzi ucraini, ingrassando le lobby delle armi e del gas americano, che abbiamo pagato il quadruplo del suo prezzo per poi anche rigassificarcelo. E tutto questo per arrivare oggi a una soluzione che potevamo tranquillamente raggiungere due anni fa. Questo è il pensiero del M5s ed è dal marzo del 2022 che lo diciamo“.

Il senatore pentastellato sottolinea: “Qui il vero punto è che c’è un’Europa alle corde e stordita, un’Europa che sta dimostrando incapacità nel reagire. Probabilmente è schiacciata dagli errori politici nella gestione di questo conflitto o dall’azione politica rude e violenta di Trump, ma in ogni caso questo è il quadro attuale. Poi possiamo piagnucolare perché non riusciremo ad avere un posto al tavolo della pace, anche se io personalmente sono convinto che alla fine, a forza di piagnucolare, uno strapuntino l’Europa l’avrà al tavolo delle trattative. Ma il punto non è questo. Il punto è che a quel tavolo della pace l’Europa non conterà nulla“.

Sferzanti sono le critiche di Licheri sull’operato della presidente del Consiglio: “Nei giorni che hanno accompagnato questo vertice, qui in Italia avevamo un dibattito politico che era surreale. Dicevamo che la Meloni sarebbe stata la pontiera tra l’Atlantico e il vecchio continente e che avrebbe provato ad assicurare la prosecuzione dell’ombrello di protezione degli Stati Uniti verso l’Europa. Ma lei, Borgonovo, la Meloni da quanto tempo non la sente? Si è completamente inabissata. Già col caso Almasri ho visto che è bravissima nell’inabissarsi e sparire dai radar quando le cose diventano difficili. Però da parte di Meloni c’è una responsabilità politica, perché qui altrimenti si va a finire che la colpa non è di nessuno”.

E rincara: “Questo governo era ben consapevole del fatto che la guerra in Ucraina stava costando ai cittadini italiani in termini di rincaro dei prezzi, delle bollette, del costo della vita. Questo governo sapeva benissimo quanto questa guerra stesse rafforzando Putin e la sua economia, nonché le lobby americane delle armi e del gas. Meloni ha continuato per mesi a dirci che l’obiettivo era la vittoria sulla Russia, inviando armi a oltranza, mettendo in campo investimenti in record di spese militari, cioè 40 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, facendo pagare i costi sociali di questa guerra ai cittadini e alle aziende italiane.

Licheri chiosa: “Ci sono delle responsabilità politiche precise di questo governo ed è per questo motivo che stiamo chiamando Meloni in Parlamento. Tra l’altro, lei ci ha sempre detto in Aula che con Putin non si doveva parlare. Allora noi in Parlamento dovremmo chiedere a Giorgia Meloni se questa cosa l’ha detta anche a Trump oppure no”.

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Attacchi russi a Mattarella, ovazione alla Camera per il Presidente. Critiche dal M5s: “Noi non avremmo fatto quel passaggio”

L’Aula della Camera ha tributato una lunghissima ovazione al presidente Sergio Mattarella, subito dopo le parole di solidarietà espresse dalla capogruppo del Pd Chiara Braga. Appena Braga ha espresso la “solidarietà” al Capo dello Stato per gli attacchi provenienti dalla Russia, tutti i deputati di sono alzati in piedi applaudendo per circa due minuti Mattarella. Critiche però sono arrivate dai banchi del Movimento 5 stelle. “Il passaggio che ha fatto il presidente – ha detto il capogruppo alla Camera del M5s, Riccardo Ricciardi – che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa. Noi lo abbiamo sempre detto, e su questo dobbiamo capire che in questo momento c’è un cambio di linea“.

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venerdì 14 febbraio 2025

“La destra insegue i voti dei bracconieri”, l’allarme di M5s e associazioni: “Sventato attacco all’Ispra, la Lega voleva smantellarlo”

Novemila emendamenti presentati, a scopo ostruzionistico, per frenare e stoppare l’assalto all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nuovo tentativo del deputato leghista Francesco Bruzzone che punta a sostituire l’Ispra con un organismo politico per accontentare associazioni venatorie e armieri. A esultare nel corso di una conferenza stampa alla Camera i deputati M5s della commissione Agricoltura, insieme a diverse associazioni ambientaliste (Lipu, Enpa, Wwf Italia e Lav) e ad esponenti Pd (Eleonora Evi) e Avs (la capogruppo Luana Zanella), rivendicando lo stop al tentativo di “silenziare” l’Istituto da parte di una maggioranza di governo “che insegue il microvoto dei bracconieri“, ha attaccato il vicepresidente della Camera ed ex ministro M5s dell’Ambiente Sergio Costa. Non è il primo tentativo, ricorda il deputato e capogruppo M5s in commissione Alessandro Caramiello. E gli stessi sono i protagonisti: sempre il partito di Matteo Salvini, ancora una volta il deputato Bruzzone, dopo il tentativo fallito dell’anno scorso di modificare la 157/92. “Con la grande mole di emendamenti che abbiamo presentato, di fatto, la proposta è stata affossata”, rivendica per ora Caramiello. Quantomeno, rimandata a tempo indefinito. Certo, la battaglia parlamentare potrebbe non essere finita, avverte Costa: “Può tornare fuori in Aula in forma di qualche emendamento, chissà in quale vagone legislativo, per questo dobbiamo restare in allerta e farci trovare pronti. E intanto preparare un’alternativa per il 2027, insieme al resto delle opposizioni, Pd, Avs e chi vorrà”. Anche perché l’Ispra è nel mirino del governo di Giorgia Meloni e della maggioranza che lo sostiene dalla fine del 2022. E da tempo si discute della stessa volontà del ministro Francesco Lollobrigida di mettere mano, come promesso, alla 157/92.
“Il problema non è solo Bruzzone, ma pure i colleghi di Fdi che già con altri mezzi, inserendo in legge di bilancio emendamenti come quelli Foti e Caretta, hanno generato una legge Far West dove si può sparare anche nei parchi pubblici. Una scelta scellerata per la quale oggi siamo in procedura di pre infrazione. A pagare rischiano di essere i cittadini italiani”, continua Caramiello. Denunciando “il colpevole silenzio dei cosiddetti animalisti presenti a destra, come Michela Vittoria Brambilla“. Non è un caso che stia per nascere, come è stato annunciato insieme a Evi e Zanella, un nuovo intergruppo parlamentare, dopo la richiesta (invano) di dimissioni nei confronti della stessa Brambilla (per quanto emerso in inchieste giornalistiche con tanto di accuse di conflitti d’interesse e scarsa trasparenza sui fondi della sua associazione, ndr) e l’abbandono della stessa Evi, dei parlamentari M5s e non solo.
Intanto c’è da difendere l’Ispra dagli assalti della destra: “Nel 2008 sotto Berlusconi le furono assegnate le competenze che ora la proposta di legge Bruzzone vorrebbe toglierle: o c’è una schizofrenia nel centrodestra, oppure è cambiato il pensiero elettorale e si cercano i voti dei bracconieri, che si vuole trasformare in cacciatori”, ha precisato ancora Costa. “Forse la destra non si è resa conto che nel frattempo abbiamo inserito la tutela dell’ambiente e degli animali in Costituzione”.

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martedì 11 febbraio 2025

Pedullà (M5s) denuncia: “Tutela dell’ambiente? Obiettivi sempre più lontani sia in Ue sia in Italia, politica di destra fa il gioco delle lobby”

Gli obiettivi di protezione dell’ambiente non sono più un totem. Ci sono pressioni e interessi, tanto in Europa quanto in Italia, che spingono nella direzione opposta. E anche il vento politico è cambiato, la destra è meno sensibile a questi temi”. Lo ha detto l’eurodeputato del Movimento 5 stelle, Gaetano Pedullà, che ha partecipato al convegno organizzato dalla senatrice Elena Sironi sulla Legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Il primo appuntamento ha avuto come focus le zone umide riconosciute e non riconosciute, ecosistemi di fondamentale importanza per l’equilibrio ecologico e di conservazione della biodiversità, con grandi capacità di mitigazione dell’inquinamento per l’assorbimento di CO2. Sono intervenute le deputate M5s Ilaria Fontana e Patty L’Abbate, Susanna D’Antoni (responsabile “Aree protette” Ispra), Alessandro Polidori (presidente Lipu), Andrea Agapito Ludovici (responsabile “Rete e Oasi” WWF Italia), Elena Calogero (presidente del Comitato Civico Ambiente), Giorgio Bianchini (WWF Milano) e Matteo Lancini (Comitato Salviamo il Lupo Bianco).

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lunedì 10 febbraio 2025

Sfiducia Santanchè, Baldino: “Si dimetta, è un conflitto di interessi che cammina. La sua permanenza è un disonore per le istituzioni”

“Noi siamo qui a chiedere che la ministra Santanchè si dimetta perché la sua permanenza rappresenta un disonore per le istituzioni, per il ministero e le imprese che rappresenta”. Così in Aula alla Camera, Vittoria Baldino (M5s), ha illustrato la mozione per la sfiducia della ministra Daniela Santanché. “Crediamo che una ministra che ha spudoratamente mentito in Parlamento non abbia la dignità si sedere nei banchi del governo e solo per questo dovrebbe dimettersi. Lei ormai non è più gradita neanche ai suoi elettori”, ha detto ancora Baldino, definendo Santanchè un “conflitto di interessi che cammina”. Questa vicenda “non può non chiamare in causa anche Giorgia Meloni: la smetta di scappare dalle sue responsabilità” perché “ha la responsabilità politica” da presidente del Consiglio, ha proseguito l’esponente del Movimento 5 stelle, chiedendosi da chi sia “ricattata” Meloni che dice “urbi et orbi che lei non è ricattabile”.

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giovedì 6 febbraio 2025

La Lega vuole smantellare l’Ispra per liberalizzare la caccia, M5s blocca la proposta di legge con 9mila emendamenti

È il sogno della lobby dei cacciatori: silenziare l’Ispra per avere mano libera nella gestione (leggi: per cacciare con meno vincoli) della fauna selvatica. Di nuovo la Lega – e di nuovo il deputato Francesco Bruzzone, dopo il tentativo fallito dell’anno scorso di modificare la 157/92 – ha provato il blitz in commissione Agricoltura per smantellare l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel mirino del governo di Giorgia Meloni e della maggioranza che lo sostiene dalla fine del 2022. Ma anche questa volta la proposta di legge del Carroccio è stata bloccata dall’ostruzionismo del Movimento 5 stelle (e in misura minore dei Verdi) che ha depositato 9mila emendamenti. Risultato: la discussione della pdl è stata rimandata a tempo indefinito.

“Abbiamo fermato le folli politiche della Lega e di tutta la destra sulla caccia” hanno detto i deputati Alessandro Caramiello, Susanna Cherchi e Sergio Costa del M5s. “Già nel 2024 volevano una pressoché totale deregolamentazione dell’attività venatoria, una sorta di Far West, e li abbiamo fermati. Ora, sulla nuova proposta di superamento di Ispra abbiamo riportato una grande vittoria“. L’obiettivo della Lega era – è, visto che non è da escludere che ci riprovino, magari a livello ministeriale, quando Francesco Lollobrigida metterà mano, come promesso, alla 157/92 – l’obiettivo era quello di sottrarre a Ispra la tutela della fauna selvatica, affidandola (si fa per dire) a un nuovo organismo in capo proprio al ministero dell’Agricoltura. “Lo scopo – spiegano i 5 stelle – era di poter contare su pareri molto meno tecnici e scientifici rispetto a quelli di Ispra, ma più politici e attenti alle esigenze del mondo venatorio”. In sintesi, non dover più rispettare le indicazioni di Ispra quando si tratta di mettere un freno ai desideri delle associazioni venatorie e alle politiche delle Regioni, che ogni anno emanano i calendari venatori. “La nostra ferma opposizione, la mobilitazione delle associazioni ambientaliste e animaliste, lo sconcerto creato nella società civile dalle iniziative legislative leghiste che vorrebbero dare libertà alle doppiette di sparare quando e come vogliono e indebolire l’Ispra, ha portato, per ora, allo stop delle pdl Bruzzone” ha detto la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella. “Ovviamente non ci fidiamo, e la nostra vigilanza contro manomissioni legislative indotte dalle lobby venatorie e delle armi rimarrà molto alta”

Nei giorni scorsi le associazioni ambientaliste e animaliste (Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf) avevano inviato una richiesta alla commissione Agricoltura della Camera proprio per essere audite in merito “all’ennesima proposta normativa contro la scienza e la fauna” che “mira a sostituire, nelle competenze sulla fauna selvatica, l’Ispra con un ‘Istituto di Gestione Faunistica’, che dovrebbe fornire pareri sui calendari venatori e sulle politiche di tutela della biodiversità. Un ulteriore, gravissimo attacco alla scienza per favorire la lobby venatoria”. L’Ispra, insieme alle associazioni che impugnano i calendari venatori di fronte ai giudici amministrativi, è da tempo considerato scomodo dai cacciatori e dai partiti che ne curano gli interessi. “La ragione – continuano le associazioni – è che fornisce pareri sgraditi ad associazioni venatorie e armieri sui calendari venatori. È vergognoso che, mentre in materia di caccia ci troviamo in una fase di forte contenzioso con la Commissione Ue – con due procedure Pilot già tradotte in una procedura di infrazione – anziché impegnarsi per una soluzione, la risposta sia cancellare l’Ispra, il cui lavoro scientifico è stato ampiamente riconosciuto a livello internazionale”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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Il caso Almasri arriva al Parlamento europeo: martedì il dibattito chiesto da sinistra e M5s

“Il caso Almasri approda anche al Parlamento europeo. Pur senza citarlo direttamente, è stata approvata la nostra richiesta, proveniente dal gruppo The Left, di un dibattito sulla protezione del diritto internazionale e delle prerogative della Corte penale internazionale“. Lo affermano in una nota congiunta Danilo Della Valle e Gaetano Pedullà, europarlamentari del Movimento 5 stelle. Il dibattito è previsto per martedì sera a Strasburgo.

Citando l’informativa in Parlamento del ministro della Giustizia Carlo Nordio, i due europarlamentari attaccano: “Il governo Meloni sta provando a scaricare tutte le colpe della scarcerazione del boia libico alla Cpi, quando invece ne ha deliberatamente ignorato le richieste. Noi porteremo in aula anche il caso Netanyahu, il cui mandato di cattura internazionale va eseguito senza tentennamenti dagli Stati che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma e che quindi sono obbligati a eseguirne le decisioni”, concludono.

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mercoledì 5 febbraio 2025

M5s contro la legge bavaglio: “È da regime autoritario”. E al convegno Marco Lillo lancia l’idea di un referendum abrogativo

Il Movimento 5 stelle ha discusso alla Camera dei deputati del bavaglio del governo Meloni ai giornalisti, attraverso la norma che vieta la pubblicazione delle ordinanze cautelari fino alle indagini preliminari e prima dell’udienza preliminare. Il partito guidato da Giuseppe Conte lo ha fatto dialogando con Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ripercorrendo quando accaduto al parlamento Europeo, dove i deputati pentastellati hanno, attraverso un’interrogazione al Commissario Ue alla Giustizia Michael McGrath, ottenuto una risposta con cui la commissione von der Leyern smentisce la versione fornita dal governo Meloni e dal ministro Nordio.

“È stato utilizzato come appiglio la direttiva europea sulla presunzione d’innocenza per mettere il bavaglio ai giornalisti” afferma Valentina Palmisano, prima firmataria dell’interrogazione in Europa firmata dai 5 stelle. “Di fatto la norma italiana confligge con le norme europee”. Duro è l’intervento di Cafiero De Raho. “Abbiamo via via una riduzione delle libertà, qui nella stampa, con un andamento verso un regime autoritario”. Marco Lillo, intervenuto al convegno nel panel riservato ai giornalisti, dal palco, ha lanciato l’idea di un referendum abrogativo. “C’è chi di dice di avere la maggioranza alle proprie spalle e che può fare qualsiasi cosa, magari è il caso di chiedere agli italiani se sono davvero d’accordo sulle limitazione della propria conoscenza dei fatti”.

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martedì 4 febbraio 2025

Sondaggi, Swg: il caso Almasri frena la maggioranza, giù FdI e Lega. Cresce il M5s

Il caso Almasri frena la corsa delle forze di maggioranza, mentre nell’opposizione riguadagna terreno il Movimento 5 stelle. È quanto emerge dal sondaggio settimanale di Swg per il Tg La7, realizzato su un campione di 1.200 persone tra il 29 gennaio e il 3 febbraio, cioè nel pieno del caso politico sul generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale e rimpatriato dal nostro governo con volo di Stato. Rispetto alla settimana precedente, Fratelli d’Italia resta ampiamente il primo partito ma perde uno 0,2%, calando dal 29,7% al 29,5%; giù di un decimale anche la Lega, dall’8,4% all’8,3%. Stabile Forza Italia, che si conferma secondo azionista della coalizione con il 9,1%.

Nel centrosinistra cala il Pd, dal 22,8% al 22,6% (-0,2%), mentre torna a crescere il Movimento 5 stelle, che va meglio di tutti questa settimana: il partito guidato da Giuseppe Conte guadagna quattro decimi e sale dalll’11,4% all’11,8%. L’Alleanza Verdi e Sinistra resta immobile al 6,5%, Azione di Carlo Calenda perde uno 0,1% e scende al 3,1%, mentre guadagnano lo stesso 0,1% Italia viva di Matteo Renzi, al 2,9%, e +Europa, al 2,1%.

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sabato 1 febbraio 2025

Scontro tra Ricciardi (M5s) e Filini (Fdi). “A gennaio sbarchi +135%”. “Nefandezze, cercate solo di risalire nei sondaggi”. Su La7

Scontro acceso a Coffee break (La7) tra il vicepresidente del M5s, Riccardo Ricciardi, e il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, sul caso Almasri.
Dopo un”appassionata arringa difensiva di Filini a favore di Giorgia Meloni, Ricciardi gli chiede a bruciapelo: “È vero che un boia stupratore di bambini e trafficante di migranti, peraltro l’unico che non è stato preso dalla Meloni che doveva inseguire i trafficanti “in tutto il globo terracqueo”, lo abbiamo rimandato a casa sua con un volo di Stato a spese nostre? Voglio una risposta secca: sì o no”.
Filini tergiversa e si accinge a fare una premessa, ma Ricciardi lo stoppa chiedendogli di rispondere sì o no. Esplode la polemica e il meloniano protesta: “Se vuoi la risposta, me la fai dire, altrimenti i quiz fatteli da solo”.
“Ho capito, non vuoi rispondermi”, commenta Ricciardi che gli rivolge un’altra domanda su Nordio (“È vero che il ministro Piantedosi in Senato, la scorsa settimana, ha detto che è stato informato il dipartimento di Giustizia rispetto a questa vicenda? E allora perché la presidente del Consiglio ha detto che il ministro della Giustizia non ne sapeva nulla?”).

La polemica riesplode quando Ricciardi, nello smontare la propaganda meloniana sull’immigrazione e sugli accordi con la Libia, ricorda l’impennata di numero di migranti sbarcati nel gennaio del 2025, circa il 135% in più rispetto allo stesso mese nel 2024: dagli ultimi dati del Viminale, infatti, risulta che nel mese appena trascorso sono sbarcati in Italia 3.312 migranti, a fronte dei 1.420 sbarcati nel gennaio dello scorso anno.
Filini ribatte: “Capisco che l’opposizione debba fare il proprio mestiere, poi nel caso dei 5 Stelle si cerca di risalire nei sondaggi con risultati piuttosto scarsi, perché sono state dette delle nefandezze“.
“Il dramma è che il governo non faccia il suo mestiere”, replica il deputato del M5s che incalza il parlamentare di Fdi chiedendogli di smentire il dato sull’aumento degli sbarchi a gennaio 2025.
“Si nega la realtà”, accusa Filini.
“Ma qual è la bugia che avrei detto? Me la smentisci per favore?”, chiede Ricciardi.
“La bugia è che non è vero che non sono calati i migranti”, risponde Filini.
“Ma è vero che a gennaio del 2025 c’è stato un aumento di sbarchi?”, rilancia il pentastellato.

“Prendi una finestra temporale ristretta”, ribatte il deputato di Fdi.
“E qual è la bugia?”, ripete Ricciardi.
No, non è che è una bugia – risponde Filini – La bugia è dire che non sono calati i migranti. Da quando si è insediato questo governo sono calati gli sbarchi”.
“Vai a vedere i dati del governo Draghi e del governo Conte“, commenta Ricciardi.
“Lasciamo stare il governo Conte – replica Filini – Al posto tuo mi vergognerei di averne fatto parte“.
Ricciardi continua a incalzare Filini sui numeri, ma il meloniano non dà alcun dato e accusa l’opposizione di dire bugie. Alla fine il parlamentare del M5s chiosa sorridendo: “I telespettatori tanto hanno capito tutto, tanto poi vanno su Google e guardano i veri dati”.

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