CERCA LA TUA NEWS

lunedì 30 aprile 2018

Elezioni secondo turno, può vincere soltanto l’astensione

L’astensione è sempre considerata un problema della democrazia. Ma spesso ha le sue ragioni. Se davvero i quattro partiti principali che da quasi due mesi negoziano su chi deve andare al governo ci costringeranno a tornare al voto, non potranno poi lamentarsi se in pochi faranno lo sforzo di andare di nuovo al seggio dopo lo spettacolo indecoroso di queste settimane.

Il 4 marzo ha votato il 73 per cento degli aventi diritto, l’affluenza più bassa della storia repubblicana. Nel 2017 al secondo turno delle elezioni amministrative si è registrato soltanto il 46 per cento. Ci sarebbe poco da stupirsi a osservare un risultato analogo per le elezioni-bis di inizio estate o d’autunno.

L’elettore avrà tutte le ragioni per stare a casa in questo spareggio dopo le “primarie della nazione”, come Mario Monti aveva definito le elezioni del 4 marzo, intuendo che avrebbero prodotto poco di definitivo.

Alcune premesse della competizione democratica, quelle che spingono all’esercizio del diritto di voto, sono infatti saltate. Di solito i partiti gareggiano per governare. In un sistema proporzionale cercano di ottenere la fetta maggiore di consenso per aggiudicarsi una fetta altrettanto grande di poltrone e potere.

A parte Forza Italia, nessuno dei partiti principali segue questo schema: sono più interessati a proteggere l’entità del proprio consenso che a trasformarlo in azioni di governo. Il Pd ha deciso che deve stare all’opposizione perché così hanno deciso i suoi elettori (anche se quel 18,7 per cento che ha votato Pd non tifava certo per questo esito, ma col voto ha dato un segnale di approvazione, sono gli altri elettori che, cambiando preferenze, hanno espresso la loro critica). I Cinquestelle preferiscono tornare alle urne piuttosto che trattare col nemico di sempre, Silvio Berlusconi, anche se così facendo rinunciano alla possibilità di applicare alcune delle loro proposte.

La Lega ha trattato a nome del centrodestra soltanto con i Cinquestelle, ma non col Pd, perché Matteo Salvini teme di rimanere stritolato da un’intesa tra Berlusconi e Matteo Renzi più che di rimanere all’opposizione. Un pericolo che Salvini avverte tuttora, se si dovesse andare verso un “governo istituzionale” guidato magari dal leghista Giancarlo Giorgetti e sostenuto da Forza Italia, Pd e di malavoglia alla stessa Lega, con i Cinquestelle a riempire le piazze contro l’ennesimo accordo “di palazzo”.

Tutti i leader, Luigi Di Maio incluso, hanno scambiato il mezzo (avere consenso ed essere alti nei sondaggi) con il fine (governare per fare le cose promesse o anche soltanto per mandare avanti il Paese).

L’altra premessa della democrazia che è saltata riguarda le alleanze. In un sistema proporzionale multipolare, per costruire una maggioranza servono accordi sulle poltrone e sui programmi. Nessun partito – neanche i Cinquestelle – è stato serio su questo. Nessuna proposta formale. Nessun voto tra gli iscritti sul mandato a trattare e sul possibile compromesso da sottoporre ai partner. Non c’è alcun metodo. I Cinquestelle, che sono stati i protagonisti di questa fase, hanno elaborato un assurdo programma di governo “minimo” che indicava su cosa il Movimento era d’accordo sia con il Pd che con la Lega senza invece fare una proposta esplicita a Salvini sui temi cari ai leghisti (pensioni, immigrazione, Europa) o al Pd su lavoro, sociale, conti pubblici e imprese.

E ora, cari leader, come pensate di fare l’eventuale campagna elettorale bis? Ricominciando con gli insulti, le scaramucce e le promesse miliardarie senza coperture come da inizio anno? Annunciando alleanze pre-elettorali? Cambiando qualche faccia o etichetta?

Nessuno si salverà in questo disastro. La Lega ha scoperto di non potersi separare da Berlusconi e Forza Italia e l’indispensabile Berlusconi potrebbe ora recuperare un po’ di voti persi a favore di Salvini che si è messo in attesa (aspetta e spera) per diventare lui il capo unico delle destre. Chi ha votato i Cinquestelle sperando nel cambiamento ha scoperto che la buona volontà non basta e che la strategia di Di Maio, ad oggi, ha fallito. I pochi che ancora votano Pd scoprono di appoggiare un partito in cui un iscritto senza incarichi formali – Matteo Renzi – può decidere dalle poltrone di un talk show come usare i loro voti, troppo impegnato ad assecondare i propri capricci per occuparsi della reputazione di becchino della sinistra italiana che la cronaca gli sta regalando.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha costretto i partiti a prendersi le loro responsabilità, non ha offerto soluzioni costruite al Quirinale. E i partiti non stanno trovando alcun accordo. Ma non saranno gli elettori a toglierli dal pantano.

Anche dopo nuove elezioni – con una legge elettorale proporzionale – serviranno accordi su poltrone e programmi. Chi pensa di poter rinviare il problema a un domani sempre lontano, così da non pagare il prezzo politico che ogni scelta netta comporta, rischia di essere annichilito da elettori estenuati e sempre meno tolleranti.

L'articolo Elezioni secondo turno, può vincere soltanto l’astensione proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2KpuLLl
via IFTTT

Grillo: “Entusiasmo di Di Maio propagandato come bramosia potere e la sinistra frou frou si sente superiore. Pd e FI? Parassiti”

Pd e Forza Italia come parassiti, la “sinistra frou frou” che si sente superiore e l’entusiasmo di Luigi Di Maio considerato dagli altri “bramosia di potere”. Chiuso il fronte con il Pd-M5s, torna a parlare anche Beppe Grillo. Che esce dal silenzio con un post sul blog personale che difende le scelte del Capo politico dei 5 stelle e attacca i partiti tradizionali. “L’entusiasmo di Luigi viene propagandato come fosse bramosia di potere e la sinistra frou frou gioca la carta di un’improbabile supremazia intellettuale, ridicola, figlia di accordi con quello che hanno sempre chiamato Caimano. E’ la perfezione del parassita: cerca nutrimento dalle stesse forze che lo hanno sconfitto. Il Pd e FI in agiscono con una sincronia perfetta: quando si tratta di sopravvivere tramite il camuffamento sono efficientissimi”.

In queste settimane il garante M5s è in giro per il suo tour come comico e ha evitato di esporsi direttamente sulle trattative portate avanti dai 5 stelle. Oggi, poco dopo l’annuncio di Di Maio che chiede il ritorno al voto, ha deciso di esporsi nuovamente spiegando, dal suo punto di vista, la necessità di cercare un’intesa, almeno tentare, con le altre forze politiche: “E’ una cosa che dobbiamo al Paese, il tentativo di incontrarci su dei temi con questi personaggi, escludendo quelli assolutamente impossibili. Il Pd e l’accozzaglia che attende il cedimento strutturale del suo garante, Berlusconi, credono davvero che vogliamo allearci con loro? Oppure sono i media, ed è la gente a crederlo? Ma non è quello che pensiamo noi, confondere un accordo su dei temi con un’alleanza è come confondere un contratto d’affetto con l’amicizia“. Ma ha aggiunto: “Non sta certo a noi far dimenticare agli italiani quello che è stato fatto al paese negli ultimi 25 anni, non troveranno mai nel nostro entusiasmo il pretesto per continuare a nausearci. La democrazia non è un fenomeno che dura il tempo di una tornata elettorale: loro sperano che la gente lo dimentichi, noi non lo faremo”. Quindi per Grillo siamo di fronte a uno “stallo apparente”: “Il 4 marzo un terzo degli elettori ha visto nel Movimento la speranza concreta che il Paese potesse cambiare; il ribaltamento delle proporzioni nel centrodestra e la nanizzazione del Pd sono stati gli altri due segnali inequivocabili. Stiamo vivendo uno stallo soltanto apparente, è soltanto il lavorio dei vecchi partiti che tentano di rigenerarsi sfruttando l’onda provocata dalla nostra energia, la stessa che li ha suonati come campane. Questa è la logica evolutiva dei parassiti: utilizzare l’entusiasmo del nuovo per far sopravvivere il vecchio”.

Ma la colpa per Grillo è ancora degli altri partiti: “Come prendere una batosta storica e continuare a fare le maestrine sfruttando l’energia di chi ti ha appena sconfitto”, si legge ancora. “Tempo di elezioni, il 4 marzo si stava avvicinando e ci vedevano arrivare, terrorizzati per la tenuta del loro scenario di cartapesta minacciato dall’arrivo del primo soffio di vento del cambiamento. La finta sinistra e la finta destra, unite dall’istinto di sopravvivenza, hanno piazzato una legge elettorale che funziona come un colpo di stato alla rovescia: soffocare la democrazia con la democrazia. Lo hanno fatto pochi istanti prima di andare a nascondersi”.

Per Grillo gli altri partiti sono parassiti di lusso: “C’è chi potrebbe immaginare che i nostri parassiti di lusso stiano cercando di essere resuscitati proprio dalla nostra energia”, continua. “Ma non potrà mai essere così: perché si tratta di gente che vive di pura ambizione, qualcosa che spinge a fare la scalata senza sapere perché, a voler diventare un pezzo grosso senza un’idea di quello che si vorrà fare davvero una volta raggiunto l’obiettivo. Ma non avendo null’altro che l’ambizione dipingono gli altri per come sentono se stessi: per questa ragione vengono accecati da paure come quella di Salvini, oppure una costruzione paranoidea della realtà come nel caso di Berlusconi. Parla di tradimenti, complotti e altre smanie della malafede, come un eroe tragico shakespeariano. Lui è responsabile delle cose soltanto quando vanno bene, questo è il suo spietato concetto di affidabilità istituzionale verso tutti. Intanto, più raffinato, il Pd ha la persona giusta per dire quella cosa in quel dato momento…loro non cambiano idea, ma cambiano la persona che dirà l’idea. Una forma di selezione naturale agita da e sui portatori di idee”.

L'articolo Grillo: “Entusiasmo di Di Maio propagandato come bramosia potere e la sinistra frou frou si sente superiore. Pd e FI? Parassiti” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Fub80P
via IFTTT

M5s, la mia posizione (controcorrente) sull’alleanza con Lega e Pd

In queste settimane il M5s ha dimostrato una grande maturità politica. A differenza dello tsunami di illazioni e offese che ci è giunto in questi anni dai mass media che ci descrivevano come inadeguati e immaturi. Una legge elettorale votata da tutte le forze politiche (escluso noi), ci ha “costretto” a tentare di trovare un accordo con coloro che sono la ragione per cui siamo nati. Con competenza, impegno e umiltà, pur di fare il benessere degli italiani, abbiamo superato questo ancestrale disagio e manifestato la volontà a stipulare un contratto con chi tenesse a cuore il bene comune.

Ci abbiamo provato con la Lega, chiedendo di tener fuori il vetusto pregiudicato Silvio Berlusconi, ma evidentemente Matteo Salvini, nonostante l’ennesima infamante condanna a Marcello Dell’Utri, preferisce (o vi è costretto) restare legato con l’ex-cavaliere. Ora, dopo giorni di dichiarazioni a cui non seguivano fatti, stiamo dialogando con il Partito Democratico.

In tanti mi hanno scritto o fermato per strada chiedendo la mia posizione. Sarà demodée e magari errata, ma eccola: reputo entrambe queste forze politiche distanti per incoerenza e programma dalla mia visione del mondo e credo anche di quella di buona parte degli attivisti, simpatizzanti ed elettori del M5s. Se erro mi correggerete. Del resto sono un portavoce. Io sono favorevole a puntare a trovare un dialogo e a stipulare un contratto per il bene dell’Italia che è superiore a ogni logica di bottega, ma con certi politici di professione anche un contratto temo sarebbe come mescolare un buon whisky d’annata con mezzo litro d’acqua.

Paradossalmente, sull’ennesima aggressione alla Siria da parte di Francia e Usa ho apprezzato di più la posizione della Lega rispetto a quella del Pd espressione di un atlantismo succube e sempre obbediente. Ma la Lega, che da più di 20 anni è legata a Berlusconi, è credibile come la laurea conseguita a Tirana da “Il trota”, figlio di quel senatur che ho visto ancora aggirarsi tra gli scranni di Palazzo Madama. La Lega è un partito che ha edificato il proprio consenso iniettando nelle vene degli italiani paure e non consapevolezza, come fatto da noi sin dalla nascita.

Da oramai due mesi stiamo proponendo in maniera responsabile un accordo sui temi e i tempi. Ci abbiamo tentato, forse anche troppo, conoscendo coloro a cui ci siamo rivolti. Auspico davvero che per il bene di tutti/e noi che si possa trovare ancora una sintesi positiva, ma, e questa è la mia personalissima posizione, dico che il tempo è scaduto. I partiti hanno palesato la loro vera natura, il centrodestra non è riuscito a depurarsi dal berlusconismo e il Pd dal renzismo.

Ma sul serio si può ipotizzare di elemosinare voti da un soggetto che voleva eliminare il Senato e poi si è fatto eleggere senatore? Uno che ha architettato un fallimentare e, secondo me, antidemocratico referendum costituzionale ? Matteo Renzi è il serial killer di ciò che restava della sinistra: da tempo affermo che il suo obiettivo è distruggere definitivamente il Pd e creare un suo partito stile quello di Macron, ma anche questo egoistico progetto è destinato a fallire.

Davvero per il M5s è immaginabile o ipotizzabile un nostro governo, un governo riformista con Matteo Renzi o Maria Elena Boschi come ministro? E se ci venisse imposto Gennaro Migliore come sottosegretario? E su la Tav? Gli F35? Il ponte sullo stretto? Le trivelle in mare? Gli inceneritori? La buona scuola? Il Jobs Act? La riforma del sistema bancario? È possibile davvero una sintesi di cambiamento? A mio avviso si andrebbe al voto in uno, due anni con Pd e Lega rinforzati e noi con le gambe rotte.

Non possiamo tradire coloro che, dopo anni, hanno intravisto nel M5s l’unica alternativa all’astensione dinanzi a una classe politica al servizio dei potentati economici finanziari e non dei cittadini.

Come affermo da diversi giorni, ora che abbiamo i numeri eliminiamo alla Camera i vitalizi e torniamo il prima possibile alle elezioni. Ora che abbiamo i numeri eliminiamo alla Camera i vitalizi e torniamo il prima possibile alle elezioni. Auspicabilmente con una legge elettorale migliore. Spieghiamo bene agli italiani che ci abbiamo provato a stipulare un contratto serio che non tenesse in considerazione le poltrone ma i temi, purtroppo i partiti non l’hanno voluto firmare. Il Paese necessita di mutamenti strutturali e non cosmetici, sono sicuro ne usciremmo con un mandato di straordinaria fiducia. Viviamo il tempo della società liquida come indicato dal grande sociologo Zygmunt Bauman, anche l’elettorato è liquido e, se perseveriamo, rischiamo davvero di depauperare considerevolmente la fiducia che ci è stata data. Rischiamo di passare come coloro che anelano potere e non una svolta democratica.

I colleghi che ho conosciuto in questi mesi sono davvero persone di grande qualità umana e tutti desideriamo donarci per garantire un nuovo inizio all’Italia. Non possiamo bruciare la nostra coerenza e credibilità e quello che abbiamo piantato in più di 10 anni di lotte, speranze e sacrifici fatti da migliaia di attivisti. Questi partiti sono espressione di un’idea di società che sta deflagrando perché in essa, al centro è situata il dio denaro e non l’uomo. La nostra deve essere prima di tutto una rivoluzione culturale e poi politica. I tanti che ci hanno votato, in noi vedono questo mutamento culturale. Noi siamo l’alternativa. Noi siamo oltre. A riveder le stelle.

L'articolo M5s, la mia posizione (controcorrente) sull’alleanza con Lega e Pd proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2KpSL0E
via IFTTT

Elezioni Friuli Venezia Giulia, la lezione dell’oste per M5s

“Alex, io ero convinto. Li ho votati e sostenuti ma Giggino si sta dimostrando uguale agli altri. Vuole solo la poltrona. Ma te pare che oggi vanno con la Lega e domani con il Pd. Allora so come le mignotte!”. Preparatevi: dopo il crollo del M5s in Friuli Venezia Giulia i commentatori della politica saranno pronti a fare analisi e contro-analisi. Tireranno in ballo l’economia, la Legge elettorale, parleranno con il solito dizionario colmo di “ismi”, proveranno a far passare Salvini come un vero leader stratega, uno statista, l’unico che ha davvero vinto.

Io vi affido l’analisi di Nando, l’oste che incontro ogni venerdì sera a Roma, in una trattoria della prima periferia della capitale. Uno dei tanti. Uno dei tanti che non ha alcuna tessera in tasca perché il Movimento 5 stelle ha raccolto proprio chi è allergico a qualsiasi rituale e cerimonia da partito. Sono loro, non tanto gli iscritti, che possono spostare da un momento all’altro il trionfo dei 5 Stelle. Sono quelli come il mio amico oste che dovrebbero fare da termometro ai vertici del Movimento che ormai non rispondono più nemmeno ad un sms inviato da un sostenitore.

Nando era uno di quelli convinti fino alla scorsa settimana. Durante la campagna elettorale, ogni venerdì avevamo appuntamento fisso. Io pizza Margherita e birretta, lui trenta minuti per fare il punto della situazione. Poi sono arrivate le elezioni, la vittoria. Nando era felicissimo. La settimana dopo ce l’aveva con la Legge elettorale, con quei “maledetti” che l’hanno fatta così per “metterlo… ai Cinquestelle”. Sette giorni dopo i primi sentimenti di delusione: “Andiamo al voto, al voto. Giggino solo questo ora deve volere”. Venerdì scorso l’amarezza dettate dalle parole che ho scritto nell’incipit di questo post.

Il risultato elettorale del Friuli Venezia Giulia è la fotografia netta dei tanti Nando. Il Movimento magari sta facendo tutto il possibile per trovare una soluzione che permetta un cambiamento. Può essere. Il linguaggio parlamentare è più complesso di quello che vede Nando dalla sua osteria ma la narrazione fatta nelle ultime settimane dai Cinquestelle non piace. La storia del “contratto” non ha convinto: ha a che fare con un linguaggio sindacalese, lontano dalla gente. Nemmeno l’iconografia di Fico che va al Quirinale a piedi attorniato da uomini delle forze dell’ordine non è piaciuta. Il popolo dei Cinquestelle quando pensa al Movimento ha in testa la foto di Sandro Pertini che cammina tra la gente. Altri tempi, certo, ma questo è quello che la gente sogna ancora e quello per il quale ha votato: la speranza, il sogno.

Oggi (30 aprile) Giggino dalla sua pagina Facebook, dopo i dati del Friuli, sembra aver cambiato atteggiamento: “Tutti parlano di inserire un ballottaggio nella legge elettorale, ma il ballottaggio sono le prossime elezioni. Quindi dico a Salvini, adesso chiediamo insieme di andare a votare, e facciamolo finalmente questo secondo turno a giugno. Visto che i partiti hanno paura del cambiamento. Allora facciamo scegliere ai cittadini tra rivoluzione e restaurazione”.
Un cambio repentino. Uno scatto come quello di certi corridori che si vedono sorpassare dall’avversario a pochi metri dalla linea del traguardo.
Chissà che ne penserà Nando.

L'articolo Elezioni Friuli Venezia Giulia, la lezione dell’oste per M5s proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HG9Kdg
via IFTTT

Governo. Di Maio: “Dico a Salvini, chiediamo il voto a giugno. Cittadini scelgano tra rivoluzione e restaurazione”

“Dico a Salvini andiamo a chiedere il voto a giugno”. Luigi Di Maio non aspetta nemmeno la direzione Pd e dopo aver incassato la chiusura di Matteo Renzi ieri sera con un “la pagheranno”, oggi interviene con un video su Facebook in cui invoca le elezioni anticipate. “A questo punto non c’è altra soluzione”, dice, “bisogna tornare al voto il prima possibile, poi ovviamente deciderà il presidente Mattarella. Tutti parlano di inserire un ballottaggio nel sistema elettorale ma il ballottaggio sono le prossime elezioni quindi io oggi dico a Salvini: andiamo insieme a chiedere di andare a votare e facciamo questo secondo turno a giugno. Facciamo scegliere i cittadini tra rivoluzione e restaurazione”.

Di Maio ha rivendicato i 50 giorni e passa di mediazioni con gli altri partiti, che ora accusa di voler fare solo i propri interessi. “Il M5s”, ha detto, “in modo serio si è impegnato totalmente per rispettare il voto dei cittadini. Visto che abbiamo ottenuto un risultato straordinario, ma non abbiamo ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi non ho mai pensato che sarebbe stato facile ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato impossibile: è vergognosa la maniera in cui tutti i partiti stanno pensando tutti al proprio orticello e alle poltrone“.

L'articolo Governo. Di Maio: “Dico a Salvini, chiediamo il voto a giugno. Cittadini scelgano tra rivoluzione e restaurazione” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2KnGFW5
via IFTTT

Governo, Tajani: “Esecutivo populista spaventa Macron e Merkel. Germania sa che con Berlusconi c’è credibilità”

Macron e Merkel aspettano di vedere cosa succede in Italia. Se ci sarà un governo populista si spaventeranno. Credo che la Merkel abbia capito quanto Berlusconi possa essere utile con Forza Italia per la stabilità del Paese e per la credibilità dell’Italia sul palcoscenico europeo”. Sono le parole del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ospite di Giovanni Minoli nel suo Faccia a Faccia (La7). Il politico di Forza Italia assicura: “Credo che Salvini sia una persona leale e corretta e rispetterà gli impegni presi con gli elettori del centrodestra, non farà un governo Lega-M5S. Di Maio dice che le tv e i giornali di Berlusconi stanno attaccando Salvini? E’ un modo per solleticare il leader della Lega a rompere con Berlusconi”. Infine, Tajani osserva: “Perché i fondi europei non sono il volano per il Sud? Perché non sa utilizzarli e mancano i co-finanziamenti. Ecco perché io ho proposto un fondo per il Sud raccogliendo 20 miliardi di euro che possono avere un effetto leva per 200 miliardi di euro, che significa 5000 posti di lavoro”

L'articolo Governo, Tajani: “Esecutivo populista spaventa Macron e Merkel. Germania sa che con Berlusconi c’è credibilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Fw5wU0
via IFTTT

domenica 29 aprile 2018

Pd, Fedeli: “Su scuola non ci sono margini intesa con il M5s. Sciopero docenti universitari? Fanno solo danno agli studenti”

M5s? Se rimane con queste opinioni di merito su quanto fatto dai governi Renzi e Gentiloni nella scuola, ovviamente non ci sono i margini per una intesa tra Pd e 5 Stelle“. Così a Omnibus (La7) il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, commenta le posizioni critiche del M5S sulla Buona Scuola e sull’operato dei governi Pd. E aggiunge: “Ci sono sicuramente delle cose che si possono implementare e migliorare, ma, se si parte così, allora il M5S non intende fare col Pd un accordo o un contratto, come lo chiamano loro. Non possono dire che abbiamo sbagliato tutto, né possono cancellare tutto”. Il ministro si pronuncia anche sull’annunciato sciopero dei 7mila docenti e ricercatori universitari, in concomitanza con il primo appello estivo e autorizzato dalla Commissione di Garanzia, con la richiesta di più fondi, sblocco degli stipendi e nuove assunzioni: “La questione degli scatti è stata da noi già sbloccata e i docenti universitari lo sanno. Abbiamo dato anche una tantum sul 2018 e sul 2019. Certo, non è tutto ciò che loro desiderano, ma per me è sufficente tutto questo perché si fermino. Lo sciopero è una scelta libera e prevista dalla Costituzione, quindi non fatemi dire una cosa impropria. La mia perplessità consiste nel fatto che annunciano uno sciopero per la seconda volta, continuano a farlo e fanno un danno agli studenti. Io credo che questo non vada bene”.

L'articolo Pd, Fedeli: “Su scuola non ci sono margini intesa con il M5s. Sciopero docenti universitari? Fanno solo danno agli studenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HBzjQQ
via IFTTT

Governo, Boccia: “Sì a esecutivo Pd-M5s, ma Di Maio non imponga la premiership. Renzi? Ci aiuti nell’accordo”

Renzi di nuovo alla guida del Pd? Se tornasse per gestire unitariamente una fase così storica come quella di un accordo tra Pd e M5S, aiutando il partito a una nuova fase congressuale, avrebbe anche senso. Tutto il resto sarebbe un tentativo maldestro di terremotare il partito. E credo che Renzi sia il primo a non volerlo”. Sono le parole del deputato Pd, Francesco Boccia, ospite di Faccia a Faccia, su La7. E aggiunge: “Spero che Matteo torni ad aiutare questa comunità politica che gli ha dato tanto e che gli ha consentito di diventare segretario. Renzi è stato messo nelle condizioni di scalare il partito, perché il Pd è contendibile e deve restare tale. Cosa mi aspetto che dica stasera da Fabio Fazio? Che voglia aiutare il Pd a uscire dalle sabbie mobili. Come definisco questo nuovo modo di fare politica? Usa e getta. E non mi piace affatto”. Boccia, che ribadisce di essere assolutamente a favore di un governo Pd-M5s, puntualizza: “Di Maio non deve porre come precondizione la sua premiership altrimenti non si va molto lontano. Bisogna partire dai temi, come ha sempre detto lui, e noi stiamo lavorando dentro il Pd per convincere tutto il partito a ripartire dai temi che riguardano soprattutto grandi misure di contrasto alla povertà fino ad arrivare ai giovani” – continua – “Hanno bisogno di sentirsi lo Stato accanto. E lo Stato oggi non c’è. O si riparte da lì oppure dimostriamo a tutti di non aver capito i segnali che sono arrivati da questa campagna elettorale. Penso che Pd e 5 Stelle abbiano più punti in comune di quanti possano averne 5 stelle e Lega o Pd e Lega che hanno una distanza siderale”. E aggiunge: “Il forno M5S-Lega non ci è piaciuto per nulla. Tendo a fidarmi delle parole dei leader, soprattutto se rappresentano una comunità politica importante. Di Maio ha detto che il forno con Salvini è chiuso, voglio credergli. Sarebbe grave se fosse il contrario”

L'articolo Governo, Boccia: “Sì a esecutivo Pd-M5s, ma Di Maio non imponga la premiership. Renzi? Ci aiuti nell’accordo” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2r7rFDp
via IFTTT

Governo, Gozi (Pd): “Dialogo con M5s? Impossibile. Antiberlusconismo ha fatto male al Paese e alla sinistra”

“Dialogo tra Pd e M5s? Sono contrario soprattutto sulla scelta di fondo, perché io non ritengo possibile un accordo di governo solido, affidabile per l’Italia, con i 5 Stelle. Usciamo dai tatticismi e dalle buone maniere, che non servono a nulla in questa fase politica”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Radio Radicale dal sottosegretario Pd Sandro Gozi. “Si decide di avviare un dialogo se c’è la forte volontà di trovare un accordo” – spiega – “Io non ho questa forte volontà di trovare un accordo col M5s, perché mi sembra che la natura del Pd e dei 5 Stelle, gli obiettivi, il funzionamento interno, i valori, siano troppo distanti per fare un governo. Non c’è nulla di democratico nel modo in cui il M5S funziona. E già questo mi sembra un ostacolo enorme per pensare di costruire un governo con un movimento che sarebbe inaffidabile e il cui vero leader politico non è Luigi Di Maio. Bisognerebbe negoziare con Beppe Grillo e Davide Casaleggio, anche loro inaffidabili su molti temi di fondo. Penso alle posizioni sull’euro”. E aggiunge: “Questa contrapposizione ventennale tra berlusconiani e antiberlusconiani alla fine ha fatto molto male al Paese e al buon funzionamento delle istituzioni, impedendo anche vere riforme della giustizia. Noi abbiamo fatto alcuni passi avanti coi governi Renzi e Gentiloni, ma questo non basta assolutamente a riformare la giustizia. Questa contrapposizione ha dato anche vita ad antiberlusconiani di professione, che oggi diventano “anti-qualcos’altro”. Certamente” – continua – “questo tratto della sinistra girotondina non ha portato lontano e non ha fatto bene alla sinistra. E dall’inizio del governo Renzi abbiamo lavorato su questo punto nuovo di rottura, cioè superare questa contrapposizione tra berlusconiani e antiberlusconiani. Anche per questo atteggiamento non vedo l’affidabilità necessaria per costruire un governo col M5S, perché nascerebbe zoppo e cadrebbe alla prima crisi europea o internazionale o interna. Come gestiremmo una crisi? Consultando la piattaforma Rousseau?”. Gozi poi sottolinea: “La vera assunzione di responsabilità sarebbe questa: guardarsi in faccia col M5S e capire che non ci sono le condizioni minime di condivisione di valori e di obiettivi. Il dialogo non si avvia così, tanto per verificare, ma per costruire un governo. Col M5S già ci conosciamo abbastanza. Il M5s non è sceso dalla luna, governa Roma e Torino, è stato in Parlamento la scorsa legislatura, cioè non abbiamo bisogno di scoprire qualcosa. Quindi, quali carte dovremmo vedere? Le conosciamo già. Ritorno alle urne? Non credo che sarebbe un dramma, né andrebbe additato come minaccia. Però” – chiosa – “io credo che il famigerato forno tra Di Maio e Salvini si potrebbe riaprire dopo le elezioni in Friuli Venezia Giulia. C’è una nascosta volontà di accordo tra M5S e Lega, del resto le loro basi elettorali sono molto simili”

L'articolo Governo, Gozi (Pd): “Dialogo con M5s? Impossibile. Antiberlusconismo ha fatto male al Paese e alla sinistra” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2I1wMPp
via IFTTT

sabato 28 aprile 2018

Governo, il segretario Pd Martina: “Se via libera della direzione a dialogo con M5s, poi giusto consultare la nostra base”

Una consultazione della base e non solo degli iscritti democratici per chiedere se sono d’accordo o meno con un governo tra Pd e Movimento 5 stelle. “Se la direzione democratica del 3 maggio darà il via libera al confronto con i 5 stelle”, ha detto il segretario reggente Maurizio Martina, “penso sia giusto che l’eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazione”. E’ un passo in avanti significativo quello del leader dem, che dopo le aperture della scorsa settimana, si prepara alla resa dei conti in direzione. Non è un caso che parli di “consultazione della base” e non solo degli iscritti, mentre gli ultimi sondaggi Swg-Ipsos fotografano un 40 per cento di elettori del Partito democratico che sarebbero favorevoli all’intesa con i 5 stelle. Una scelta di farsi legittimare dagli elettori che è parallela a quella dei 5 stelle che, hanno assicurato, chiederanno la ratifica degli iscritti alla piattaforma Rousseau.

In generale le parole di Martina sono molto importanti perché arrivano non solo alla vigilia della direzione che dovrà stabilire la linea del partito, ma soprattutto a poco più di 24 ore dall’intervista di Matteo Renzi a “Che tempo che fa”. L’ex segretario dem infatti, se da giorni ha scelto di non esporsi pubblicamente, al tempo stesso continua a controllare molte della anime interne al partito. Tanto che molto dipenderà da cosa deciderà di dichiarare domenica 29 su Rai1 e su come dirà di comportarsi ai suoi. I retroscena dei quotidiani continuano a parlare di una chiusura verso i 5 stelle, ma resta anche l’ipotesi che Renzi apre al confronto mettendo però paletti talmente alti da far fallire il dialogo. Martina, in passato fedelissimo dello stesso ex segretario, è ora uno dei fautori dell’apertura ai 5 stelle. Nel corso dell’intervista ha anche parlato di Renzi, con cui i rapporti ora sono per forza di cose più tesi, e ha detto che auspica una sua partecipazione al dibattito. “Ho rispettato la scelta di Matteo Renzi di dimettersi”, ha dichiarato, “l’ho trovata sofferta ma anche molto limpida e molto chiara e ora non lo tiro per la giacca. Credo che ci sia bisogno del suo punto di vista, del suo protagonismo e della sua forza. Ci mancherebbe che noi ci privassimo di un’opinione come la sua. La discussione tra noi è legittima perché so bene che questo è un passaggio molto difficile ma non siamo tifoserie, non siamo gli uni contro gli altri e stiamo cercando di capire qual è la strada migliore”.

Per riuscire ad arrivare a una discussione produttiva in direzione, le varie parti stanno cercando di limare le posizioni. Il segretario reggente ad esempio, ci ha tenuto a ribadire che la direzione dovrà esprimersi solamente sull’avvio del dialogo: “Il 3 maggio”, ha specificato nel corso dell’intervista su SkyTg24, “non dovremo decidere se fare o non fare un governo con M5s, ma se iniziare un confronto, entrare nel merito delle questioni, capire se ci possono essere punti d’intesa. Siamo forze molto diverse e la strada è in salita. Ma i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese. Credo che arrivati a questo punto sia giusto capire se esiste la possibilità di un confronto”.

Per il segretario reggente Pd è necessario evitare sia l’alleanza M5s-Lega che il ritorno al voto. “Io sono molto preoccupato”, ha detto, “sia di un governo con Salvini come socio di riferimento che di una precipitazione al voto anticipato nei prossimi mesi. L’Italia non può permettersi questi scenari. Io difenderò sempre il lavoro fatto dai governi Pd di questi anni che hanno portato l’Italia fuori da una grande crisi. Ci sono tante cose da fare ancora. Ora il tema è quello di sfidare i 5 stelle sui nostri temi e capire se esiste la possibilità di un’agenda condivisa di impegni per l’Italia su alcune priorità essenziali”.

L'articolo Governo, il segretario Pd Martina: “Se via libera della direzione a dialogo con M5s, poi giusto consultare la nostra base” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2JDtEGK
via IFTTT

Governo, Marcucci (Pd): “Dialogo con M5s? Solo se si parte dai 100 punti del nostro programma”

“Accordo coi 5 Stelle? Innanzitutto, loro devono parlare solo con noi se vogliono dialogare su un progetto riformista. In secondo luogo, abbiamo consegnato virtualmente al presidente Fico i 100 punti del nostro programma. È bene che il M5s capisca che, se vuole parlare con noi, da quel programma si deve partire”. Sono le “condizioni” espresse da Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, nel corso della trasmissione Omnibus (La7). E rimprovera l’ottimismo manifestato dai politici del M5s: “Le dichiarazioni di Di Maio e di Fico, che semplificano questo quadro, sono sbagliate e fuorvianti. C’è la questione delle riforme costituzionali: abbiamo fatto e perso un referendum e il M5s è stato il protagonista che ha avversato queste riforme. In queste ore sta emergendo da parte di 5 Stelle una idea di Paese molto distante dalla nostra. Non vogliamo non impedire un dialogo e vogliamo seguire le indicazioni di Mattarella, tant’è che faremo una direzione del partito il 3 maggio, visto che noi siamo democratici. Il M5s non lo è”. E rincara: “Il M5s dice che vuole fare un accordo, ma poi impone come presidente del Consiglio Luigi Di Maio. Non so se Di Maio o la senatrice Taverna o chiunque altro del M5s per le loro esperienze professionali farebbe meglio il presidente del Consiglio. Non so proprio valutare. Ma anche questo non mi sembra rassicurante sulle volontà reali di un confronto per fare una qualsiasi forma di accordo. i 5 stelle lo chiamano “contratto”: è un modo per nascondersi dietro le parole ed è un’altra cosa che mi dà fastidio”. Poi chiosa: “Dal M5S per ora ci sono solo discorsi e battute. Non è il modo di fare politica. Il M5s non si sta dimostrando serio. Noi del Pd siamo lontanissimi da loro nei modi, nelle forme, nelle aspirazioni, nelle idee, nei programmi. Per un dialogo con loro devono arrivare dei segnali molto forti di ripensamento. E allora forse questo percorso di confronto lo potremo anche iniziare”

L'articolo Governo, Marcucci (Pd): “Dialogo con M5s? Solo se si parte dai 100 punti del nostro programma” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HzP3E8
via IFTTT

M5s-Pd? I grillini cercano solo un capro espiatorio. Ecco perché Renzi torna in scena

Peccato non avere un Francisco Goya che possa pennellare un 3 maggio 2018 per la prossima Direzione del Pd. Sarebbe interessante sapere chi dipingerebbe fra i fucilati e chi fra i fucilatori. Nell’assise dell’unico grande partito politico italiano che ancora decide attraverso i suoi organismi interni, il dibattito sarà su: andare o no al tavolo con il M5S (anzi P5S)? That is the question, direbbe Shakespeare. E’ veramente difficile fare una previsione su quanto sarà lì deciso, ora che il presidente della Camera Roberto Fico ha svolto il suo incarico esplorativo e ha sondato le acque del Pd, come era stato previsto dal blog lo scorso 20 aprile.

Sulla carta, e negli hashtag di Twitter (fate una ricerca con #senzadime, #MaiConM5S, #RenziTorna e #consultazioni per avere un’idea di cosa twittano diversi esponenti nazionali del Pd), nella Direzione c’è una larga maggioranza non favorevole nemmeno all’andare a discutere con i Cinquestelle di “Giggino la Frottola”.

Le motivazioni sono note e, per chi scrive, di buon senso: al di là delle calunnie e diffamazioni ricevute negli ultimi 5 anni dai dipendenti della Casaleggio e associati, come si può fare un accordo di governo con chi cambia posizione politica più volte al giorno? Con chi, durante la campagna elettorale, ha promesso anzitutto “nessuna alleanza con nessuno” e il giorno dopo le elezioni è passato ad “alleanze con chiunque, basta che respiri” e “Pd e Lega pari sono”?

Come si fa a sedersi al tavolo con chi ha definito i 5 anni di riforme del Pd come “disastrose” e accusa il Pd di aver affamato gli italiani (che intanto secondo Federalberghi in questi giorni se ne vanno in vacanza sfruttando i ponti di fine aprile: 8 milioni di italiani villeggianti per il 25 aprile, oltre 7 per il 1° maggio, con un bel +6% rispetto al 2017, e +8,8% rispetto al 2016; non male per un popolo “ridotto alla fame”, il 64% dei quali porterà con sé il proprio smartphone, a fronte del 55% dei francesi, con la percentuale di chi lo ha comprato in contanti e non a rate arrivata al 73%).

Molti, nel Pd, pensano che il P5S non cerchi un alleato di governo, bensì un capro espiatorio. Un partito con cui allearsi che, come già detto il 20 aprile, si opponga a tutto ciò che c’è di irrealizzabile per le casse dello Stato nel programma dei Cinquestelle. Uno sparring-partner, più che un partner di governo, da additare al pubblico ludibrio come “chi non ci ha consentito di mantenere le nostre promesse”.

Tuttavia, i numeri del Senato sono stretti nel caso di un governo P5S-PD. Non sarebbe un solo senatore di maggioranza (un tal Matteo Renzi, da Scandicci) come qualcuno ha giocosamente detto, perché entrerebbero nella maggioranza anche i 9 senatori della Svp e del Patto per le Autonomie (fra cui Napolitano), i 3 di LeU, i 2 del Psi, altri “istituzionali” del gruppo Misto (Casini? Bonino? Quasi certamente non Monti), più qualche senatore a vita, in modo da dare una maggior solidità a questa opzione tentata dal Quirinale. Parliamo comunque di una quindicina di senatori di maggioranza, quando il Prodi II ne ebbe 10, e sappiamo tutti quanto durò e come finì.

Ma proprio questi numeri così risicati al Senato consentono a Matteo Renzi di uscire dal suo lutto per i risultati delle scorse elezioni, e di giocarsi la partita in prima persona. La novità del ritorno di Lassie-Renzi potrebbe portare a una svolta inaspettata. Conoscendo un pochino l’uomo, penso che tenterà intanto di evitare la spaccatura della Direzione e proporrà ai suoi di andare al tavolo con Di Maio e soci, ponendo forse solo la pre-condizione della trasmissione in streaming dell’incontro. Questo eviterebbe una conta fratricida fra le varie fazioni del Pd, e accontenterebbe tutti (tranne quelli come Montanari ed Emiliano, probabilmente, che fedeli al loro riflesso di Pavlov, comincerebbero ad accusare Renzi di poltronismo).

Poi, se si arriverà a questo confronto trasmesso in diretta (che sarà sicuramente seguitissimo da tutti quegli italiani in crisi d’astienza di faccia a faccia televisivi) lì chi avrà filo da tessere, tesserà, e lo farà di fronte alle telecamere.

Non penso che alla fine sarà possibile trovare un accordo di governo fra due partiti che sono chiaramente antitetici fra loro, con programmi spesso opposti in modo diametrale (utile a questo proposito lo studio del Sole24ore che ha calcolato la compatibilità dei programmi fra P5S e Lega pari a 4,6 su 10, e quella fra P5S e Pd pari all’1,7 su 10), e con classi dirigenti che, per usare un eufemismo, non si stimano. Però è comunque una mossa che intanto impone a Renzi di tornare in pubblico, e in questo, bisogna dire, Di Maio ha già ottenuto un punto. A suo sfavore.

L'articolo M5s-Pd? I grillini cercano solo un capro espiatorio. Ecco perché Renzi torna in scena proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2r6oUCr
via IFTTT

Governo, De Luca: “Sì a dialogo Pd-M5s, ma no a leader politici premier. I 5 Stelle ammettano nostra onorabilità”

Governo Pd-M5s? Non ho la sensazione che stiamo alla vigilia di un matrimonio di questo tipo, ma sono favorevole a un dialogo Pd-M5s. Credo che non ci debbano essere posizioni di chiusura pregiudiziale, ma non possiamo prendere in giro gli italiani. Ci vuole una operazione verità”. Sono le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv. “Ci deve essere un presupposto per questo dialogo” – spiega – “e cioè che il M5S accetti in maniera esplicita l’idea che ci sia una piena dignità e onorabilità di tutte le forze politiche. Altrimenti, per quello che mi riguarda, non si parla neanche. Abbiamo alle spalle anni e anni di offese, aggressioni verbali, banalizzazioni dei problemi. Anni e anni in cui il M5S ha presentato gli altri interlocutori politici come una banda di ladri, delinquenti, farabutti, assassini. Oggi gli esponenti del M5S hanno deciso di mettersi giacca e cravatta e questo mi fa piacere. Però devono spiegare agli italiani se quelli che prima chiamavano ‘delinquenti, ladri, assassini’ sono effettivamente delinquenti, ladri, assassini”. E aggiunge: “Dopo aver accettato questo presupposto, bisogna lavorare sui programmi. Ci sono scelte programmatiche profondamente diverse tra Pd e M5S e non si possono fare papocchi. Se si apre il dialogo, come mi pare che si sia aperto, il primo punto deve essere l’accettazione della obbligatorietà delle vaccinazioni, perché in questi anni c’è chi ha giocato con la demagogia. Allora, chiedo al M5S? Vaccinazioni sì o no? Sulle grandi infrastrutture che facciamo?” – prosegue – “i 5 Stelle sono d’accordo col gasdotto in Puglia, che porterà energia pulita, o fanno il comitato No Tap – No Pip? E sul piano per il lavoro? Io sono per un progetto che dia lavoro a 200mila disoccupati del Sud. Bisogna fare una operazione verità e lo dico a quelli che hanno votato il M5S non per convinzione o per adesione a un programma che non esiste, ma perché disgustati dal comportamento di tanti pezzi del Pd”. E puntualizza: “Dobbiamo anche ragionare sul candidato presidente del Consiglio. Io sono per accantonare i leader politici e cercare una figura di garanzia che rispetti tutte le forze politiche che danno vita a una coalizione. Sarei anche per mettere una postilla nell’accordo di programma. Innanzitutto, il M5S non parli più di “contratto di governo”. I contratti si fanno nelle operazioni commerciali. Questa è un’altra scienziateria marca 5 Stelle. La smettano con questa demagogia che mi è diventata insopportabile. E la smettano con le camminate a piedi. C’è bisogno proprio di prendere in giro gli italiani in continuazione? Si dovrà consumare questa fase di demagogia e di cialtronate”

L'articolo Governo, De Luca: “Sì a dialogo Pd-M5s, ma no a leader politici premier. I 5 Stelle ammettano nostra onorabilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2KkHmz6
via IFTTT

Sondaggi Swg-Ipsos, 40% degli elettori Pd favorevole all’accordo con M5s. A oltre il 60% dei 5 stelle piace governo con Lega

Gli elettori Pd sono a favore di un governo con il Movimento 5 stelle per il 40,7 per cento, ma preferirebbero un esecutivo del presidente guidato da una personalità esterna ai partiti (75,8%). Mentre il 44 per cento dei sostenitori M5s dà un giudizio positivo all’accordo con i dem, pur preferendo l’accordo con la Lega (73,4%) perché “i due partiti che hanno vinto le elezioni devono governare”. La fotografia dei sondaggi Swg per il Messaggero racconta di una base che, da una parte e dall’altra, non sarebbe completamente ostile all’ipotesi di vedere insieme Pd e 5 stelle, anche se per entrambi rimane la seconda scelta. Se i grillini non sono entusiasti dell’accordo, sicuramente non compare nei sondaggi “la rivolta della base Pd” tante volte evocata dai renziani: nessuna traccia o quasi dei malumori, di cui si portava come prova la diffusione dell’hashtag #senzadime o #senzadinoi su Twitter. La tendenza è stata confermata anche dai sondaggi trasmessi il 27 aprile da La7, con gli elettori Pd favorevoli all’accordo con i 5 stelle al 40 per cento. “Sono gli elettori, non gli iscritti”, ha fatto notare Matteo Renzi secondo il retroscena de la Stampa. Ma difficile che, parlando di consenso, il partito tenga conto solo di chi ha la tessera. A confermare l’umore della cosiddetta base dem sono anche le rilevazioni di Ipsos per il Corriere della Sera: il 39 per cento degli elettori vuole un accordo con il M5s, solo il 10 per cento accetterebbe quello con il centrodestra. Addirittura il 32 per cento non prende posizione, segno che in tanti attendono cosa succederà nelle prossime ore. Come osserva Nando Pagnoncelli però, più radicata è l’ostilità dei 5 stelle contro il Pd: 59 per cento degli elettori M5s vorrebbe l’accordo con la Lega e solo il 16 con il Pd. Se non si trovasse nessuna intesa infine, i 5 stelle auspicano un ritorno al voto per il 59 per cento (con il 25 d’accordo a un governo sostenuto da tutte le forze politiche), mentre i democratici (50%) preferiscono un esecutivo di transizione (e il 42 per cento chiede il ritorno al voto).

Stupisce, come evidenzia Pagnoncelli, che gli italiani si dicano ancora “molto” (40%) o “abbastanza” (28%) interessati delle evoluzioni delle trattative. Prendendo il totale degli intervistati, e non solo i sostenitori dei singoli partiti, si evidenzia che cala di tre punti la percentuale di coloro che vogliono un esecutivo 5 stelle-Lega (32%), ma si conferma l’ipotesi preferita; segue 5 stelle-centrodestra (17%); in coda l’eventualità di un’intesa Pd-M5s (in calo di 5 punti al 13 per cento). Da segnalare che solo il 4 per cento vorrebbe un esecutivo Pd-centrodestra. Uno scenario generale di “grande incertezza”, dove le “preferenze”, continua Pagnoncelli, sono per i partiti che rappresentano una novità (Lega e M5s), anche se fortemente “ridimensionati” nei pronostici degli italiani. Per quanto riguarda invece l’accordo dem-M5s, c’è rischio di perdita di consensi da parte dei grillini, ma rimane l’opzione preferita per gli elettori dem.

Interessante invece, stando alle rilevazioni Swg, notare che il 40 per cento degli elettori 5 stelle si considera di centrosinistra e solo il 20 per cento di centrodestra. Ma nonostante questo ritengono migliore l’ipotesi di governo con la Lega. Pur restando d’accordo, nel 44 per cento dei casi, a un governo con il Pd. I “più contrari a un governo del presidente” sono i leghisti (28,1%) e i pentastellati (36,8%). Mentre, continua sempre Swg, la colpa dello stallo viene attribuita per il 36 per cento degli intervistati a Luigi Di Maio, mentre il 26,6 per cento a Silvio Berlusconi.

Dopo più di 50 giorni dalle elezioni e dopo due mandati esplorativi ai presidenti delle Camere, l’Italia ancora aspetta la formazione di un governo. Due sono gli eventi che potrebbero cambiare i prossimi equilibri: da una parte le elezioni in Friuli Venezia Giulia di domenica 29 aprile, dall’altra la direzione del Partito democratico attesa per il 3 maggio. E, a proposito di quest’ultima, decisive potrebbero essere le parole dell’ex segretario Matteo Renzi che ha scelto di rilasciare dichiarazioni a Che tempo che fa domenica 29. Insomma una situazione di stallo generale che continua da giorni e che solo nell’ultima settimana ha visto un’accelerazione grazie all’apertura del tavolo tra Pd e Movimento 5 stelle. Il presidente della Repubblica, raccontano i retroscena, si è detto molto preoccupato del fatto che alla fine dei conti non si riuscirà a trovare un’intesa. E, non è escluso, sta valutando anche soluzioni alternative che vanno dal ritorno al voto a una prosecuzione dell’esecutivo Gentiloni per fare poche e mirate riforme. Siamo ancora nel campo delle ipotesi e ogni giorni la situazione cambia, in un contesto di totale fluidità.

 

L'articolo Sondaggi Swg-Ipsos, 40% degli elettori Pd favorevole all’accordo con M5s. A oltre il 60% dei 5 stelle piace governo con Lega proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Fp4vNg
via IFTTT

Governo, Orfini (Pd): “Di Maio? È la stessa cosa di Salvini, l’opposto della sinistra. Ed è inaffidabile”

Salvini e Di Maio? Non c’è nessuna sostanziale differenza tra loro due. Sono la stessa cosa, l’opposto della sinistra”. Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, a Otto e Mezzo (La7), nel ripetere il suo niet a un accordo tra il suo partito e i 5 Stelle. E, rispondendo alla conduttrice Lilli Gruber che evidenzia il ritardo con cui è stata fissata la prossima direzione del Pd, Orfini osserva: “Noi abbiamo perso 50 giorni per i balletti di Salvini e Di Maio. Abbiamo delle procedure democratiche. Capisco che ci sia un partito che decide la linea leggendo l’sms di Casalino o di Casaleggio. Vedremo se alla direzione del Pd troveremo una sintesi tra le varie posizioni, molto diverse tra loro, o se faremo una conta. Non era possibile organizzarla prima del 3 maggio perché in direzione abbiamo anche gente normale, che lavora o che studia, hanno bisogno del tempo per potersi organizzare e venire a Roma”. Poi rincara: “Noi affidiamo un ruolo salvifico e palingenetico a questo tavolo tra M5S e Pd, ma non è che non ci conosciamo. Sappiamo quanto vale la parola di Luigi Di Maio. In questi anni col M5S abbiamo fatto accordi politici che dopo saltavano nonostante la parola data, come nel caso delle unioni civili. Nella loro campagna elettorale abbiamo visto l’annuncio della espulsione di impresentabili che ora siedono nel gruppo parlamentare del M5S, nonostante Di Maio avesse garantito il contrario. Ma è normale” – chiosa – “perché il M5S è un partito che ha una idea sua di democrazia interna, non agisce liberamente e non decide autonomamente, ma risponde alla Casaleggio Associati, con cui ha persino firmato un contratto che impedisce al movimento di rispondere alle nostre domande. Il reddito di cittadinanza? Sono contrario, perché per la sinistra il lavoro non è solo lo stipendio che ti arriva a fine mese, ma è quello che costruisce cittadinanza e dignità della persona. E non puoi sostituirlo con un assegno”

L'articolo Governo, Orfini (Pd): “Di Maio? È la stessa cosa di Salvini, l’opposto della sinistra. Ed è inaffidabile” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2jeCHlW
via IFTTT

Governo, Orfini a Travaglio: “No ad accordo Pd-M5s”. “Il proporzionale l’avete voluto voi. Forse preferite Berlusconi”

“Sedersi al tavolo col M5s? Dipende da cosa bisogna discutere. Io non ho alcun problema a parlare coi 5 Stelle da minoranza parlamentare, ma qui noi ci dovremmo sedere per verificare la possibilità di fare un governo insieme. Ed è una ipotesi che non mi convince e alla quale sono assolutamente ostile”. Lo ribadisce a Otto e Mezzo (La7) il presidente del Pd, Matteo Orfini, in un confronto con il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che commenta: “Certamente dire di no a un accordo col M5S è perfettamente legittimo. Ma qual è la proposta del Pd? Quando si vota con un sistema proporzionale, alla fine non esce un vincitore, ma escono tanti partiti che di solito non sono autosufficienti e che provano a mettersi insieme, come è successo in Germania. Non c’è stato verso per un accordo tra M5S e il centrodestra” – continua – “perché i 5 Stelle non vogliono parlare con Berlusconi. Se ora non c’è un’intesa tra Pd e M5S, qual è la vostra soluzione? E’ ovvio che tutti i partiti preferirebbero coalizzarsi con se stessi, visto che si piacciono molto guardandosi allo specchio. Ma il proporzionale l’avete introdotto voi con il Rosatellum. Com’è possibile che poi decidiate di non andare a vedere nemmeno le carte e dialogare con una forza che potrebbe essere la meno distante da voi rispetto a Berlusconi o alla Lega?”. Orfini fa una smorfia contrariata e Travaglio continua: “Può anche darsi che Orfini ritenga, come oggi ha detto Ettore Rosato, che il Pd sia incompatibile col M5S, ma non con Berlusconi. E infatti 5 anni fa non ci furono problemi. Nel giro di una settimana il Pd si mise d’accordo con Berlusconi”. Orfini obietta: “Sta parlando con la persona sbagliata, perché 5 anni fa nella direzione Pd in cui decidemmo le larghe intese fui uno di quelli che non votarono quella scelta, intervenni contro quella decisione e fui contestato dalla direzione del mio partito. In più, c’è una differenza sostanziale rispetto al 2013: vincemmo le elezioni e c’era una legge col premio di maggioranza”

L'articolo Governo, Orfini a Travaglio: “No ad accordo Pd-M5s”. “Il proporzionale l’avete voluto voi. Forse preferite Berlusconi” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2jbkFBk
via IFTTT

venerdì 27 aprile 2018

Governo, Laura Ravetto (Forza Italia): “Di Maio fallirà, la sua è una mossa fatta per uccidere il Pd”

La deputata di Forza Italia Laura Ravetto a L’aria che tira (la7) offre il suo punto di vista dopo la conclusione del mandato esplorativo di Roberto Fico, nel dibattito con Emanuele Fiano (PD)

L'articolo Governo, Laura Ravetto (Forza Italia): “Di Maio fallirà, la sua è una mossa fatta per uccidere il Pd” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Kl49uL
via IFTTT

Governo, Salvini: “Non tradisco Berlusconi”. Poi attacca l’alleanza Pd-M5s: “Nessuna credibilità”

“I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in Friuli Venezia Giulia per il tour elettorale in vista delle Regionali di domenica.

L'articolo Governo, Salvini: “Non tradisco Berlusconi”. Poi attacca l’alleanza Pd-M5s: “Nessuna credibilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2r1UhNy
via IFTTT

Governo, Bonafè (Pd): “Il Pd e il M5s sono forze alternative non si dimenticano 5 anni di insulti”

Simona Bonafè (Pd) commenta a Omnibus (La7) la situazione politica attuale “della quale – spiega – il Pd non ha nessuna particolare responsabilità. Dopo 53 giorni di giochini di potere e di veti parlare oggi di punti di contatto tra Pd e M5s è difficile. I punti programmatici sono molto diversi. La base Pd non capirebbe”

L'articolo Governo, Bonafè (Pd): “Il Pd e il M5s sono forze alternative non si dimenticano 5 anni di insulti” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Jvjis9
via IFTTT

Alleanza M5S-Pd, De Falco: “La base capirà”. Taverna: “Non rinnego ciò che ho detto in passato ai dem”

“Pronto a votare assieme a Renzi? Se sono programmi che ridanno dignità ai lavoratori sì” così Gianluigi Paragone entrando alla riunione congiunta dei gruppi parlamentari del M5S, al termine della giornata del secondo giro di consultazioni del presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.

“Se voterò a favore di un accordo con il Pd? Dipende” afferma il senatore M5S Sergio Puglia. Più rassicurante è il suo collega pentastellato Gregorio De Falco: “La base M5S? Capirà bene che i punti del programma ci sono e ci saranno, l’importante è il programma, prima delle persone”.

Tra gli esponenti politici del Movimento che manifestano più di un imbarazzo c’è la senatrice Paola Taverna: “Non rinnego ciò che ho detto in passato al Pd” e Alberto Airola commenta così l’ipotesi di un accordo sul ‘contratto di governo’ con i dem: “Non m’importa chi schiacci il bottone, l’importante è che cambiamo questo Paese”

L'articolo Alleanza M5S-Pd, De Falco: “La base capirà”. Taverna: “Non rinnego ciò che ho detto in passato ai dem” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HTR6C8
via IFTTT

giovedì 26 aprile 2018

Anagrafe Torino, Chiara Appendino ha catapultato l’Italia nel futuro. Avendo tutti contro

Chiara Appendino è un’eroina dei nostri tempi. Nonostante governi una città, Torino, in un Paese, l’Italia, che in larga parte si dichiara contrario a estendere i diritti di cui godono i bambini nati in famiglie eterogenitoriali (“normali”) a quelli nati in famiglie omogenitoriali, nonostante sia stata stralciata quella parte della Legge Cirinnà che regolamentava la filiazione nelle unioni civili tra due persone dello stesso sesso (stepchild adoption), nonostante in Italia sia vietata la gestazione per altri (gpa) e la procreazione medicalmente assistita (pma) per le coppie omosessuali, la sindaca ha iscritto all’Anagrafe l’atto di nascita di un bimbo nato all’ospedale Sant’Anna di Torino, indicando nel registro di stato civile che non solo ha due mamme ma che è stato concepito grazie alle tecniche di fecondazione eterologa in Danimarca.

Il gesto è di rilevanza epocale e di portata storica perché implica che l’Italia, con le sue leggi, è capace di ammettere che una coppia omosessuale possa concepire e mettere al mondo un figlio e assume questo come un atto conforme alla nostra legge nazionale (per i soliti haters qui sotto, “concepire” ha lo stesso significato che “progettare”, viene dal latino e significa “prendere con sé”: l’80% delle coppie che ricorre sia alla pma che alla gpa è eterosessuale; le coppie posso essere sterili per tanti motivi, non solamente perché omosessuali).

Altre questioni erano state aperte sulla trascrizioni di atti di nascita, ma il Comune di Torino fa un passo avanti di grande impatto politico, perché qui non si tratta di ammettere un atto già formato all’estero, ma di formare un atto di nascita con due mamme o due papà.

Fino a oggi, gli unici bambini figli di coppia omosessuale con due genitori entrambi dotati di patria potestà erano quei pochi (meno di venti) le cui famiglie si sono battute e hanno vinto la causa contro lo Stato nei tribunali, grazie a un pugno di grandi sentenze apripista della coraggiosa giudice Melita Cavallo. Da oggi, invece, i bambini nati dalle “famiglie arcobaleno” possono godere di una tutela piena già secondo le leggi vigenti. Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione culturale, al solito in ritardo rispetto a tantissimi paesi nel mondo (in coda perfino al Sudafrica), ma pazienza: infatti, la Appendino supera del tutto perfino la stepchild adoption, che di fatto, anche se dovesse prima o poi essere votata anche in Italia, lascerebbe questi bambini privi di un genitore per anni, poiché dipende da una successiva scelta dei genitori, che deve essere sottoposta a un nuovo vaglio dei tribunali e che secondo alcune interpretazioni non dà neppure effetti pieni.

Le parole di questa donna coraggiosa e giusta sono chiarissime: “È ferma la volontà di dare pieno riconoscimento alle famiglie di mamme e di papà con le loro bambine e i loro bambini e da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente: procederemo anche forzando la mano, con l’auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”.

La consapevolezza di questa rivoluzione c’è, come pure l’assunzione della nostra Costituzione come faro e guida in ogni scelta politica (Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”), ma anche il dovere di rispondere all’ennesimo richiamo di Strasburgo e dell’Onu in materia di diritti Lgbt. Un senso di responsabilità politica davvero eccellente, una lucidità degna di attenzione in un momento in cui l’Italia manca del tutto di visioni che la aiutino a evolvere e rinascere dalle rovine nelle quali si è lasciata cadere.

Vorrei sottolineare infatti che, se è vero che un sindaco, quando agisce come ufficiale di stato civile, ha l’obbligo di farlo in conformità alla legge vigente, è anche vero che a volte i gesti di rottura vanno a stimolare la sensibilità dei legislatori e a farli sul fatto che non tutte le regole giuridiche sono ancora adeguate alla nostra società e alla nostra contemporaneità, tanto che a volte rischiano addirittura di ledere diritti fondamentali. Fu coraggioso nello stesso modo, 20 anni fa, il sindaco che celebrò in Francia il primo matrimonio tra due uomini.

Non solo. D’accordo con il giudice Marco Gattuso, faccio notare che la legge italiana di fatto già consente alle coppie dello stesso sesso di formare una famiglia legalmente riconosciuta, anche perché altrimenti non avrebbero vinto nei Tribunali tutte le famiglie arcobaleno che vi si sono appellate. Infatti, le unioni civili oggi significano che l’ordinamento accoglie una concezione plurale della famiglia, come riconosciuto pressoché unanimemente dalla dottrina e dalla giurisprudenza. Se è vero che è stata stralciata la stepchild adoption e che è vietata la pma e la gpa, è anche vero che la legge non vieta affatto alle coppie dello stesso sesso di avere bambini in ogni altro modo possibile, compreso il ricorso a pma e gpa all’estero (nel 2014 la Consulta ha chiarito l’incostituzionalità del divieto). Come dice Gattuso, l’applicazione della regola dell’art. 8 della legge 40 anche ai bambini arcobaleno è il frutto di una precisa evoluzione del sistema, avvenuta in passato soprattutto grazie alla nostra giurisprudenza e a quella della corte europea dei diritti umani, ed oggi sancita dalla legge Cirinnà.

Dunque, la Appendino non avrà bisogno di forzare la mano, perché è perfettamente in linea con la nostra legge nazionale, con la nostra Costituzione, e con i trattati internazionali che ci impongono di non discriminare le coppie sulla base dell’orientamento sessuale.

L'articolo Anagrafe Torino, Chiara Appendino ha catapultato l’Italia nel futuro. Avendo tutti contro proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2I31EfV
via IFTTT

Governo, Fico al Quirinale: “Finito il mandato esplorativo con esito positivo: il dialogo tra M5s e Pd è avviato”

“Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi”. Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico, al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel quale ha illustrato i risultati delle sue consultazioni con le delegazioni del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle. “Aspettiamo – prosegue Fico – anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato “. Come aveva già detto al momento in cui aveva ricevuto l’incarico, il presidente della Camera ha ribadito che sarà importante concentrarsi sui programmi. “Io penso sia importante, ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini”. Il colloquio tra Mattarella e Fico è durato circa mezz’ora.

L'articolo Governo, Fico al Quirinale: “Finito il mandato esplorativo con esito positivo: il dialogo tra M5s e Pd è avviato” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2FgUVMh
via IFTTT

Governo, Salvini: “PD-M5S? Surreale, finito amoreggiamento. Io come leader del centrodestra ci sono”

Terminate le Consultazioni tra il presidente incarico e presidente della Camera Roberto Fico con PD e M5S, Matteo Salvini lascia Montecitorio: “Io non chiudo la porta in faccia a nessuno, ora per qualche giorno andrà avanti la telenovela Renzi-Di Maio. Di Maio-Renzi, sarebbe un governo surreale e raccapricciante tentativo di governo Pd-M5S, che sarebbe irrispettoso per gli elettori di questi due partiti e degli italiani, finito questo amoreggiamento che credo finirà male, io come capo del centrodestra ci sono per dare un governo a questo Paese. Spero che il Presidente della Repubblica – continua Salvini – non permetta di perdere altri dieci giorni”. E conclude: “un governo senza il centrodestra e la Lega sarebbe un governo che non rappresenta gli italiani”. Poi Salvini si concede una gag col finto Vespa di ‘Striscia la notizia’. I Cessi? Io li ho puliti sia quand’ero al militare: svuotavo le pattumiere e lavavo i pavimenti” ma alla domanda se sarebbe disposto a ‘mollare’ Berlusconi, nicchia: “Vado in Friuli”.

L'articolo Governo, Salvini: “PD-M5S? Surreale, finito amoreggiamento. Io come leader del centrodestra ci sono” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2I3u2ic
via IFTTT

La7, Fiano (Pd) vs Pancani: “Perché voi giornalisti permettete che i politici del M5s non accettino il contraddittorio?”

Dura rampogna del deputato Pd, Emanuele Fiano, al conduttore di Coffee Break (La7), Andrea Pancani, nel corso del talk show politico mattutino. La miccia è l’annunciata intervista alla capogruppo alla Camera dei Deputati per il M5S, Giulia Grillo, a fine trasmissione. Fiano, pur premettendo di stimare Pancani, insorge: “Al di là del capo politico di un partito, come Di Maio o Martina, ma perché voi giornalisti accettate che gli esponenti del M5S vengano nelle vostre trasmissioni solo se vengono intervistati singolarmente? Non è un fatto encomiabile per la categoria dell’informazione. L’informazione deve essere libera. E dunque i colleghi di altri partiti, a parte i capi politici, devono accettare il confronto con gli altri. Non è che i 5 Stelle vivono in una bolla d’aria, per cui possono venire nelle trasmissioni solo nei faccia a faccia coi conduttori”. “E’ una legittima domanda” – risponde Pancani – “però andrebbe rivolta al M5S in primis”. “Anche a voi, che accettate questo”, ribatte Fiano. “Sì, ma non esiste un mondo dell’informazione unico e tetragono” – replica il conduttore di La7 – “quindi c’è bisogno della pluralità delle voci”. Interviene anche il giornalista del Corriere della Sera, Antonio Macaluso, che cita il rapporto di Reporter Senza Frontiere, risalente allo scorso anno: “In Italia si è accentuato col M5S il fenomeno di giornalisti additati con nome e cognome quando danno contro il movimento”. Pancani controbatte: “Adesso è un po’ diverso”

L'articolo La7, Fiano (Pd) vs Pancani: “Perché voi giornalisti permettete che i politici del M5s non accettino il contraddittorio?” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Hy1s7g
via IFTTT

Governo, Velardi vs Ermini: “Pd non può sentire gente in strada, deve trattare col M5s”. “Sono populisti, anzi putinisti”

Severo monito pronunciato a Omnibus (La7) da Claudio Velardi, presidente della Fondazione Ottimisti&Razionali e comunicatore vicino a Renzi, nei confronti del deputato Pd, David Ermini. Il nodo del dibattito è la contrarietà dell’ala renziana a un accordo di governo col M5S e all’annuncio dato ieri da Matteo Renzi circa la volontà della base: “Ermini ha detto che il Pd ha perso le elezioni. No. Ha preso meno voti dell’altra volta, in un sistema proporzionale non ci sono un vincitore e uno sconfitto. Il Pd è il secondo partito, quindi è del tutto naturale e ovvio che, fallita l’ipotesi di un governo Lega-M5S, il Pd ritorni sulla scena”. Poi rimprovera Ermini, Martina e lo stesso Renzi: “Nel momento in cui entra in campo il Pd, deve farlo sulla base di una linea. Non deve ascoltare la gente per strada, non c’è nulla di peggio che fare questo, perché è una versione soft del populismo. La politica invece ha il compito di guidare. Quindi, il Pd ha il dovere di dire cosa vuole fare. Adesso che è in campo non può più dire che fa opposizione, ma deve confrontarsi su una ipotesi di governo. Deve mettersi al tavolo, fare una trattativa serrata col M5S e vedere se ci sono o meno i margini”. E rincara: “Non dobbiamo stare ad ascoltare il popolo. Il popolo, di suo, dice di norma delle banalità e delle sciocchezze. Può essere un messaggio, ma i messaggi non vanno dati in piazza, perché è sbagliato ed è un modo diseducativo di fare politica”. Ermini non ci sta: “Mi pare veramente di stare su Marte. La campagna elettorale l’abbiamo vissuta tutti. L’anti-renzismo e l’anti-Pd dei 5 Stelle sono stati veri. Il populismo, anzi il putinismo, che ha vinto in Italia con la Lega e il M5S, ha fatto arrabbiare molti, ma è la verità. L’elettorato della Lega e del M5S è una realtà in Italia. Il Pd non può supportare uno di questi, né tantomeno coi 5 Stelle che sono stati finora l’antitesi del Pd stesso. Il nostro partito dovrebbe prima lavorare su se stesso, il governo è un fatto secondario”

L'articolo Governo, Velardi vs Ermini: “Pd non può sentire gente in strada, deve trattare col M5s”. “Sono populisti, anzi putinisti” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HRHFmI
via IFTTT

mercoledì 25 aprile 2018

Moretti (Pd): “Accordo con M5s? No, ci hanno definito ‘male assoluto'”. Scontro con Damilano, Giannini, Belpietro

“Accordo Pd-M5s? E’ assolutamente improbabile. Alla direzione voterò no, perché i programmi sono troppo diversi. La politica e soprattutto un governo, se si è seri, lo si fanno sulla base dei contenuti”. Lo annuncia a Dimartedì (La7) la consigliera regionale dem del Veneto, Alessandra Moretti, che si rende protagonista di un accesso scontro coi giornalisti Massimo Giannini, Marco Damilano e Maurizio Belpietro. L’ex deputata attacca il direttore de Il Fatto Quotidiano: “Travaglio ne ha dette tante e ha difeso così strenuamente Di Maio su un programma per tutti e di tutti i gusti. Ci mancava che in quel programma fosse scritto: ‘le mamme sono tutte belle’. Peccato che Di Maio e Fico sino a qualche mese dicevano che il Pd era il male assoluto, uno dei mali peggiori dell’Italia”. Il direttore de L’Espresso ricorda a Moretti: “Lei nel 2013 insieme a Berlusconi ha votato la fiducia al governo Letta. Ma non avevate fatto la campagna elettorale uno contro l’altro? Non avete preso in giro gli elettori in quel caso? Vi siete candidati assieme a Vendola e avete fatto il governo con Alfano“. “C’è una differenza” – ribatte Moretti – “Noi non avevamo vinto le elezioni. E poi Alfano è uscito dalla coalizione”. Il giornalista di Repubblica rincara: “Sì, ma avete fatto il governo con Verdini dopo. Verdini va bene?”. “Io parlo di contenuti e programmi” – insorge l’esponente Pd – “e ribadisco che non è una questione personale. E’ inutile che continuate ad andare sul Pd”. “Lei ha preso un premio di maggioranza in alleanza con Vendola” – replica Damilano – “e poi ha fatto un governo con Berlusconi. Qual è la differenza tra il 2013 e ora? Non credo che avevate gli stessi programmi del Pdl“. “Io sono molto lineare” – risponde Moretti – “continuo a dire le stesse cose, forse voi non le capite o non volete capirle. Nel 2013 il Pd non ha vinto le elezioni, oggi invece hanno vinto M5s e centrodestra“. “Veramente non ha vinto nessuno”, commenta il conduttore Giovanni Floris. Il direttore de La Verità, Belpietro, rammenta che il Rosatellum è stato fortemente voluto dal Pd, Moretti precisa: “La legge elettorale è stata votata anche dalla Lega e da Forza Italia“. “Appunto, allora fate un governo Pd-Forza Italia“, osserva Giannini. “Lei dice che è molto lineare” – continua Belpietro – “E’ talmente lineare che, quando era bersaniana, il Pd è andato a chiedere i voti al M5S e adesso lei dice che i 5 Stelle sono la peste. Nel 2013 invece eravate compatibili col M5S?”. “Non conoscevamo il M5S”- risponde Moretti – “Lo abbiamo conosciuto nei 5 anni successivi. Ma di che cosa stiamo parlando?”. “Forse non avevate letto il programma dei 5 Stelle”, ironizza Belpietro

L'articolo Moretti (Pd): “Accordo con M5s? No, ci hanno definito ‘male assoluto'”. Scontro con Damilano, Giannini, Belpietro proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Fgs36Z
via IFTTT

Berlusconi: “La gente davanti al M5s si sente come gli ebrei davanti a Hitler”

“Siamo di fronte a un grave pericolo. L’altro giorno stavo dando una mano a delle persone e gli ho chiesto come si sentissero di fronte a questa formazione politica, che non si può certo definire democratica. Uno mi guarda negli occhi e mi dice ‘credo che ci sentiamo come gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler'”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, alle Malghe di Porzus, in riferimento al M5S.

Poco prima aveva detto che “tutte le forze politiche hanno il dovere di essere responsabili, nel linguaggio e nei comportamenti: il calcolo politico non può portare a disgregare quella convivenza democratica faticosamente acquisita settant’anni fa”.

L'articolo Berlusconi: “La gente davanti al M5s si sente come gli ebrei davanti a Hitler” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HrB9j3
via IFTTT

Governo, Morani (Pd): “Accordo con M5s? Io dico no. Non contano insulti ‘piddioti mafiosi zozzoni’ ma programmi”

“Accordo con M5s? Io non ho dubbi nel dire no, ne sono convinta nel profondo, ma per ragioni riguardanti i programmi, non per i loro insulti, che restano una questione personale”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino (Radio24) dalla deputata Pd, Alessia Morani, che spiega: “Ad esempio, sull’emergenza Ilva ieri si è consumata in Europa una cosa gravissima: il M5S ha presentato un atto con cui chiedeva la chiusura dell’Ilva. Noi del Pd invece siamo fortemente contrari alla sua chiusura. Queste non sono differenze banali, ma sostanziali, perché riguardano l’idea di sviluppo di un Paese. Se dovessimo fare un governo col M5S, dovremmo fare metà e metà sulla chiusura dell’Ilva? Non ci sono i margini per poter trattare coi grillini, perché significherebbe piegarsi a politiche che io non condivido in nessun modo”. Morani sottolinea che Matteo Renzi è il miglior leader esistente del centrosinistra e aggiunge: “Gli insulti del M5S sono questioni personali. Io sono stata anche querelata da alcuni grillini e io li ho querelati a mia volta. Ma la politica non è fatta di opinioni personali. Se mi hanno insultata, posso anche passarci sopra. Non credo che pesino i vari ‘piddioti, mafiosi, corrotti e zocconi’, ma i contenuti. Ad esempio, sulla salute pubblica abbiamo concezioni totalmente differenti. Io sono assolutamente favorevole ai vaccini, i No Vax invece hanno trovato sponda nel M5S e le posizioni anti-scientifiche sono quanto più lontano dalla mia cultura. Negli anni con Berlusconi” – continua – “ce ne siamo dette di tutti i colori, ma quello si supera quando c’è da governare un Paese. Il disaccordo col M5S va oltre il personale, non me ne frega nulla degli insulti. Non sono una che si sottrae allo scontro e sono sempre molto franca ed educatissima, perché i miei genitori ci tengono. Io non utilizzerei mai il linguaggio dei grillini”. Poi lancia una domanda provocatoria: “Ma Di Maio festeggia il 25 Aprile? Anche questo è dirimente”. A Luca Telese che gli ricorda gli accordi tra Pd e Berlusconi, Verdini e Alfano, la parlamentare dem risponde: “Sullo Ius Soli i grillini si sono sottratti alla votazione, così come è successo con le unioni civili, che invece Alfano ha votato con la fiducia. E pensate che sia stato semplice? No, non lo è stato. Abbiamo trovato Alfano sulle unioni civili, ma non i grillini”

L'articolo Governo, Morani (Pd): “Accordo con M5s? Io dico no. Non contano insulti ‘piddioti mafiosi zozzoni’ ma programmi” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2Kf77B2
via IFTTT

Governo, Travaglio: “Di Maio? Ha sempre preferito il Pd, ma ha trovato chiusura. Salvini lo stalkerava al telefono”

Di Maio? Dopo le elezioni, dato che non aveva la maggioranza assoluta, ha sostenuto proprio in questa trasmissione che l’opzione prioritaria del M5S era il dialogo col Pd. Ma quelli del Pd neppure gli rispondevano, mentre Salvini lo stalkerava al telefono. E quindi ha cominciato a parlare coi leghisti”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite di Dimartedì (La7). E spiega: “Successivamente si è scoperto che Salvini bluffava, perché continuava a promettere che Berlusconi si sarebbe fatto da parte e invece non era vero niente. I leghisti promettevano addirittura che Berlusconi avrebbe potuto accettare di appoggiare dall’esterno un governo col M5S, mentre l’ex Cavaliere ha fatto chiaramente intendere che l’unico ruolo che lui vede nei 5 Stelle è quello di lava-cessi. Lava-stalle, no, perché lui le stalle le faceva pulire dallo stalliere famoso. Ma i cessi li affiderebbe ai 5 Stelle e devo dire che a casa sua di merda da spalare ce n’è parecchia”. Travaglio poi definisce positivo il tavolo tra M5S e alcuni esponenti del Pd: “E’ importante che, almeno al momento, sia stato accantonato quel sogno di Salvini e di Di Maio su un accordo basato su una promessa falsa della Lega. Ma ci ha fatto perdere 40 giorni e Mattarella ha provveduto a rimuovere questa super-fandonia”. E sulla chiusura del Pd renziano osserva: “Le regole le ha scritte il Pd con Berlusconi e con la Lega, quando ha deciso che si sarebbe giocato col sistema proporzionale. E’ come se qualcuno decidesse di giocare a scopa, ma durante la partita dicesse che la scopa non gli piace, prendesse il mazzo delle carte e se ne andasse. Non si fa così. Se hanno deciso che si gioca a scopa, si gioca a scopa”.

L'articolo Governo, Travaglio: “Di Maio? Ha sempre preferito il Pd, ma ha trovato chiusura. Salvini lo stalkerava al telefono” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2JsxL8u
via IFTTT

Governo, Scalfari: “Sì ad accordo Pd e M5s. Ormai la sinistra forte è rappresentata da Di Maio”

“Governo? Pd e M5S è la vera ipotesi su cui lavorare. Non capisco perché i 5 Stelle hanno trescato finora con Salvini“. Sono le parole del fondatore del quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari, ospite di Dimartedì (La7). Il giornalista spiega: “Fino a un anno fa il capo del M5S era Beppe Grillo, poi di Di Maio lo ha accantonato e ha trasformato il movimento in un partito. Grillo ormai conta poco e niente. Con di Maio il M5S ha tolto voti alla sinistra scontenta di Renzi. L’elettorato M5s è molto simile a quello del Pd, ma di questo Di Maio finora se n’è infischiato. Gli piaceva di essere la sinistra della destra, cioè quella formata da Salvini, da Berlusconi, da Meloni“. E aggiunge: “Renzi? Controlla deputati e senatori che hanno ottenuto buoni collegi, cioè i parlamentari eletti grazie a lui, ma bisognerebbe valutare il popolo che li ha eletti. In Italia dobbiamo avere una destra e una sinistra, ma ormai la sinistra forte è rappresentata da Di Maio perché gran parte dei suoi seguaci proviene dalle file del Pd”. Scalfari, infine, propone la sua ricetta: “Di Maio non ha mai governato e al governo c’è un signore che si chiama Gentiloni, il quale può essere tenuto in piedi ancora per un anno con Di Maio vicepresidente del Consiglio del governo Gentiloni. Poi Di Maio potrà diventare presidente del Consiglio, Gentiloni ministro degli Esteri, Minniti ministro dell’Interno, perché questi sono i più bravi che esistono”

L'articolo Governo, Scalfari: “Sì ad accordo Pd e M5s. Ormai la sinistra forte è rappresentata da Di Maio” proviene da Il Fatto Quotidiano.



from Movimento 5 Stelle – Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2HrpDZh
via IFTTT