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lunedì 23 aprile 2018

M5s, bozza contratto di governo: 10 punti di convergenza, da aiuti famiglie a taglio sprechi. Non c’è lotta alla corruzione

Dieci punti di convergenza tra il programma M5s e quelli di Pd e Lega da cui partire per scrivere il contratto di governo. Lasciando quindi fuori tutte quelle che vengono definite “divergenze”, come la lotta alla corruzione o il conflitto di interessi. Nel giorno della sconfitta alle Regionali del Molise e in attesa di capire come deciderà di muoversi il Quirinale dopo il fallimento del mandato esplorativo alla Casellati, Luigi Di Maio ha annunciato la pubblicazione della “prima stesura del contratto di governo” (qui il testo integrale). Ovvero la prima tappa per un eventuale dialogo con le altre forze politiche, che però fino ad ora stenta a decollare. “M5s non perderà la sua identità in un governo di coalizione”, scrive Di Maio sul Blog delle Stelle. Ma scorrendo la bozza risulta chiaro che i punti su cui lavoreranno sono quelli che mettono d’accordo tutte le forze politiche, lasciando fuori quelli che invece hanno più caratterizzato le battaglie grilline. Non c’è ad esempio “il superamento della legge Fornero o la Buona scuola”. Per quanto riguarda le modalità di azione, il contratto parte dal presupposto che, nonostante le divergenze sul tema, i trattati internazionali stipulati non saranno messi in discussione (quindi tutela di Nato ed Europa). Nella pratica si prevedono: gruppi di lavoro per ogni punto stipulato con il partito “contraente” e una verifica di metà legislatura per vedere se le forze stanno rispettando gli accordi.

Le divergenze – Rimangono fuori: lotta a corruzione, mafie e conflitti d’interesse. Ma anche superamento Fornero e Buona scuola
Come si legge nel documento, sono tanti i punti di non contatto. Il primo e più evidente che emerge è quello che riguarda la “lotta a corruzione, mafie e conflitti d’interesse”. Ovvero uno dei 20 punti del programma elettorale M5s e anche uno dei cavalli di battaglia dei 5 stelle nella scorsa legislatura. Tra i propositi, si leggeva: modifica 416 ter sul voto di scambio politico mafioso; riforma della prescrizione; daspo per i corrotti; agenti sotto copertura; intercettazioni informatiche per reati di corruzione”. Un piano di riforma della giustizia rilanciato solo pochi giorni fa dal magistrato Nino Di Matteo, ospite dell’evento Sum#02, organizzato da Davide Casaleggio a Ivrea e che era stato accolto da Di Maio e i suoi fedelissimi con una standing ovation. Tutta questa parte, non presente negli altri programmi elettorali, non è quindi inserita nella prima stesura del contratto. Manca anche il riferimento a una legge sul conflitto di interessi: già nel programma in 20 punti il riferimento era minimo, nonostante fosse stata una delle battaglie in Parlamento, ora non viene nemmeno citato. L’assenza sorprende visto che, solo il 3 aprile scorso, Di Maio parlando pubblicamente aveva dichiarato: “A Pd e Lega proporremo piano di governo alla tedesca. Nei punti anche reddito di cittadinanza, conflitto di interessi e legge anticorruzione”. Manca anche il punto che riguarda il superamento della legge Fornero o della Buona scuola. 

Nelle premesse della bozza del contratto di oggi si legge: “In alcuni casi sussistono significative convergenze per quanto riguarda sia i fini sia i mezzi. In altri casi le divergenze sono molto accentuate, se non radicali per quanto concerne i fini (per esempio nel modo di concepire il sistema pensionistico) o i mezzi (per esempio gli strumenti per contrastare la povertà e l’organizzazione della giustizia penale)”. Quindi nello specifico: “Le pene da comminare a quanti commettano reati particolarmente odiosi, come lo stupro; la possibilità di utilizzare misure alternative alla detenzione; i principi cui deve ispirarsi l’organizzazione pubblica (alcuni sono favorevoli alla separazione delle carriere dei giudici da quelle dei pubblici ministeri, altri sono nettamente contrari”. Si fa riferimento anche alle divergenze “in materia vaccinale”. Ma si passa subito a quelle “ben più rilevanti concernenti “l’Unione economica e monetaria e le pensioni“. Ma, anche se ci sono forze (vedi la Lega) critiche sulla moneta comune, la bozza di contratto parte da una premessa: “La cura dell’interesse nazionale può efficacemente svolgersi solo all’interno dei trattati stipulati con i Paesi che partecipano all’integrazione più stretta in Europa”. Quindi: “Saranno mantenuti gli impegni già assunti in sede europea”, o “le parti intendono assicurare la continuità della collocazione dell’Italia in Europa e nelle scenario internazionale”.

Le convergenze: dalle misure per giovani e famiglie, agli interventi contro la povertà fino a migliori infrastrutture e sicurezza
Gli studiosi, guidati dal professor Giacinto Della Cananea, hanno elaborato una bozza in dieci punti. Punto numero uno: “Costruire un futuro per i giovani e le famiglie” che si traduce concretamente in politiche di sostegno alle famiglie, ampliamento dei servizi per la prima infanzia e di quelli per la cura delle persone a carico. Il secondo punto resta nelle vicinanze e mira alla lotta a povertà e disoccupazione: non si cita il reddito di cittadinanza ma un più generico “potenziamento degli attuali sistemi di sostegno al reddito”. Terza priorità punta a “ridurre gli squilibri territoriali”, che si concretizza nella necessità di garantire sicurezza e legalità, migliorare le infrastrutture e promuovere il sostegno pubblico alle opere di interesse collettivo.

Seguono i temi della sicurezza e giustizia: “Deve essere potenziata all’interno e al’esterno del Paese”, nel primo caso allargando gli organici e puntando sugli “strumenti di azione”. Che significa: ampliamento dell’organico, migliore coordinamento tra le forze, intensificazione e coordinazione di intelligence, miglioramento del processo civile e interventi sulla giustizia amministrativa. Al quinto punto si parla di sanità, con la missione di rilanciare il Servizio sanitario nazionale. Soprattutto con maggiori finanziamenti e una gestione trasparente delle risorse. Un occhio poi, sesto punto, al mondo delle imprese, definite “preziosa risorsa per l’Italia”, che vanno tutelate e promosse ad esempio attraverso la digitalizzazione, l’abolizione delle imposte sui negozi sfitti, interventi specifici per le banche ma guardando anche al mondo dell’agricoltura. Al settimo punto, invece si chiede “un nuovo rapporto tra cittadini e fisco”. Non a caso l’obiettivo è “ripensare l’impostazione complessiva dell’amministrazione fiscale e delle liti che la riguardano”, puntando il dito contro la mancanza di cura nei riscontri e nei calcoli, i ritardi nel dare risposte e informazioni. L’ottavo punto guarda agli investimenti nelle infrastrutture, utile alla disoccupazione da un lato e all’aumento della produttività e competitività dall’altro. Per farlo il comitato suggerisce l’idea di “un’unica cabina responsabile per il digitale”. Altra sfida è quella ambientale, nono punto, in ottica di sviluppo sostenibile (l’espressione è evidenziata in grassetto) lanciando green economy, contrasto ai cambiamenti climatici, processo di decarbonizzazione. Passaggio velocissimo sui rifiuti: si chiede “una politica più avanzata e mirata”. L’ultimo punto (intitolato tagli agli sprechi) è la summa degli altri, visto che si puntualizza: “Gli obiettivi, le azioni e le misure non potranno essere realizzati senza un complessivo miglioramento dell’organizzazione e del funzionamento delle pubbliche amministrazioni”. Si chiedono quindi taglio degli enti inutili, dirigenti imparziali, razionalizzazione della spesa pubblica. Contro la corruzione, la soluzione proposta è semplificare i procedimenti amministrativi perché, si legge nella bozza di contratto, “è nell’incertezza sulle regole da seguire e sui tempi per attuarle che si crea l’ambiente malsano in cui alligna la corruzione”.

Di Maio: “Primo schema d’accordo. Intesa su 10 punti da portare avanti con disciplina, lealtà e onore”
“Come sapete, il 12 aprile scorso ho incaricato il professor Giacinto Della Cananea”, si legge in un post sul Blog delle Stelle, “di comporre un comitato scientifico per studiare le convergenze programmatiche tra il Movimento 5 Stelle e i due partiti con i quali è in corso un dialogo per il governo: la Lega e il Partito democratico. Il professore ha lavorato senza sosta per dieci giorni e ha redatto un primo schema di accordo, che andrà approfondito insieme alla forza politica che accetterà di sedersi al tavolo con noi. Come emerge anche dal documento, il Movimento 5 stelle non ha nessuna intenzione di perdere la sua identità politica in un governo di coalizione classico, anche perché la distanza dalla Lega e dal Partito democratico su molti temi decisivi e sui mezzi per realizzarli rimane netta”.

“Per garantire un governo forte e votato al cambiamento -spiega il leader pentastellato- abbiamo quindi proposto un’intesa su 10 punti fondamentali per il Paese, da portare avanti unendo le forze, con disciplina, lealtà e onore. Il contratto prevede naturalmente dei vincoli politici per impedire ad una delle parti contraenti di ignorare l’accordo mettendo a rischio la tenuta del governo. È previsto un comitato di conciliazione nominato dalle parti con lo scopo di ricomporre le eventuali divergenze e una verifica sull’avanzamento dei lavori a metà della legislatura appena iniziata, così da garantire ai cittadini piena trasparenza sull’azione di governo”.

“Con questa prima stesura del contratto -conclude Di Maio- abbiamo compiuto un passo importantissimo per facilitare il dialogo con la Lega e il Partito democratico. Siamo impazienti di approfondire con la forza politica che lo vorrà i termini del contratto di governo e i 10 punti politici, così da iniziare a lavorare al più presto per riportare l’Italia fuori dalla crisi economica, sociale e morale in cui è intrappolata da troppi anni”.

Nel documento elaborato, Della Cananea spiega che il comitato “ha reputato necessario dedicare la massima attenzione, in particolare, a due questioni: se nel programmi delle forze politiche vi siano, oltre a numerose rilevanti differenze, anche alcune analogie, riguardanti l’ordine dei fini o quello dei mezzi per conseguirli, che consentano di porre mano all’elaborazione di un’agenda per il governo del Paese; come si possa muovere da quelle convergenze per predisporre un’agenda per il governo del Paese”.
“Per quanto riguarda il primo quesito, il comitato è giunto alla conclusione che in alcuni casi sussistano significative convergenze per quanto concerne i fini (per limitarsi ad alcuni esempi, il miglioramento dei rapporti tra i cittadini e il fisco e il potenziamento delle infrastrutture materiali), sia per i mezzi”.

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