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martedì 22 maggio 2018

Giuseppe Conte, Nyt: “Nel curriculum studi alla New York University non risultano all’ateneo”. Ma accademici confermano

Un paragrafo in un articolo del New York Times scatena le polemiche della stampa italiana su Giuseppe Conte. Il motivo? Il professore scelto da Luigi Di Maio per guidare il governo Lega-M5s viene accusato di avere inserito nel suo curriculum esperienze di studio mai sostenute alla New York University. Uno scambio di mail con un professore della stessa università americana e la testimonianza di autorevoli accademici sembrano, però, confermare quanto sostenuto dal docente.

È un vero e proprio caso quello nato su sull’uomo che potrebbe essere il prossimo inquilino di Palazzo Chigi. Deflagrato dopo la pubblicazione di un lungo articolo dedicato alla politica italiana sulle pagine del New York Times. Nel suo pezzo, il corrispondente da Roma, Jason Harowitz, riassume le competenze vantate dal docente originario di Foggia, basandosi sul curriculum ufficiale depositato da Conte alla Camera dei deputati ai tempi in cui il Movimento 5 stelle lo aveva eletto componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Un documento lungo ventotto pagine in cui Conte scrive di di aver soggiornato, “ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi, dal 2008 al 2012″. “Alla domanda sull’esperienza di Mr. Conte alla New York University, Michelle Tsai, una portavoce, ha detto lunedì: Una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà, aggiungendo che era possibile che ne avesse seguito uno o programmi di due giorni per i quali la scuola non tiene registri”, scrive il New York Times.

Una smentita che però non esclude la versione sostenuta da Conte nel suo curriculum. La notizia pubblicata dal giornale americano, e ripresa da tutte le principali testate italiane, raccoglie la replica del Movimento 5 stelle. “Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato! Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all’estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico. Per un professore del suo livello sarebbe stato strano il contrario. Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa. È l’ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento”, è la nota diffusa dall’ufficio comunicazione del M5s.

A confermare il curriculum di Conte c’è anche uno scambio di mail che, come scrive l’agenzia Adnkronos, proverebbe gli studi del professore alla New York University. Scambi che risalgono all’agosto 2014, perché anche in quell’anno il docente sarebbe partito alla volta di New York, pur omettendo l’informazione dal suo cv. Lo scambio di mail è con Mark Geistfeld, autorevole studioso della responsabilità civile della NYU School of Law. Durante il soggiorno del 2014, come si evince dalle mail, Conte incontrò e interagì con Geistfeld. E proprio da questo scambio è nato l’inserimento del docente statunitense nel comitato scientifico della storica rivista Giustizia civile, edita da Giuffrè, di cui Conte è direttore.

Non solo. Su Twitter un docente di Oslo, Mads Andenas, studioso di diritto contrattuale europeo già direttore del londinese British Institute of International and Comparative Law, difende a spada tratta il curriculum del collega italiano in corsa per Palazzo Chigi. “I professori studiano in biblioteca per tali soggiorni durante le vacanze estive, e non sono ‘staff’ o ‘students'”, scrive Andenas commentando il pezzo del New York Times che tanta rilevanza sta avendo in Italia.

 

L'articolo Giuseppe Conte, Nyt: “Nel curriculum studi alla New York University non risultano all’ateneo”. Ma accademici confermano proviene da Il Fatto Quotidiano.



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