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martedì 1 maggio 2018

Governo, il Quirinale non vuole il voto. E la Lega guarda a Renzi: “Esecutivo per modificare legge elettorale? Si può fare”

Il Quirinale non vuole il voto subito. E Sergio Mattarella non sembra neanche convinto della proposta di Matteo Renzi. Che invece adesso potrebbe cominciare a piacere alla Lega. L’ex segretario del Pd aveva bruciato la direzione del suo partito, comparendo sulla poltrona di Fabio Fazio per chiudere a ogni possibile intesa con il Movimento 5 stelle. E soprattutto per lanciare la proposta di un governo di scopo con un duplice obiettivo: fare le riforme istituzionali ed elettorali.

L’apertura di Giorgetti: “Esecutivo breve per cambiare la legge elettorale” – Una prospettiva che potrebbe piacere anche al centrodestra: non solo a Silvio Berlusconi – ormai rodato interlocutore del leader dem – ma ora anche a Matteo Salvini. Non è un caso, infatti, che nella sua apparizione televisiva Renzi sia stato attento a non attaccare in tv il leader della Lega, lanciando bordate solo a Luigi Di Maio. Quaratotto ore dopo ecco che il Carroccio lancia segnali d’apertura mandando in radio la sua voce più istituzionale: quella di Giancarlo Giorgetti.  “Io so come funziona: prima dicono di voler cambiare solo la legge elettorale, poi durano quattro anni, come ha fatto l’ultimo governo. Questo non sarebbe giusto e non sarebbe corretto. Quindi, o il centrodestra e il Movimento 5 Stelle si mettono d’accordo coinvolgendo tutti gli altri, ma garantendo che una volta approvata la legge elettorale in tempi rapidissimi si torna al voto – e su questo c’è un impegno comune e condiviso – oppure non ha senso neppure mettere in piedi un governo di scopo, per la legge elettorale, che poi inevitabilmente dura in modo indefinito, secondo il costume italiano”, dice a Rtl 102.5  il capogruppo della Lega alla Camera. Che poi formalizza i termini di disponibilità del suo partito: “Se si deve modificare la legge elettorale, patti chiari, amicizia lunga, governo corto. Governo breve. L’unica ipotesi che prendiamo in considerazione è una rapida modifica della legge elettorale, che permetta a chi vinca, al prossimo giro, di poter governare in modo autosufficiente”.

Le idee di Renzi che non piacciono al Colle – Un vero e proprio decalogo di condizioni, quelle dettate da Giorgetti, che arrivano negli stessi giorni in cui Renzi e Salvini hanno cominciato a dialogare. Secondo il Corriere della Sera, infatti, dal giglio magico fanno notare come i due “Matteo” si sentano spesso tramite sms.  L’idea di un governo Pd – centrodestra per varare la legge elettorale, però sembra non convincere il Colle. Intanto perché l’idea di un grosso pezzo del Pd che soccorre il centrodestra, poi, non è mai stata formalizzato davanti al capo dello Stato. E poi perché Renzi non ha parlato solo di una legge elettorale a doppio turno, ma anche di una modifica costituzionale che punti al semipresidenzialismo guardando al modello francese. Ipotesi che – secondo il quotidiano di via Solferino – è considerata impraticabile da Sergio Mattarella perché richiederebbe poi con ogni probabilità un referendum.

Di Battista sul blog: “Appoggiare Di Maio e tornare al voto” – Insiste per tornare al voto, invece, il Movimento 5 stelle. “Le abbiamo tentate tutte ma una massa di cinici più interessanti al consenso ad ogni costo che alla risoluzione dei problemi del Paese si è opposta ad ogni reale tentativo di rivoluzione della legge Fornero, di lotta alla corruzione, di sostegno alle imprese e di contrasto alla povertà dilagante. Tutto il MoVimento ha il dovere di sostenere Luigi e la scelta di tornare al voto“, è il testo di un post pubblicato sul blog delle Stelle da Alessandro Di Battista. Un intervento in cui l’ex parlamentare blinda la posizione di leader di Di Maio, e attacca ancora Salvini. “Ho sbagliato a chiamare Salvini Dudù, a differenza sua Dudù al guinzaglio non l’ho visto quasi mai. Ora dimostrasse un coraggio che non ha mai avuto e chiedesse elezioni anticipate”. Il ritorno alle urne immediato, però, continua a essere escluso dal Colle. A giugno è già impossibile, visto che la legge sugli italiani all’esteroindica un minimo di 60 giorni per avviare le procedure elettorali. Il voto in autunno, invece, non piace a Mattarella per due motivi: intanto perché il risultato elettorale sarebbe con ogni probabilità simile  a quello attuale. E poi anche se i partiti riuscissero a mettere insieme una maggioranza, non ci sarebbero i tempi tecnici per fare la legge di Stabilità. Scatterebbe il combinato disposto di esercizio provvisorio di bilancio senza alcun governo.

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