La trattativa sul decreto Sicurezza sembrava essersi sbloccata con il consiglio dei ministri che ha autorizzato il voto di fiducia. E invece sulla questione si è allungata ancora l’ombra delle tensioni scoppiate tra M5s e Lega, legate alla prescrizione. “Se non ci sarà lealtà sulla prescrizione, non ci sarà sul dl sicurezza”, fanno sapere i vertici M5S all’Adnkronos, ricordando che il decreto deve passare ancora al vaglio della Camera. La resa dei conti dovrebbe avvenire in serata con il premier Giuseppe Conte che ha riunito i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini per sciogliere dell’emendamento al ddl Anticorruzione. Il ministro dell’Interno, però, nega: “Ma quale vertice! Stasera vedo la Champions“, dice entrando al Senato. Il Milan, cioè la squadra per cui tifa Salvini, però, non gioca la Champions.
Salvini: “Vertice? No c’è la Champions” – Il leader della Lega, in pratica, tiene duro. “Sento quotidianamente Conte e Di Maio, però non ho la necessità carnale di incontrarli ogni 24 ore. Esiste il telefono, certe cose si possono risolvere al telefono. Sono abituato a mantenere gli impegni presi: nel contratto di governo c’è la riforma della giustizia e la riforma della prescrizione. L’unica cosa che non voglio è che ci siano processi eterni, per i colpevoli ma soprattutto per gli innocenti. Sono sicuro che, come abbiamo sempre fatto in questi mesi, insieme a Conte e Di Maio, troveremo la quadra”. E a chi chiede se la maggioranza rischia risponde: “Ma figurati!” All’orizzonte, infatti, è spuntato un altro motivo di tensione tra la Lega e il M5s: lo spazio. Il viceministro pentastellato dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha spiegato di non essere stato informato della scelta del ministro leghista, Marco Bussetti, di silurare Roberto Battiston dall’Agenzia spaziale italiana. Ci sarà probabilmente anche questo tema al centro della riunione tra Di Maio, i ministri del M5S e i capigruppo al Senato e alla Camera del Movimento.
La fiducia – Intanto domattina Palazzo Madama si prepara a votare la fiducia al decreto Sicurezza: il Cdm ha dato il suo via libera, come preannunciato dal ministro Riccardo Fraccaro. Il Pd, però, ha contestato i tempi: “Abbiamo chiesto esplicitamente al ministro Fraccaro di dirci se e quando un Consiglio dei ministri ha autorizzato a porre la fiducia sul testo. Altrimenti dobbiamo pensare a un Cdm ‘fantasma’. E Fraccaro ha risposto semplicemente che non era tenuto a darci una risposta”, dice il capogruppo dem Andrea Marcucci. “Il Pd è ormai senza argomenti e non perde occasione per dimostrare il proprio analfabetismo istituzionale e procedurale. Il governo continua a lavorare per il bene del Paese”, risponde il senatore Nicola Morra. Le dichiarazioni di voto a Palazzo Madama sono fissate per le ore 9 e 30 del 6 novembre. Quindi dopo circa un’ora, ci sarà la chiama per la fiducia. “Io bado alla sostanza e non alla forma non mi curo se si vota stasera o domani, se c’è la fiducia o meno”, ha detto Salvini.
L’incrocio con la prescrizione – Per la verità durante la giornata sembrava che il voto dovesse slittare. Per due volte il sottosegretario agli Interni leghista Nicola Molteni ha chiesto una sospensione necessaria per aggiungere un maxi emendamento e chiedere così il voto di fiducia. L’ipotesi slittamento del voto aveva nutrito il forte sospetto che sul decreto Sicurezza si fosse allungata l’ombra del ddl Anticorruzione e della trattativa tra M5s e Lega sull’emendamento sulla prescrizione. “Come spesso accade bisogna incontrarsi e discutere“, ha detto Giancarlo Giorgetti. “Quando torna Salvini dal Ghana e Di Maio dalla Cina può darsi che si incontreranno e che troveranno una soluzione”, ha aggiunto il sottosegretario leghista. Secondo fonti governative della Lega, il vertice tra i due leader dovrebbe svolgersi domani pomeriggio a Palazzo Chigi, con la presenza del premier Conte e probabilmente anche dei ministri competenti.
Slitta ancora la commissione Giustizia – Nel frattempo anche alla Camera le commissioni Affari costituzionali e Giustizia dove è impantanato il ddl Anticorruzione con l’emendamento sulla prescrizione, hanno rinviato ancora la riunione: prima dalle 11 alle 12,30 (la discussione era già slittata da ieri sera alle 9 di stamani e dalle 9 alle 11). E poi alle 20: ma anche questa volta i presidenti non daranno il parere agli emendamenti dei relatori, compreso quello sulla prescrizione. In pratica si attende un accordo tra i due leader I presidenti delle due commissioni, Giulia Sarti e Giuseppe Brescia, propongono di andare avanti stasera con i pareri di relatori e governo sui circa 300 emendamenti presentati al ddl. Domani alle 14 si inizierà a votare. Sarti conferma che il ddl approderà in aula il 12 novembre.
Urla tra M5s e Lega – L’Ansa segnala anche che nell’aula del Mappamondo – dove si riuniscono le commissioni – si sono sentite anche delle urla. Per la precisione alle 11 era previsto l’ufficio di presidenza delle commissioni per stabilire il percorso del provvedimento e a seguire la seduta vera e propria, con l’atteso pronunciamento sull’ammissibilità dell’emendamento sulla prescrizione. Ma nell’aula del Mappamondo erano assenti i deputati della maggioranza e i due presidenti, entrambi dei 5 stelle. Alle 11,20 alcuni deputati del Pd (Gennaro Migliore, Emanuele Fiano, Franco Vazio) sono andati nell’ufficio della Sarti per sollecitare, ma lì era in corso una riunione del M5s con il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi. Alla fine i parlamentari della maggioranza sono arrivati (ma non i due presidenti) e uno dei relatori, Francesca Businarolo dei Cinquestelle, ha annunciato lo slittamento della seduta, il che ha suscitato le proteste delle opposizioni, anche perché è compito dei presidenti stabilire gli orari delle sedute. Fiano, raccontano fonti parlamentari del Movimento, avrebbe cercato di entrare nella stanza e Businarolo avrebbe invitato il parlamentare Pd ad uscire. Ma, sottolineano le stesse fonti, Fiano a quel punto si sarebbe rivolto alla collega M5s con le parole: “Signorina, se ne vada all’asilo”. Parole sulle quali le stesse fonti commentano duramente: “C’è stata una totale mancanza di rispetto”. Interpellato dall’Ansa sull’accaduto Fiano spiega: “Su quella frase mi scuserò alla ripresa dei lavori. E racconterò anche il resto”. Quindi ha spiegato: “La collega Businarolo, che non conoscevo, eponendomi una mano sul corpo, mi ha detto: tu non hai nessun diritto di entrare in quella stanza. Io le ho spiegato che avevo bussato e mi era stato detto di farmi avanti. Ne è nato un diverbio, per il quale mi sono formalmente scusato. Mi dispiace che la collega si sia sentita offesa, colpa mia. Adesso però per me episodio finito”.
Renzi: “C’è norma salva Casaleggio” – Nel frattempo nel dibattito sull’Anticorruzione interviene anche Matteo Renzi: l’ex premier sostiene che nel ddl c’è un “norma salva Casaleggio“. Il senatore del Pd cita “Marco Canestrari (ex collaboratore di Gianroberto Casaleggio, ndr), profondo conoscitore del M5S, che scrive (ironicamente) su Twitter ‘finalmente in arrivo la norma salva Casaleggio che tutti aspettavamo, nascosta nella legge anticorruzionè”. Il riferimento è per quella norma, prevista nella parte della riforma dedicata al finanziamento della politica, che obbliga “un partito o movimento politico” a “essere collegato ad una sola fondazione o ad una associazione”. Per Canestrari sarebbe una legge che servirebbe a legare il M5s all’associazione Rousseau.
L'articolo Decreto Sicurezza, il governo chiede la fiducia al Senato. M5s: “Lega sia leale sulla prescrizione o rischia” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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