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lunedì 31 dicembre 2018

M5s, espulso De Falco e altri tre eletti. Lui: “Incostituzionale”. Ma Di Maio: “Scelte dure e giuste, nessuno indispensabile”

I probiviri del Movimento 5 stelle hanno stabilito quattro espulsioni: sono da considerarsi fuori dal M5s i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, così come gli eurodeputati Giulia Moi e Marco Valli. E’ stato invece deciso un richiamo per il senatore Lello Ciampolillo. Sono ancora pendenti i procedimenti disciplinari nei confronti di Elena Fattori e Paola Nugnes. Archiviate invece le posizioni di Matteo Mantero e Virginia La Mura. La decisione è stata pubblicata sul Blog delle Stelle nel primo pomeriggio del 31 dicembre: il procedimento era stato aperto per tutti e quattro nei mesi scorsi, ma per motivi diversi. La data di chiusura del procedimento non era stata stabilita e dipendeva dal tempo ritenuto necessario dagli stessi probiviri.

“Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile”, ha commentato il vicepremier M5s Luigi Di Maio. “Sono provvedimenti duri e giusti. E se ci sono altri senatori o deputati che non intendono più sostenere il contratto di governo, per quanto mi riguarda sono fuori dal Movimento, anche a costo di andarcene tutti a casa. Il rispetto degli elettori viene prima di tutto. Quando i candidati del Movimento 5 stelle entrano nelle liste accettano alcune regole, poche e chiare, che sono vincolanti per la loro candidatura. Tutti gli eletti del Movimento in Parlamento hanno quindi firmato e accettato anche la regola presente nel Codice Etico, per cui i nostri parlamentari sono tenuti sempre a votare la fiducia ad un governo in cui il Movimento è parte della maggioranza. Nel Codice c’è infatti scritto che i portavoce eletti si impegnano ‘a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle’. Qualcuno dopo aver ottenuto l’elezione, ha cominciato a rinnegare regole e programmi. Qualcuno crede che per il solo fatto di essere senatore allora sia indispensabile per il governo e per questo possa trasgredire le regole che ha firmato. Non è così. Noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con i cittadini”.

L’espulsione destinata a far più discutere è quella di Gregorio De Falco, il comandante della Guardia costiera diventato famoso per aver intimato a Schettino di risalire a bordo della Costa Concordia. “Mi dispiace molto e non me lo aspettavo”, è stato il suo primo commento. “E’ una decisione abnorme e incostituzionale“, ha poi aggiunto. “Confidavo nel fatto che ci fosse uno spazio di democrazia che invece, a quanto pare, non c’è”. Secondo De Falco, l’espulsione è stata dovuta alla sua decisione di astenersi durante la fiducia sulla Manovra: “La mia espulsione è illegittima”, ha detto. “Avrebbero voluto che la votassi a scatola chiusa”. A lui i probiviri contestano “reiterate violazioni” dell’articolo 11 dello Statuto, appunto l’articolo che regola le sanzioni disciplinari a cui può andare incontro un portavoce dei 5 stelle, e dell’articolo 3 del codice etico, ovvero quello che parla degli obblighi per i portavoce eletti con il M5s. I probiviri non entrano nel dettaglio di queste presunte “violazioni”. Negli ultimi mesi, la rottura più significativa del senatore De Falco con il Movimento è avvenuta durante il voto sul decreto Sicurezza: in quel caso, al momento della votazione, ha deciso di uscire dall’Aula. Proprio contro il provvedimento fortemente voluto dal Carroccio, il senatore ha rilasciato numerose interviste in cui ne condannava i contenuti: “Non defletto sui principi”, aveva dichiarato ribadendo di non voler togliere i suoi emendamenti nonostante le pressioni dello stesso Luigi Di Maio. Un altro episodio che aveva creato numerosi malumori dentro il Movimento, risale alla discussione in commissione sul decreto Genova: il 13 novembre scorso infatti, De Falco ha votato a favore di un emendamento di Forza Italia che di fatto avrebbe annullato il condono per Ischia e per la prima volta la maggioranza è andata sotto.

Diversa la situazione per il senatore Saverio De Bonis, eletto in Basilicata per il suo primo mandato in Parlamento. Il portavoce M5s nel 2017 è infatti stato condannato in appello dalla Corte dei Conti a un risarcimento per la Regione di 2800 euro più le spese legali. L’accusa era quella di aver dichiarato di essere un “giovane imprenditore (ovvero attivo da meno di 5 anni)” per poter ricevere fondi pubblici, mentre in realtà la sua azienda era nata 8 anni prima. Sul fronte penale, De Bonis era invece stato accusato per falso ideologico e rinviato a giudizio per truffa. Entrambi i casi si sono risolti con la prescrizione. I 5 stelle hanno sempre detto, ufficialmente, di non essere a conoscenza di queste vicende e, dicono, De Bonis non le aveva comunicate prima della candidatura. Per questo i probiviri, richiamando l’articolo 11 dello Statuto e il 6 del Codice etico, hanno stabilito la sua espulsione dal Movimento.

I probiviri hanno quindi deciso l’espulsione di due eurodeputati che invece si erano già autosospesi per motivazioni diverse. La prima è Giulia Moi, eletta cinque anni fa in Sardegna. La parlamentare europea ha avuto molti problemi dentro il gruppo e da febbraio 2018 si era autosospesa. A ottobre scorso è stata sanzionata dal Parlamento Ue per “molestie psicologiche” nei confronti del suo assistente. Infine Marco Valli: l’europarlamentare eletto in Lombardia è stato da sempre considerato uno degli esponenti di punta del Movimento a Bruxelles, salvo poi finire al centro delle polemiche per aver dichiarato di essere laureato in Economia alla Bocconi, mentre all’istituto non risulta mai esserci stata una sua iscrizione.

L'articolo M5s, espulso De Falco e altri tre eletti. Lui: “Incostituzionale”. Ma Di Maio: “Scelte dure e giuste, nessuno indispensabile” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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