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lunedì 11 febbraio 2019

Elezioni Abruzzo, delusione M5s. Paragone: “Voto marginale”. Ma c’è chi chiede riflessione: “Governo sbilanciato su Lega”

Quasi duecentomila voti persi rispetto alle elezioni politiche, 25mila in meno in confronto con le Regionali del 2014 e la candidata Sara Marcozzi terza classificata. Il giorno dopo l’appuntamento elettorale in Abruzzo, i 5 stelle devono fare i conti con un risultato deludente che inevitabilmente avrà effetti anche sugli equilibri interni al governo. Tace Luigi Di Maio per il momento, che era stato tra i leader più impegnati nella campagna elettorale, mentre cominciano ad aprirsi delle riflessioni interne. Il senatore Gianluigi Paragone, tra i più vicini ai vertici, ha cercato di sminuire: “Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli: il voto delle amministrative è marginale e si prendono in considerazione aspetti della quotidianità, è un voto che riguarda soprattutto la sanità”, ha detto intervistato da Radio Cusano Campus. La stessa Marcozzi ha detto che “il M5s non ha nulla da rimproverarsi, ha confermato il risultato di 5 anni fa. La sconfitta è del Pd e di FI che hanno consegnato i loro voti alla Lega”, ha detto. “Sono loro che dovrebbero farsi un esame di coscienza”.

In realtà l’esame di coscienza interno è iniziato e, oltre alle solite voci critiche, altri parlamentari hanno iniziato a esporsi per chiedere che il risultato elettorale sia l’inizio di una riflessione interna: “Questi risultati devono portarci a riflettere tutti!”, ha scritto il deputato Davide Galantino. “Al di là dei meccanismi delle elezioni regionali abbiamo perso 20 punti rispetto alle ultime politiche nonostante ci fossero meno liste in corsa. Ostentare risultati e alimentare troppe speranze non paga. Bisogna essere sinceri e soprattutto saper chiedere scusa quando non puoi mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale”. E ha concluso: “Che ci serva di lezione! Il vero cambiamento arriverà quando ogni cittadino italiano potrà essere orgoglioso dei suoi rappresentanti. Il popolo abruzzese ha scelto e va rispettato per le sue scelte. A Sara Marcozzi auguro buon lavoro, sono sicuro che con la carica che ci ha trasmesso in questi giorni saprà ottenere comunque grandi risultati”.

Molto critico anche il deputato M5s Giorgio Trizzino: “Il risultato elettorale in Abruzzo deve fare riflettere”, ha detto. “Il governo del cambiamento è una intuizione che in qualche modo potrebbe ricordare le ‘convergenze parallele’ di Aldo Moro. Ma mentre Moro puntava ad una geniale operazione di inclusione sociale e politica in nome di una idea grande della Democrazia e della Giustizia Sociale, la Lega di Salvini, oggi forte del consenso imprenditoriale del Nord e di vaste fasce di popolazione del centro e del sud e della propria struttura organizzativa, ha puntato scientificamente fin dal primo momento ad indebolire ideologicamente e politicamente il movimento 5S, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via”. Trizzino va oltre: “E così un programma di governo nato ‘paritario’ quando invece avrebbe dovuto rispettare i rapporti di 2/3 e 1/3, vede oggi un deciso sbilanciamento sugli interessi dei ceti rappresentati dalla Lega in un contesto politico generale nel quale Salvini ha imposto i temi ideologici della chiusura razziale e della sicurezza personale, compromettendo l’identità plurale, sociale e tollerante del Movimento 5S. Se così è, sono chiare le prossime mosse della Lega. Esasperare ulteriormente il confronto ideologico su Sicurezza e Immigrazione (se Orlando non ci fosse stato bisognava inventarlo), portare a casa l’autonomia delle regioni del Nord, mortificando ancora di più il Movimento, vincere le Europee e lasciare ai 5S la scelta di continuare a servire o rompere l’alleanza nel momento della massima debolezza. Di fatto Salvini lavora ad un nuovo grande blocco sociale del Nord del Paese a danno del Sud e dei ceti popolari. Qualunque iniziativa politica che non si ponga l’obiettivo di contrastare e battere questa lucida strategia e` destinata a infrangersi con gravi conseguenze per il Paese tutto. Per tale considerazione chi vuole fermare veramente la stagione della chiusura “verso gli altri” e la rottura del Paese deve porsi il tema dei nuovi soggetti politici coerenti con la fase attuale e delle alleanze possibili”.

Molto critica, come già negli ultimi mesi la senatrice dissidente Elena Fattori: “Purtroppo tradire la propria identità non paga”, ha detto. “Spero fortemente che ci sia uno scatto di orgoglio da parte del mondo 5 Stelle prima delle europee per non lasciare che abbiano la meglio le peggiori destre sovraniste. La sovranità che proponeva il Movimento era un approccio diverso. Sicuramente occorre un ripensamento delle modalità usate sin qui che hanno avuto un effetto devastante sulla natura profonda e sulla fiducia nel Movimento. Purtroppo chi lo aveva capito sin dall’inizio non solo non è stato ascoltato ma emarginato nelle azioni politiche reali. Non è ancora troppo tardi ma rischia di essere tardi molto presto”.

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