“Firme di 70 senatori contro di me? E’ un malinteso. E’ una procedura interna per modificare lo statuto del gruppo”. Luigi Di Maio, intervenendo da New York dove è impegnato per l’assemblea generale dell’Onu, ha confermato la notizia delle tensioni all’assemblea dei senatori 5 stelle, ma ha anche negato che ci sia in corso una rottura tra i parlamentari. “Sono stato eletto capo politico con l’80% di preferenze”, ha detto intervistato da RaiNews 24, “non con il 100% ed è giusto che ci sia chi non è d’accordo ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me… Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: ‘non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare'”.
La raccolta firme è stata fatta dal senatore Emanuele Dessì ed è stata sottoscritta da 70 persone su 107. “Ho sentito il senatore che ha raccolto le firme, Dessì, e anche molti dei senatori che avevano firmato il documento”, ha detto sempre Di Maio a SkyTg24, “in realtà guardando il documento non si parla né del capo politico né della leadership del Movimento. È una procedura interna per modificare lo statuto del gruppo, è legittimo e rientra nelle dinamiche del gruppo parlamentare, ed è firmato da persone con cui lavoriamo ogni giorno. Credo che sia stato un grande malinteso”. I malumori del gruppo al Senato non sono una novità, ma vanno avanti da mesi e anche per questo negli ultimi mesi è stata lanciata la “riorganizzazione del Movimento”: “La mia idea di ristrutturare il Movimento con il Team del futuro e i Facilitatori regionali sarà portata avanti e nei prossimi mesi avremo un’organizzazione del Movimento che prima non ha mai avuto”, ha detto sempre Di Maio.
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