Il ritorno di Filippo Nogarin. L’ex sindaco di Livorno da settembre, come ha raccontato il Foglio, è diventato consigliere politico del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, esponente del M5s. In sostanza sarà il suo braccio destro, all’ex primo cittadino – che ha fallito l’elezione alle Europee – sarano affidati i dossier legislativi più spinosi per poter prendere una decisione politica. Nogarin, tramontata anche l’ipotesi che potesse diventare sottosegretario – è imputato per omicidio colposo per l’alluvione del 2017 a Livorno (8 morti), ma la circostanza non sembra sfiorare il Movimento 5 Stelle che delle liste pulite e dei componenti di governo senza indagini a carico ha sempre fatto una battaglia storica. Nogarin risponde: “Il processo non c’è ancora (è stato chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare sarà a gennaio, ndr). Poi il reato che mi viene contestato dai magistrati è di natura colposa e il M5s è sempre stato chiaro sulla questione: un conto sono le ipotesi dolose, un altro quelle colpose. Altrimenti basta una querela e una denuncia qualunque per far morire sul nascere una carriera politica”. A chi lo chiama “riciclato” o “uomo per tutte le stagioni”, risponde che non è così per le oltre 30mila preferenze raccolte alle Europee “guadagnate sul campo”: “Contro di me è in atto una campagna di odio che dura da mesi – conclude – Dire che sono un ‘riciclato’ o un ‘trombato’ è una follia e infatti lo dice qualche pennivendolo che non sa cosa scrivere”.
Da tempo si parlava di Nogarin come di una figura spendibile dai Cinquestelle a livello nazionale, grazie alla vittoria alle Comunali del 2014 quando l’ingegnere aerospaziale di 49 anni spazzò via la sinistra nella città che dette i natali al Pci. Dopo cinque anni di governo grillino, però, Nogarin ad aprile aveva deciso di non ricandidarsi per un secondo mandato, bloccato anche dall’inchiesta sull’alluvione. E mentre i Cinquestelle sono crollati alle Comunali di Livorno (la candidata, la vicesindaco Stella Sorgente, è arrivata terza), Nogarin aveva provato a volare a Strasburgo, invano. Ma nonostante la posizione da capolista nella circoscrizione Centro non è riuscito a farsi eleggere, complice il crollo del M5s in tutta Italia (alla fine ha raccolto 33mila preferenze, meno dei due eurodeputati poi eletti Fabio Massimo Castaldo e Daniela Rondinelli).
Dopo un’estate vissuta tra gli scogli di Quercianella e la stesura di un libro di memorie, ad agosto si era fatto il nome di Nogarin come possibile sottosegretario del governo Conte 2: non era passata inosservata la sua visita proprio al neoministro D’Incà il giorno del giuramento dell’esecutivo giallorosso. Adesso, tutto si spiega, con l’assunzione a Palazzo Chigi, dove ha sede il ministero per cui lavora: “Io e Federico siamo amici da tempo – racconta l’ex sindaco di Livorno – Adesso mi ha chiamato a Roma per dargli una mano: quando ci sono delle questioni politiche specifiche di cui occuparsi, mi affida i dossier. Per esempio in questi giorni mi sono occupato di un’interpretazione di una legge del 1954 sui pescatori di Chioggia”. Non è escluso che nelle prossime settimane il Movimento gli affidi un ruolo ancora più importante, magari nell’ambito di quella riorganizzazione interna più volte annunciata dai vertici grillini.
L'articolo Filippo Nogarin, l’ex sindaco (imputato per l’alluvione) consulente del ministro D’Incà: “Io riciclato? Contro di me campagna d’odio” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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