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giovedì 24 settembre 2020

M5s, parlamentari si riuniscono: sotto accusa Rousseau e gli Stati generali. Buffagni: “Toni e persone inadeguate, basta fare gli struzzi”

Non sarà una vera e propria resa dei conti (molti dei leader in causa saranno assenti), ma una prima assemblea per affrontare finalmente i malumori che da settimane agitano il Movimento 5 stelle. Alle 18 deputati e senatori si riuniscono infatti per una riunione congiunta, in un clima che si annuncia già molto teso. All’ordine del giorno ci sarà sicuramente l’organizzazione degli Stati generali (per il rinnovo del capo politico e non solo), ma anche alcuni dei temi che stanno spaccando i 5 stelle. Innanzitutto la gestione della piattaforma Rousseau e il ruolo di Davide Casaleggio. Saranno i capigruppo Davide Crippa e Gianluca Perilli a condurre l’assemblea. Non è ancora stato chiarito se il capo politico Vito Crimi sarà presente.

Il rischio è che le dinamiche interne si riducano, come già evidenziato da molti big, a una vera e propria guerra tra bande. Oggi lo ha ribadito Roberto Fico: “Basta con le battaglie intestine, dobbiamo avere una collegialità maggiore, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano da verticismo troppo spinto che c’è stato”. E quelle parole, in molti, le hanno lette come un attacco all’ex capo politico (ancora molto presente) Luigi Di Maio. Un’altra riflessione che oggi ha fatto molto discutere è quella di Stefano Buffagni, viceministro M5s: “Io continuo la mia lotta”, ha scritto su Facebook, “anche se spesso è sfiancante e demotivante: l’inadeguatezza di certe scelte, di talune persone, e dei toni nel Movimento 5 Stelle è alla base della situazione che stiamo affrontando. Spero finiremo di fare gli struzzi, capendo nei modi e nelle sedi giuste come cambiare, cacciando anche ‘i mercanti dal tempio'”.

Secondo i parlamentari sarà appunto la piattaforma Rousseau il “primo” bersaglio dei deputati e senatori. Come se non bastassero le difficoltà organizzative, un’altra delle guerre sotterranee in corso è proprio quella contro Davide Casaleggio. E non è un caso che i probiviri del Movimento, in questi giorni, hanno aperto il procedimento disciplinare nei confronti di chi ha fatto campagna per il No al referendum, procedimento che si aggiunge a quello, annunciato dallo stesso Casaleggio, per i “morosi” sulle rendicontazioni. E da una parte dei gruppi l’accusa al numero uno di Rousseau non è marginale: aver cambiato, sul sito tirendiconto.it, il termine entro cui essere in regola con le restituzioni (non più entro aprile ma entro i due mesi precedenti) prima di inviare la mail d’avvertimento agli eletti. Termini che, pochi giorni dopo, è stato poi ricambiato tornando all’iniziale deadline di aprile.

In questi delicati equilibri interni, si inserisce la figura di Giuseppe Conte. Che oggi, intervistato da la Stampa, ha risposto a una domanda sulla possibilità che sia lui a guidare il Movimento. “Parliamo di una straordinaria esperienza che ha profondamente innovato la politica italiana e che ora è chiamata a compiere un salto che auspico avvenga all’esito di un confronto franco e sereno fra le varie anime. Per quanto mi riguarda, l’impegno di governo è assorbente e richiede la mia massima concentrazione”. Insomma, diventare guida del Movimento non è nei suoi piani imminenti, ma non esclude categoricamente di poter avere un ruolo (anche in vista della prossima legislatura).

In merito alle dinamiche interne al Movimento, si è espresso anche il segretario Pd Nicola Zingaretti: “Non voglio fuggire alle domande”, ha detto, “ma non è corretto che sia io a mettere bocca, nel Movimento c’è dibattito ed è confermato che M5s è composito, non è un monolite da regalare alla destra di Salvini. Mi auguro che l’esito del confronto interno porti a capire che ora abbiamo una missione comune, abbiamo salvato l’Italia, ora abbiamo la missione di rilanciare l’economia, rimettere in campo un progetto, creare lavoro e combattere disuguaglianze”.

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