Andiamo avanti? “Mai indietro“. Giuseppe Conte parla nel day after dello strappo definitivo di Beppe Grillo. Lo fa davanti casa sua a Roma, intercettato dall’agenzia Lapresse, mentre – in tenuta sportiva – stava andando a giocare a tennis insieme alla compagna Olivia Palladino. L’ex premier dice di esserci rimasto male per il post di Grillo, “ma non tanto per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per una intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. E’ una grande mortificazione per tutti loro”, ha spiegato.
Poche parole, che trasmettono bene l’umore dell’ex presidente del consiglio. Aveva raccolto l’invito di Grillo a prendere in mano il Movimento e rilanciarlo. Negli ultimi quattro mesi ha lavorato al nuovo statuto, ha mediato con Davide Casaleggio per ottenere i dati degli iscritti, ha fatto in modo che venisse costruita una nuova piattaforma digitale. Parallelamente ha seguito le trattative per i candidati alle amministrative dell’autunno prossimo, senza dimenticare la linea politica da seguire nei confronti del governo di Mario Draghi. Solo che poi è arrivato lo strappo di Grillo, ufficializzato ieri con un post in cui il fondatore del M5s definisce l’ex premier come uno che “non potrà” risolvere i problemi del M5s “perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”. Un attacco frontale che ha spaccato i 5 stelle, visto che tra l’altro Grillo ha deciso di tornare da Casaleggio e di varare su Rousseau nuove elezioni per il direttorio a cinque, il modello di gestione ideato prima dell’avvento di Conte e che lo stesso fondatore aveva cancellato per puntare sull’ex premier.
E mentre il mondo dei 5 stelle è sotto choc, con i parlamentari che si dividono tra “contiani” e “grillini”, anche gli alleati sono in fibrillazione. “E’ una rottura pesante che non mi aspettavo”, dice Enrico Letta in un colloquio pubblicato sul quotidiano La Stampa. “Le cose che mi preoccupano sono due: il timore di dare un vantaggio alla destra, e il rischio che tutto questo influisca sulla partita del Quirinale, che è una partita importante e delicatissima” spiega il segretario del Pd. Che non ha sentito Conte e sull’eventualità che l’ex premier dia vita a un suo partito, dice: “In questo momento credo sia impossibile fare qualunque tipo di previsione. Ci avviamo al tempo finale della legislatura, quello in cui si sceglierà il presidente della Repubblica, e lì bisogna essere determinati e con le idee chiare”.
Commenta le vicissitudini dei 5 stelle anche Roberto Gualtieri, che di Conte è stato ministro dell’Economia e ora corre come candidato sindaco a Roma: “Colpisce che chi aveva contribuito a chiedere a Giuseppe Conte di fare il leader di quel partito e adesso usi verso di lui giudizi sprezzanti e onestamente anche ingenerosi. Quindi colpisce la risposta molto dura e chiusa di Grillo a Conte”, spiega a Radio 24.
“Naturalmente noi che puntiamo per le prossime elezioni politiche a una coalizione di centrosinistra allargata anche ai Cinquestelle, che contrasti così un pericolo di un governo della destra che sarebbe disastroso per l’Italia, seguiamo con attenzione e preoccupazione questi sviluppi”, aggiunge l’ex ministro.
L'articolo M5s, Conte dopo la rottura di Grillo: “Svolta autarchica è una mortificazione per una intera comunità. Andiamo avanti? Mai indietro” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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