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lunedì 11 luglio 2022

Camera, i 5 stelle non parteciperanno al voto sul decreto Aiuti. Berlusconi: “Draghi faccia verifica di maggioranza”

“A breve dichiarazione di voto Presidente Crippa su Dl Aiuti. Sul voto finale NON parteciperemo al voto. Già dati i 20 minuti. Raggiungere l’Aula”. È l’sms ricevuto dai deputati del Movimento 5 stelle a pochi minuti dal voto finale sul decreto Aiuti alla Camera. E’ la conferma di quanto circolava già nelle scorse ore: alla Camera i 5 stelle lasceranno platealmente l’Aula al voto sul testo, dopo aver però dato disco verde alla fiducia giovedì scorso.

Le parole di Crippa – Pochi minuti dopo è proprio lo stesso capogruppo M5s a ufficializzarlo nelle dichiarazioni di voto: “I deputati M5S – ha detto Davide Crippa – non parteciperanno alla votazione finale sul dl Aiuti”. “Il nostro sostegno al governo è stato esplicitato con la fiducia”, ha sottolineato, ribandendo che “oggi per questioni puntuali, pur rilevando l’utilità di parte delle misure ma non valutando bene i metodi annuncio il mio gruppo non partecipa alla votazione finale”. “Non abbiamo trovato una spiegazione razionale nella forzatura perpetrata in Consiglio dei ministri e in Parlamento quando si è voluto inserire la questione dell’inceneritore di Roma“, aggiunge Crippa: “Abbiamo provato a modificare quel provvedimento”, spiega, sottolineando che “la strada dell’incenerimento non può essere la prima soluzione per una problematica così complessa. Non risolve la vera emergenza degli italiani, che è l’impennata del prezzo dell’energia”.

Giovedì al Senato – Per il Movimento ora si apre il fronte più caldo sul dl aiuti. Centrale la giornata di giovedì al Senato dove il voto, sempre sul Dl Aiuti, non può essere disgiunto: bisognerà dire sì o no alla fiducia e, dunque, al decreto che ha dentro la dibattuta norma, contestata dal M5s, che apre la strada al termovalorizzatore a Roma. L’idea che prevaleva già la scorsa settimana tra i senatori M5S ma anche nei vertici pentastellati, come confermato ieri in un’intervista dal capodelegazione del Movimento al governo Stefano Patuanelli, era quella di non partecipare al voto in Aula, così da non impattare sulla tenuta del governo ma lanciando al contempo un segnale forte a Palazzo Chigi. Sulla questione, in realtà, al momento tace il leader Giuseppe Conte, che non ha sciolto la riserva sulla linea da tenere, anche se la strada dell’Aventino parlamentare sembra al momento quella più percorribile. Lo è quanto meno per i senatori 5 Stelle, pronti al pressing sul loro leader per tenere la linea dura, costi quel che costi.

La richiesta di Berlusconi – Intanto interviene anche il leader di Forza Italia. Silvio Berlusconi chiede una verifica della maggioranza “al fine di comprendere – dice – quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”. Al presidente Draghi , Berlusconi chiede di “sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria“, definendo la posizione del Movimento 5 Stelle “un atto di schizofrenia politica“.

Ricevuta la lettera con i 9 punti richiesti dal Movimento 5 stelle per rilanciare l’azione del governo, si attende adesso una risposta da Mario Draghi. Il “segnale” potrebbe arrivare già martedì, quando il presidente del Consiglio vedrà i sindacati per parlare di lavoro – dal taglio del cuneo fiscale al salario minimo – tra i temi più caldi e sentiti nel documento che Conte ha consegnato al premier lunedì scorso. Secondo indiscrezioni ci sarebbero comunque già una decina di senatori M5s pronti a non votare la fiducia. Al Senato un’eventuale assenza dei 5 Stelle sarebbe ancor più fragorosa, con conseguenze potenzialmente dirompenti.

L'articolo Camera, i 5 stelle non parteciperanno al voto sul decreto Aiuti. Berlusconi: “Draghi faccia verifica di maggioranza” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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