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martedì 17 gennaio 2023

Csm, c’è l’accordo sui nomi dei laici: quattro a FdI, uno solo a Fi. La Lega manda i “suoi” avvocati, Renzi e Calenda scelgono Carbone

I partiti hanno raggiunto l’intesa sui nomi dei dieci membri laici (professori universitari ordinari in materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di esercizio) da eleggere al nuovo Consiglio superiore della magistratura. Confermata la spartizione di massima prevista nelle scorse settimane: sette consiglieri alla maggioranza e tre all’opposizione. Rispetto allo schema accreditato, però, Fratelli d’Italia è riuscita a strappare un consigliere in più: ne avrà quattro, mentre Forza Italia si accontenterà di uno solo. Come previsto sono due le poltrone assegnate alla Lega e uno a testa i consiglieri in quota Pd, Movimento 5 stelle e Azione-Italia viva (che sulla giustizia, però, ha posizioni quasi identiche a quelle del partito di Silvio Berlusconi). La seduta comune del Parlamento che dovrà votare i laici è convocata per le 16, mentre i venti membri “togati” (cioè magistrati) sono già stati scelti da giudici e pm lo scorso settembre. A differenza di tutti i pronostici della vigilia, dunque, è quasi certo che si avrà la “fumata bianca” già al primo scrutinio segreto. Per l’elezione è necessaria la maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’assemblea.

Ecco i nomi su cui è stato trovato l’accordo. Fratelli d’Italia manderà al Csm l’ex deputata Isabella Bertolini (alla Camera dal 2001 al 2013 con Forza Italia e il Pdl), le avvocatesse Daniela Bianchini e Rosanna Natoli (candidata non eletta alle scorse politiche) e il presidente della fondazione Alleanza Nazionale Giuseppe Valentino, ex senatore e sottosegretario, in pole per la vicepresidenza dell’organo di palazzo dei Marescialli (la presidenza spetta di diritto al capo dello Stato). La Lega ha scelto due avvocati “in casa”: Claudia Eccher, che ha difeso Matteo Salvini in vari processi, e Fabio Pinelli, legale di Luca Morisi, di Armando Siri e della Regione Veneto di Luca Zaia. Per Fi c’è Enrico Aimi, senatore nella scorsa legislatura, mentre non sono passati alcuni nomi forti che comparivano nell’elenco delle autocandidature (novità introdotta dalla riforma Cartabia): l’ex legale di Silvio Berlusconi Gaetano Pecorella, gli ex parlamentari Roberto Cassinelli e Luigi Vitali (Forza Italia) e Francesco Urraro (Lega).

Pd e Movimento 5 stelle hanno optato per due professori universitari: il nome dei dem è Roberto Romboli, costituzionalista dell’università di Pisa e studioso dell’ordinamento giudiziario (la legge che regola il funzionamento della magistratura); quello dei pentastellati è Michele Papa, ordinario di Diritto penale all’università di Firenze (lo stesso ateneo in cui lavorava Giuseppe Conte). La scelta più “politica” è quella di Azione e Italia viva: al Csm manderanno Ernesto Carbone, renzianissimo ex deputato del Pd famoso per il “ciaone” con cui accolse il mancato quorum al referendum contro le trivelle nel 2016. Non è entrata nel “pacchetto”, invece, la candidata di Verdi e Sinistra Italiana Tamar Pitch, filosofa del diritto all’Università di Perugia ed esperta in femminismo e studi giuridici di genere.

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