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martedì 20 giugno 2023

Berlusconi la beatificazione prosegue al Senato. Il falso di La Russa: Le accuse più gravi cadute nel nulla. M5s partecipa senza intervenire

Quando Silvio Berlusconi decide di scendere in campo, “accanto ai grandi successi e cambiamenti che impone alla politica, si crea un problema che lui denunzia come persecuzione, che è un problema non solo giudiziario ma a suo avviso anche mediatico, che durerà parecchi anni. Non si è mai sottolineato, però, che un giudice a Berlino Berlusconi lo troverà sempre, se è vero che tutte le accuse più gravi – tranne una, quella per cui è stato condannato – cadranno nel nulla“. Il presidente del Senato Ignazio La Russa inaugura con un falso storico la commemorazione del fondatore di Forza Italia, deceduto il 12 giugno scorso a 86 anni, nell’Aula di palazzo Madama (diretta video). Come sa chiunque conosca un minimo la sua vicenda giudiziaria, infatti, in buona parte dei 36 procedimenti penali a cui è stato sottoposto nel corso della sua vita, l’uomo di Arcore l’ha fatta franca grazie a cavilli, prescrizioni o depenalizzazioni ad personam, mentre i fatti oggetto di contestazione sono stati pienamente accertati. È il caso, tra gli altri, dei processi per falso in bilancio (All Iberian 2 e Sme), del processo Mills per corruzione in atti giudiziari e del processo Ruby ter.

Il M5s partecipa ma non interviene – Anche i senatori del Movimento 5 stelle hanno preso parte alla cerimonia, ma hanno scelto di non intervenire, spiegando le ragioni in una nota (in un primo momento era previsto l’intervento dell’ex ministro Stefano Patuanelli). “Il Movimento 5 Stelle parteciperà in silenzio alla commemorazione di Silvio Berlusconi che si terrà oggi al Senato della Repubblica. Per rispetto nei confronti della famiglia e della comunità politica che ha perso il suo leader, i parlamentari del Movimento 5 Stelle siederanno sui banchi dell’opposizione. Allo stesso tempo però, senza alcuna forma di ipocrisia, e in linea con i nostri valori e la nostra storia, nessuno dei parlamentari prenderà la parola. Abbiamo già nei giorni scorsi espresso la nostra opinione rispetto alla storia politica di Berlusconi e su questo non abbiamo cambiato idea”, si legge nel comunicato. “Come Movimento 5 Stelle abbiamo scelto di non partecipare a questa che certamente sarà l’ennesima beatificazione di un uomo che ha piegato tutto a proprio vantaggio e utilizzo, dalla giustizia, all’informazione, dalle istituzioni, ai corpi delle donne”, scrive su Facebook la vicecapogruppo Alessandra Maiorino.

La Russa: “Mettiamo nell’angolo gli odiatori impenitenti” – Sullo scranno che fu dell’ex premier, nell’emiciclo, a ricordarlo c’è un maxi fascio di rose bianche. Nei banchi del governo i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi degli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. “Si può dire che Berlusconi sia stato spesso colpito ma mai affondato. Chi ne ha apprezzato, come me, i molti pregi conserva un ricordo in cui le luci sovrastano di gran lunga le ombre. Ci lascia il rimpianto di non averlo accanto in un momento in cui l’Italia avrebbe ancora bisogno di lui, dei suoi consigli e del suo sorriso ammaliante“, dice La Russa dallo scranno più alto . E sembra attaccare i 5 stelle: “Berlusconi non c’è più o forse in qualche modo c’è più di prima. Mettiamo nell’angolo gli odiatori impenitenti ed emerge il giudizio sull’unicità dell’uomo. Mi consola il generale rispetto – con poche e non lodevoli eccezioni – che ha accompagnato la sua dipartita, anche da parte di chi non ha condiviso o non condivide le sue opinioni politiche. Rivolgiamo sentite condoglianze ai suoi familiari, ai tanti che gli sono stati vicino, alle persone che lo hanno accompagnato affettuosamente negli ultimi anni e in tutta la sua vita. Vi prego di osservare qualche secondo di silenzio in sua memoria”, conclude, seguito da un lungo applauso di quasi tutta l’Aula.

“Aveva un dono raro, quello di infondere coraggio nelle persone. La sua leadership ha lasciato un’impronta duratura. Ha davvero cambiato l’Italia. Per noi che siamo stati al suo fianco, per quella stragrande maggioranza del popolo italiano che ha riposto in lui fiducia, per questa comunità che oggi è orfana, Berlusconi resterà una luce“, ha detto nel suo intervento la capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli, berlusconiana di ferro. “Aveva sempre il sole in tasca. Odio e invidia non sapeva dove stessero di casa. Vittima di decisioni ingiuste, in questo Senato è tornato da vincitore, con l’orgoglio di chi non si è fatto piegare. La sua mancanza è un vuoto difficile da colmare ma i suoi insegnamenti resteranno un faro. Grazie presidente. Il suo spirito continuerà a vivere nei nostri cuori. Per me camminare al suo fianco, caro dottore, apprendere dalla sua saggezza, imparare a ridere degli insulti, è stato un privilegio assoluto di cui sarò infinitamente grata alla vita”, ha aggiunto, mostrandosi commossa. In tribuna, in rappresentanza della famiglia, era presente Gianni Letta, storico consigliere e sottosegretario dell’ex premier nei suoi anni a palazzo Chigi. Salutato da La Russa, ha risposto all’appluso dell’Aula con le mani giunte.

Tra i (pochi) interventi fuori dal coro delle lodi, degno di nota è stato quello della senatrice Julia Unterberger, parlamentare del Südtiroler Volkspartei e presidente del gruppo Per le Autonomie: “Silvio Berlusconi è stato senza dubbio uno dei protagonisti della vita politica di questo Paese. Oggi siamo qui per commemorarlo, però non siamo in un luogo di culto, siamo in Parlamento, il che impone di deviare dal de mortuis nihil nisi bonum (“dei morti nulla se non il bene”, ndr) per esprimere sincere considerazioni politiche. Devo ammettere che nel mondo tedesco non è facilmente comprensibile che una figura come Berlusconi sia riuscita per quattro volte a fare il presidente del Consiglio. Nella nostra concezione, il privilegio di guidare un Paese si accompagna alla necessità assoluta di affrancarsi dai propri interessi economici per perseguire solo il bene pubblico: cosa che di Berlusconi, con tutta la buona volontà, non si può dire. Ai politici di alto livello si chiede di essere un modello nel rispetto delle regole: Berlusconi non lo era. Diceva di sè di essere un liberale, ma temo che questo per lui significasse soprattutto non attenersi alle regole. Perché c’era ben poco di liberale nelle sue politiche sui diritti civili e su una politica economica basata sul protezionismo di certe categorie. Tant’è vero che nessuno ricorda una grande riforma nata nei suoi anni di governo”. L’intervento di Unterberger è stato interrotto più volte dalle contestazioni provenienti dai banchi del centrodestra.

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