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mercoledì 29 luglio 2020

Giochi pericolosi in maggioranza sulle commissioni parlamentari. Al Senato sacrificato Grasso: bocciato alla Giustizia

In aula la maggioranza ha dimostrato compattezza su temi decisivi per il futuro del Paese come lo scostamento di bilancio da 25 miliardi e il piano nazionale delle riforme, con un risultato che raggiunge addirittura i livelli della prima fiducia ottenuta dall’esecutivo a settembre 2019. Ma quando si tratta di poltrone i partiti di governo sbandano. Oggi in Parlamento era previsto un altro appuntamento decisivo: cioè il rinnovo di metà legislatura delle presidenze delle Commissioni parlamentari. E l’accordo tra Pd, M5s, Leu e Italia Viva non regge alla prova del voto segreto. Di mezzo ci va anche l’ex procuratore nazionale antimafia ed ex presidente del Senato Piero Grasso. Per lui era stata destinata la guida della commissione Giustizia a Palazzo Madama, ma al momento della votazione l’ha spuntata l’avvocato leghista Andrea Ostellari, avvocato padovano, nominato due anni fa dalla maggioranza gialloverde.

Quella delle Commissioni è una partita delicatissima – che si intreccia con altri dossier sul tavolo dei giallorosa – e a lungo attesa dal governo. Chi siede a capo di una Commissione, infatti, può orientare i lavori, influire sul calendario e di fatto esercitare un potere politico determinante quando si creano divisioni. Le votazioni sono iniziate intorno alle 19, ma subito si è registrato il primo incidente di percorso: la maggioranza è andata ko in Senato sulla nomina in commissione Agricoltura. La Lega ha confermato la poltrona a Gianpaolo Vallardi, mentre è stato battuto il candidato dei partiti alleati, il M5s Pietro Lorefice. Vallardi ha avuto 12 voti, Lorefice 10, più una scheda bianca. Sulla carta, l’opposizione aveva soltanto 9 voti.

“Dopo Gianpaolo Vallardi, anche Andrea Ostellari confermato presidente di commissione. Con il voto segreto vengono premiati il buon lavoro e la competenza della Lega. La maggioranza è in frantumi, completamente saltato l’inciucio 5Stelle-Pd”, ha attaccato il leader del Carroccio Matteo Salvini. Ma in Parlamento le votazioni vanno avanti. Finora Pd, M5s, Leu e Iv si sono aggiudicati 12 presidenze su 14 a Palazzo Madama (ne restano da votare altrettante alla Camera). Come da accordi sono stati eletti il dem Dario Parrini alla prima commissione, il M5s Vito Petrocelli agli Esteri, Riccardo Nencini di Iv-Psi alla Cultura, Susy Matrisciano del M5s alla Lavoro, Wilma Moronese del M5s alla commissione Ambiente, mentre il pentastellato Daniele Pesco è stato confermato alla guida della commissione Bilancio. Alle Finanze di Palazzo Madama arriva invece Luciano D’Alfonso (senatore Pd, che ha ottenuto 4 voti in più), l’ex ministra Roberta Pinotti va alla Difesa e il senatore dem Dario Stefano alle Politiche Ue. Mauro Coltorti del M5S viene confermato alla guida della commissione Lavori Pubblici, mentre Gianni Pietro Girotto, sempre pentastellato, presiederà la commissione Industria. Alla senatrice di Italia Viva, Annamaria Parente, vien affidata la guida della commissione Igiene e Sanità.

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