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lunedì 16 dicembre 2019

Manovra, si vota la fiducia in Senato. In serata vertice di maggioranza, Boccia (Pd): “Con conflitto permanente, chiamiamo game over”

È il giorno del voto in Senato della fiducia alla Legge di Bilancio. Dal risultato dell’aula dipenderà il futuro della manovra, visto che, in caso di approvazione, difficilmente si dovrebbe arrivare a stravolgimenti alla Camera, consegnando così al Paese la versione definitiva della legge, dopo l’esame del maxi emendamento del Governo e della verifica delle relative coperture svolte dal ministero dell’Economia. Atteso anche l’intervento di Matteo Renzi, che parlerà in aula, mentre stasera la maggioranza si riunirà a Palazzo Chigi sull'”agenda 2023″ invocata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con particolare attenzione al tema della Giustizia e dell’Autonomia. Intanto, però, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro del Pd per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, lancia l’avvertimento ai partner all’esecutivo: “Molti ministri lavorano per ricostruire un legame di fiducia con le viscere del Paese. Se però si vive in un conflitto permanente e quando si arriva ai conti c’è sempre un semaforo rosso, penso sia inevitabile per il Pd chiamare il game over“.

Due misure sono ancora in discussione: la norma che allenta le maglie sulla cannabis light e l’introduzione della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie online allo 0,04%. Le polemiche con le opposizioni riguardano soprattutto il Movimento 5 Stelle riguardo all’approvazione da parte della Commissione Bilancio dell’emendamento che prevede che la canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% non sia più considerata come una sostanza stupefacente.

Le parole di Boccia, però, puntano a imprimere un cambio di atteggiamento all’interno della maggioranza di governo, tornando a sottolineare le frizioni all’interno della maggioranza, emerse anche in occasione dei provvedimenti da mettere in campo per il salvataggio della Banca Popolare di Bari. “Se il Pd deve essere il partito che incolla i cocci, mentre gli altri stanno sulla pedana a dire solo sì o no, hanno fatto male i conti – continua Boccia – Senza una posizione seria e comune su cosa debba essere lo Stato regolatore, da Bpb a Ilva, da Alitalia a Whirlpool, non si va lontano. Il Pd ha idee chiare, se gli altri partiti vanno a tentativi quotidiani è un problema serio”. E le tensioni, ricorda il ministro, si sono manifestate anche in sede europea, quando ci si è trovati ad andare a discutere di Mes con i ministri dell’Economia dei 27: “Non si può vivere di tira e molla. Sull’Europa si era partiti col sì per von der Leyen, poi sul Mes hanno rimesso tutto in discussione. E così sulla giustizia. Ho trovato il tutti contro tutti. Ora c’è l’unanimità delle istituzioni territoriali e però manca la maggioranza. Il M5s dice ‘poi vediamo’, ma così non si va lontano”.

Quando si passa, invece, agli elogi, Boccia nomina per primo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che sulla PopBari “fa un lavoro straordinario e cuce ogni giorno, con pazienza e generosità. Quando bisogna fare un intervento a mercati chiusi lo decidono ministro dell’Economia e premier. E ci si fida, punto”. Quanto all’assenza al vertice di governo di Matteo Renzi e Luigi Di Maio, “Conte e Gualtieri sono stati corretti. Invece di fuggire, dobbiamo assumerci la responsabilità di garantire risparmiatori, lavoratori, clienti e fornitori, per la Puglia e per l’interno Mezzogiorno. Quando il mercato fallisce tocca allo Stato e io auspico che entri il Mediocredito centrale, con Invitalia e con manager all’altezza”. E su Bankitalia: “Le autorità indipendenti non vanno screditate senza adeguate informazioni. Il Parlamento ha gli strumenti per verificare il lavoro svolto e non è serio minacciare. Tocca alla magistratura dire chi ha sbagliato e io mi fido”.

I contrasti all’interno della maggioranza e i provvedimenti per il salvataggio della Popolare di Bari, decisi nel fine settimana proprio per non creare scossoni nei mercati, non hanno avuto conseguenze in Borsa: l’indice Ftse Mib a Piazza Affari segna infatti un rialzo dello 0,45% a 23.435 punti.

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