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martedì 29 giugno 2021

Grillo, lo strappo definitivo con Conte: “Lui non può risolvere i problemi del M5s. Non ha visione politica né capacità manageriale”. E torna da Casaleggio: “Votazione del direttorio su Rousseau”

Quello che è probabilmente lo strappo definitivo di Beppe Grillo con Giuseppe Conte arriva come tutti i passaggi storici del Movimento 5 stelle: un post sul blog del fondatore. Un intervento lungo non più di 60 righe, con toni diretti e perentori come quasi mai aveva fatto Grillo negli ultimi tempi. “Mi sento così: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo“, scrive nell’attacco del suo post.

Subito dopo, per sgomberare il capo da ogni dubbio, attacca frontalmente l’ex premier, che ieri aveva chiesto di mettere ai voti della base dei 5 stelle il nuovo statuto. La risposta del garante non è solo negativa, è qualcosa di più: è un attacco frontale. Scrive Grillo: “Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente)”. Perché dunque questi problemi non si possono risolvere col nuovo statuto preparato dall’ex premier? Grillo sembra farne un problema di qualità personali: “Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi”.

“No a un partito unipersonale con statuto seicentesco” – “Ma come? Ma non fa Grillo a dire che l’ex premier, a capo del governo per due anni e mezzo, non ha esperienza di organizzazioni o visione politica? Di sicuro c’è solo che in poche righe il fondatore del M5s smentisce tutto quello che ha fatto o detto negli ultimi quattro mesi, e volendo anche degli ultimi due anni: l’incoronazione di Conte premier come un “elevato” quando era caduto il governo gialloverde, la richiesta ufficiale di prendere in mano il Movimento 5 stelle e rifondarlo dopo la fine dell’esecutivo giallorosso, persino i toni tenuti nell’assemblea dei parlamentari di venerdì scorso sembrano più morbidi rispetto all’intervento di oggi. “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così”, è il Grillo pensiero.


“No ai principi azzurri” – Insomma: siccome Conte aveva chiesto una leadership piena e non azzoppata da una diarchia, Grillo risponde contestando a priori il concetto di leader. E per farlo deve mettere in discussione le qualità che vengono riconosciute all’ex premier: a cominciare dall’ampio consenso personale. “La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento. C’è un però. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste. Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla“, continua Grillo. Che parla di famiglia dopo che ieri l’ex premier gli aveva chiesto di scegliere tra essere “il genitore generoso o il padre padrone”: Grillo, evidentemente, ha risposto non riconoscendolo come parte dello stesso nucleo familiare.

Il ritorno da Casaleggio e da Rousseau – A questo punto, Grillo dove intende portare il Movimento 5 stelle? Indietro, visto che nella seconda parte del post, il fondatore annuncia l’intenzione – clamorosa – di avvinarsi di nuovo Davide Casaleggio. “Indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau“. Il consiglio direttivo era l’organo di autogoverno composto da cinque persone che avrebbe svolto le funzioni di capo politico: era stato creato nel gennaio del 2021, poco prima della caduta del governo Conte e della successiva proposta avanzata da Grillo allo stesso ex premier di mettersi alla guida del Movimento. Il fondatore, dunque, ritorna alla versione di gestione dei 5 stelle immediatamente precedente all’avvento di Conte. E ritorna anche da Casaleggio visto che indice elezioni su Rousseau, dopo che proprio l’ex premier ha lavorato negli ultimi mesi per trovare un accordo con Milano sui dati degli iscritti. Parallelamente è stata creata una nuova piattaforma online per gestire le consultazioni interne: ora con un post di poche righe, Grillo rade tutto al suolo. E la motivazione sembra scritta da un legale: “Il voto su qualsiasi altra piattaforma – sostiene oggi – esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6)”. Tradotto vuol dire questo: visto che il nuovo statuto di Conte è stato liquidato come il suo autore, torna a valere quello vecchio che individua nella piattaforma di Casaleggio l’unica utilizzabile dal M5s. E infatti il fondatore spiega di aver già preso accordi col figlio di Gianroberto, da mesi in rotta con gran parte dei mondo parlamentare dei 5 stelle. “Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050″.

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