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martedì 20 luglio 2021

M5s: “L’audizione di Gratteri drammatica, la riforma Cartabia va cambiata”. Depositati in commissione 916 emendamenti

Quasi mille emendamenti per cercare di aggiustare la riforma della giustizia penale di Marta Cartabia. Sono quelli presentati dal Movimento 5 stelle alla commissione Giustizia della Camera per modificare ii 24 emendamenti del governo sul processo penale. Questi subemendamenti non includono quelli sulla prescrizione (articolo 14 del ddl Bonafede) in quanto il termine per i sub emendamenti scade alle 18. D’altra parte che i 5 stelle volessero modificare la riforma Cartabia lo avevano annunciato da giorni, già nelle ore immediatamente successive al voto in Consiglio dei ministri.

Un’intenzione, quella di aggiustare la legge, confermata ieri dal premier Giuseppe Conte dopo l’incontro con Mario Draghi. E ripetuta oggi dagli stessi 5 stelle dopo l’audizione di Nicola Gratteri. “È stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata. Tra tutte le critiche espresse da Gratteri quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: convenienza a delinquere e diminuzione del livello di sicurezza per la Nazionè”, scrivono in una nota i deputati della commissione Giustizia. “Il procuratore capo di Catanzaro – proseguono i parlamentari pentastellati – ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una ‘tagliolà con termini troppo rapidi. Gratteri ha correttamente preannunciato un ‘aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazionè perché ‘con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizià. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese” concludono.

Anticipa modifiche anche Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, ma in numero molto minore: “Siamo convinti che l’impianto della riforma Cartabia sia estremamente valido. E’ già stato fatto un lavoro collettivo da esperti e gruppi parlamentari” ma “il testo che uscito dal Cdm ha necessità di aggiustamenti. Uno di questi riguarda la prescrizione come è stata immaginata, che ha una certa rigidità e potrà essere applicata in questa forma quando effettivamente avremo organici e un’organizzazione diversa della giustizia”. La diretta interessata, cioè la guardasigilli Marta Cartabia, difende invece il suo testo: “Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte, ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale. So molto bene che i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà, perché partiamo da un ritardo enorme, ma non sono termini inventati, sono quelli che il nostro ordinamento e l’Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale”, ha detto la ministra dal palazzo di giustizia di Napoli, dove la corte d’Appello ha il record negativo della durata dei processi: con la riforma salterebbero praticamente tutti.

“Con questi organici, che auspichiamo vengano in qualche modo rimpolpati, mi sembrerebbe molto triste dover trarre la conclusione che l’unico modo di fare i processi in questo Paese sia non farli, sia offrire ponti d’oro agli imputati per indurli a scegliere a suon di sconti, saldi, liquidazioni e riti alternativi”, ha detto Luigi Riello, procuratore generale di Napoli. La ministra ha replicato: “Lo status quo non è un’opzione sul tavolo. Dopo quanto ho sentito su numeri delle pendenze, i tempi delle definizioni dei giudizi, i tempi delle trasmissioni degli atti, mi domando: possiamo noi stare inerti e fermi di fronte a una Giustizia che non è un Frecciarossa che in un’ora e dieci ci porta da Napoli a Roma, che non deve fermarsi mai nelle campagne di Frosinone, ma possiamo restare sul calesse perché Frecciarossa non si inceppi?”

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