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lunedì 20 giugno 2022

Armi a Kiev, vertice fiume di maggioranza sulla risoluzione: M5s chiede di coinvolgere le Camere più di quanto già previsto dal decreto Ucraina

Dalle 16 di lunedì i referenti dei partiti di maggioranza sono riuniti per trovare una mediazione sulla bozza di risoluzione sull’Ucraina. Da risolvere è rimasto solo il nodo “armi”, sul quale già venerdì scorso erano emerse le divergenze. Il testo dovrà essere votato domani, martedì 21 giugno, al termine delle comunicazioni di Mario Draghi in Senato, e poi mercoledì dopo l’intervento alla Camera. A far discutere è la richiesta del Movimento 5 stelle di inserire un “maggiore coinvolgimento del Parlamento” in caso di invio di altri armamenti. Una richiesta che nasce dal documento elaborato dal Consiglio nazionale M5s e diffuso nel primo pomeriggio.

L’intenzione è quella di chiudere in serata, anche se c’è chi non esclude una coda domattina. In base a quanto si apprende, il lavoro adesso si basa sulle bozze di mediazione proposte da Alessandro Alfieri (Pd), Piero De Luca (Pd) e Federico Fornaro (Leu). La riunione è iniziata più di tre ore fa. “Stiamo limando”, fanno sapere alcuni dei partecipanti. A chiedere che nel provvedimento sia previsto un riferimento alle Camere è stata la capogruppo 5 Stelle, Mariolina Castellone. “Stiamo lavorando a forme e modi”, ha spiegato all’agenzia AdnKronos un partecipante alla riunione, “di un dispositivo che contempli la sottolineatura della centralità del Parlamento che possa essere condiviso da maggioranza e governo. Ma la mediazione va a rilento”.

Per uscire dall’impasse – riferisce l’Ansa – il governo, rappresentato al tavolo dai ministri per gli Affari europei Enzo Amendola e dei Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà, propone di rifarsi al primo decreto Ucraina, che prevedeva un “atto di indirizzo” delle Camere – arrivato a larghissima maggioranza – cui fare seguire decreti ministeriali per le forniture militari all’esercito ucraino. E l’impegno dei ministri della Difesa e degli Esteri a riferire almeno ogni tre mesi sull’evoluzione della situazione. La dicitura proposta è di “coinvolgere il Parlamento secondo le procedure” previste dal decreto. Ma i 5 Stelle, e anche Leu, chiedono di fare un passo in più, impegnando il governo a un ulteriore coinvolgimento che vada oltre quanto fatto finora. La richiesta è quindi di “coinvolgere il Parlamento, ferme restando” le procedure già previste fin qui. È attorno a questa formulazione che si incaglia il dibattito.

La bozza di risoluzione è stata al centro delle polemiche politiche degli ultimi due giorni. Sabato mattina infatti, è stata consegnata alle agenzie di stampa una bozza di alcuni senatori M5s nella quale si chiedeva esplicitamente lo stop all’invio di ulteriori armi all’Ucraina. Una richiesta dalla quale si è dissociato lo stesso ministro degli Esteri 5 stelle Luigi Di Maio, usando parole molto dure nei confronti dei colleghi: “Così la sicurezza dell’Italia è a rischio“. I vertici 5 stelle e lo stesso Conte hanno ribadito che non è questa l’intenzione del Movimento e che avrebbero lavorato per arrivare a una risoluzione congiunta. Ecco perché le mediazioni di queste ore sono fondamentali per la compattezza della maggioranza in Parlamento, ma anche per la tenuta stessa del M5s.

L'articolo Armi a Kiev, vertice fiume di maggioranza sulla risoluzione: M5s chiede di coinvolgere le Camere più di quanto già previsto dal decreto Ucraina proviene da Il Fatto Quotidiano.



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