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lunedì 2 luglio 2018

Dl dignità, tetto di 24 mesi per contratti a termine: “Licenziamo Jobs act”. Misure contro ludopatia e delocalizzazione

I contratti a termine potranno durare massimo 12 mesi. Poi, per essere rinnovati, bisognerà indicare una causale specifica: cioè il motivo per cui non diventano a tempo indeterminato. E anche in quel caso si potranno prorogare di massimo altri 12 mesi. È quello che prevede, secondo fonti del governo, l’ultima bozza del decreto dignità. “È guerra al precariato, licenziamo il jobs act“, dicono fonti dell’esecutivo. A Palazzo Chigi, dunque, non hanno fatto breccia le critiche di Confidunstria, che con il presidente Vincenzo Boccia aveva definito la scelta di aumentare il costo dei contratti a termine come “un errore perché l’occupazione non si genera irrigidendo le regole. Sono solo elementi formali che non porteranno alcuna positività, compresa anche l’idea sulle causali. Le causali, invece, sono confermate. Come confermato è il costo contributivo in più (lo 0,5%) che avrà ogni rinnovo.

Restano inserite nel decreto anche le misure per combattere la ludopatia, come il divieto di fare pubblicità per le società di giochi e scommesse e le sanzioni alle aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto aiuti di stato. Il dl dignità è al vaglio dei tecnici al preconsiglio dei ministri prima di arrivare sul tavolo del governo in serata.

Di Maio: “Abbasseremo anche il costo del lavoro” – “Il preconsiglio dei ministri è oggi. Ma anche il consiglio dei ministri è stasera perché non c’è solo il decreto dignità da discutere, ma anche altri temi”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa anticipando che il decreto conterrà “interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti”. “Sarà un primo passo in avanti. però io so benissimo che il nostro intervento non potrà prescindere dall’abbassamento del costo del lavoro e questo nella legge di bilancio ci sarà. Il nostro obiettivo è abbassare il costo del lavoro per permettere alle persone di avere contratti con più tutele possibile e questo obiettivo richiede anche che le imprese devono smettere di spendere costi per la burocrazie per avere più risorse” per creare valore e lavoro”, ha aggiunto il ministro del Lavoro.

In serata al Cdm – Una prima versione del decreto era stata diffusa il 26 giugno scorso e doveva essere discussa dal consiglio dei ministri entro le 48 ore successive ma l’iter era stato rinviato di qualche giorno dopo che il governo aveva varato l’annunciata proroga della fatturazione elettronica per i benzinai.  “Sta facendo il giro delle sette chiese, per ottenere delle bollinature, tutte cose che non conoscevo ma che sono importanti per carità ma che fanno parte di una serie di procedure molto complicate. Al massimo lunedì o martedì sarà approvato dal Consiglio dei ministri”, aveva spiegato Di Maio su facebook.

Contratti a termine: tetto massimo 12 mesi senza causale – La parte principala del decreto è quella “Vita breve per i contratti a termine”:  si passa dalla durata di 36 mesi al massimo 12 mesi senza causale. Dopo i 12 mesi, si può rinnovare soltanto per un massimo di altri 12 mesi, ma con obbligo di indicare la causale. Cioè il motivo per cui il contratto non diventa a tempo indeterminato. Confermata la possibilità di prorogare i contratti a termine diminuisce da 5 a 4 fermo restando la durata massima di 24 mesi. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Nasp. Inseriti inoltre “importanti” disincentivi ai licenziamenti ingiusti con l’aumento del 50% dell’indennizzo che può arrivare anche a 36 mensilità. Per i lavoratori interinali, spiegano fonti del governo, è prevista l’estensione delle stesse tutele degli altri lavoratori. Previste inoltre “più tutele per i lavoratori senza penalizzare gli imprenditori onesti”, si sottolinea ancora.

Stop a spot di gioco d’azzardo: salva la Lotteria Italia – Restano identiche o quasi anche le misure per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo e per sanzionare le aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto aiuti di Stato. Nella nuova bozza ci sarà anche l’annunciata stretta sulla pubblicità di giochi e scommesse contro l’azzardopatia, fatti salvi però i contratti in essere e le lotterie a estrazione in differita, come la Lotteria Italia. Nella bozza, però, si precisa che lo stop non vale anche per “i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Confermate le sanzioni, che si applicheranno “de futuro”, al 5% del valore ma con un minimo di 50mila euro.

Multe a imprese che delocalizzaziono entro 5 anni – Leggermente rivista poi la norma sulle delocalizzazioni che farà scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano “entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. Una prima versione indicava un arco temporale di 10 anni.  Nel dettaglio, dunque, il decreto Dignità prevede che “l’impresa beneficiaria” dell’aiuto pubblico “decade dal beneficio concesso ed è sottoposta, inoltre, a sanzioni pecuniarie di importo da due a quattro volte quello del beneficio fruito”. La stretta resta sia per chi lascia l’Italia per un Paese extraeuropeo sia per chi trasferisce l’attività, anche in parte, in uno dei Paesi dell’Unione. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. La nuova norma sulle delocalizzazioni, si sottolinea nella relazione che accompagna il testo, è compatibile, “in continuità” con la normativa europea che già pone diversi vincoli “nell’intento di contrastare il fenomeno della ‘caccia alla sovvenzionè e di scongiurare il rischio che la politica di coesione europea contribuisca ad incentivare la delocalizzazione produttiva delle imprese, determinando una distorsione collaterale e involontaria della concorrenza”.

Fisco più leggero – È stata invece modificata la parte dedicata alla semplificazione fiscale che si è molto ridotta rispetto alla versione precedente del decreto. La nuova versione del dl modifica il redditometro per quel che concerne le “Disposizioni in materia di invio dei dati delle fatture emesse e ricevute”, con “riferimento all’adempimento comunicativo di cui all’articolo 21, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 i dati relativi al terzo trimestre del 2018 possono essere trasmessi entro il 28 febbraio 2019”. La prossima scadenza era prevista per il 30 settembre prossimo. Abrogato poi lo split payment sull’Iva solo per i professionisti. Nella nuova versione del decreto non ci sarà la norma sull’abolizione dello staff leasing, cioè l’opzione che permette alle aziende di assumere persone a tempo indeterminato per poter poi girarle attraverso contratti di somministrazione. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza.

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