“Omosessuali? Non riesco a capire da chi e in quale modo siano minacciati i loro diritti. Milano è un vivaio di finocchi“. Sono le sgradevoli parole pronunciate a L’Aria che Tira Estate (La7) dal direttore di Libero, Vittorio Feltri, che definisce il Pd “una brutta copia del Partito Radicale” e rincara: “Io non li posso chiamare ‘gay’, perché non mi piace parlare in inglese in televisione. Quando poi si dice ‘Gay Pride’ è davvero ridicolo. E non li chiamo ‘omosessuali’, perché è un termine medico e io non sono neanche infermiere. Io li chiamo ‘ricchioni’ oppure ‘froci’, come fa la gente normale”. “Sono parole oltraggiose rispetto alle quali prendo le distanze”, commenta il conduttore Francesco Magnani, che dà la linea alla pubblicità, tra le proteste dello stesso Feltri. Il direttore di Libero commenta anche le dichiarazioni rese ieri da Salvini a Pontida (“Governeremo 30 anni”): “La differenza sostanziale tra Lega e M5s è la capacità amministrativa. La Lega ha dimostrato coi fatti di avere amministratori validissimi. Basti pensare a Zaia, che da parecchi anni guida il Veneto in modo esemplare. La Regione Lombardia è un simbolo delle capacità leghiste di amministrare in modo saggio. Ora c’è Fontana, che è un grande amministratore. Poi di quello che succederà tra 30 anni sinceramente non me ne frega niente, perché ho 75 anni. Tra 30 anni avrò 105 anni, quindi fate quello che cazzo volete”
L'articolo Vittorio Feltri: “Milano è un vivaio di finocchi. Non li chiamo gay, né omosessuali, ma froci o ricchioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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