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sabato 14 luglio 2018

“No alla metro-tranvia”, a Cosenza i cantieri sono pronti ma i cittadini si oppongono: “Dannosa e inutile. Vogliamo referendum”

“Un cadavere”. “Un’opera fondata su un imbroglio”. “Uno scenario che potrebbe paralizzare la città”. A pochi giorni dall’apertura dei cantieri, la metro-tranvia di Cosenza,  che collegherà la città al comune di Rende fino all’Università della Calabria correndo sulle rotaie per 10 chilometri, solleva un fronte di protesta sempre più ampio. Dai comitati cittadini “No metro” a quelli dei commercianti, dai cattolici di “Noi”, fino alla politica (contrari M5S, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo). Dai sindacati Usb agli attivisti di Prendocasa e del comitato Piazza Piccola.

Il costo dell’opera, appaltata alla Cmc, Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, vicina a Maria Elena Boschi  è di 169 milioni di euro. L’obiettivo è quello di mettere al centro dei collegamenti pubblici il percorso che da Cosenza arriva all’Unical (Università della Calabria). “È un progetto realizzato ed appaltato dalle Regione Calabria prima che io entrassi nel secondo mandato. L’unica cosa che ho potuto fare è stata chiedere dei miglioramenti per rendere il progetto più ecosostenibile” afferma il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che per mesi ha duellato con il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, per ottenere delle modifiche.

I comitati, però, non ci stanno. E denunciano una lunga serie di criticità: un percorso che, a fronte dei 20 minuti necessari in auto, si trasforma in 45 minuti di viaggio. Costi di manutenzione insostenibili che si ripercuoteranno sulle casse comunali. “Non siamo contro la sostenibilità e l’ambiente. Avevamo infatti proposto di potenziare il percorso ferroviario già esistente, per rendere più snelli gli spostamenti fino a Catanzaro, dove c’è un altro importante polo universitario” afferma Mario Bozzo, del comitato “No metro”. “Faremo una raccolta firme e chiederemo un referendum cittadino, occuperemo i cantieri, non ci fermeremo”, aggiunge Bozzo.

“Ci hanno venduto un cadavere” Domenico Miceli, consigliere comunale M5s di Rende, è perentorio. “Prendiamo altre città che hanno la metrotranvia, come Messina ad esempio. Il sindaco afferma che la metro sta portando solo guai finanziari”.

“L’investimento che va fatto su questa città passa attraverso il lavoro, che è quello che manca, e dalla qualità della vita. In particolare, sulla Sanità sarebbe il caso di investire ed assumere personale all’interno dell’ospedale” afferma Giuseppe Tiano dell’Usb (Unione Sindacale di Base). “Per la metrotranvia basterebbe un investimento sull’esistente, sul vecchio tracciato delle ferrovie di Cosenza”.

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