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domenica 16 dicembre 2018

Manovra, vertice di governo a Palazzo Chigi: “Le coperture per il 2,04% ci sono. Trovate le risorse”

Un’ora e mezza di ritardo, poi il vertice tra i big di governo è iniziato a Palazzo Chigi dopo un pre-summit del premier Giuseppe Conte con i tecnici del ministero dell’Economia seguito da un faccia a faccia con Luigi Di Maio e Matteo Salvini per sciogliere i nodi politici. Si cercano tre miliardi e mezzo che mancano all’appello per fermare il countdown verso l’esercizio provvisorio, ‘accontentare’ l’Europa ed evitare che la Commissione Ue avvii ufficialmente l’iter per la procedura di infrazione. “Ci sono”, assicurano dal governo dopo che si sono seduti attorno a un tavolo – assieme al presidente del Consiglio – i due vicepremier, i ministri dell’Economia e dei Rapporti col Parlamento Giovanni Tria e Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Tesoro Massimo Garavaglia e Laura Castelli. Al centro della discussione, oltre riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza, la questione ecobonus e il taglio delle pensioni d’oro.

Gli alleati di governo non sono intenzionati ad abbassare ulteriormente l’asticella del rapporto deficit/pil, fissata al 2,04%. Anche perché già così le due misure chiave sono state limate – è il ragionamento – il più possibile. Tradotto in cifre, l’estenuante trattativa con Bruxelles ha infatti portato a una riduzione dei fondi per circa 4 miliardi di euro, divisi equamente fra Lega e M5s. Per chiudere con la Commissione europea però servono almeno altri tre miliardi. Per fonti di Palazzo Chigi, a vertice ancora in corso, “ci sono” e sarebbero stati trovate “nelle pieghe del bilancio dello Stato”. Si parla di ulteriori dismissioni, che però non convincerebbero gli interlocutori europei.

Da Palazzo Chigi confermano informalmente che non subirà alcuno scossone il reddito di cittadinanza. La platea, fa così sapere il governo, resta invariata (5 milioni) e il taglio c’è – è la spiegazione offerta – ma solo perché rispetto al progetto iniziale l’avvio sarà posticipato a fine marzo. Il risultato comunque è un risparmio di quasi 2 miliardi: il costo sarà di 7,1 miliardi contro i 9 iniziali. Centri dell’impiego inclusi, per i quali sarà destinato un miliardo.

Considerati i circa due miliardi di risorse che arrivano dal Rei  – il reddito di inclusione varato dal governo precedente – le risorse fresche da reperire siano pari a circa 5 miliardi. Cifra quasi equivalente a quella che serve per quota 100, che nel frattempo è confermata come misura triennale con finestre. Conti alla mano però, per arrivare al 2,04% servono ancora circa tre miliardi, e che tra l’altro devono essere capaci di avere un effetto sul deficit strutturale come chiede la commissione Ue.

Ma non ci sono solo i ‘numeretti’ al centro dell’incontro di governo: sono giorni che Lega e M5S si sono mostrati su ecotassa e pensioni d’oro. Incentivare le auto più ecologiche alla Lega va bene ma a patto che non ci siano nuovi balzelli, che non piacciono tra l’altro all’intero comparto automotive: “Non c’è nel contratto di governo. Posso dirlo sia a nome mio e del Movimento 5 Stelle -aveva Salvini prima del vertice – che non ci sarà nessuna nuova tassa sulle auto”. Sul primo nodo, fonti del governo M5S spiegano come la volontà di tenere il bonus per chi compra le auto non inquinanti sia ferma senza però introdurre nuove tasse. Le stesse fonti sottolineano come, da parte del M5S, non ci sia nessun arretramento sul taglio fino al 40% alle pensioni d’oro. Altro tema, quello del rinvio della direttiva Bolkestein: questa volta sono i leghisti a premere incontrando però lo scetticismo dei Cinquestelle.

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