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domenica 17 febbraio 2019

Diciotti, lunedì il voto su Rousseau tra iscritti M5s. Il quesito: bisogna scegliere il No per mandare Salvini a processo

Se voti Sì salvi Matteo Salvini dal processo. Se voti No concedi l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno. È questa, in sintesi, la formulazione del quesito scelta dal blog delle Stelle per chiedere agli iscritti di esprimersi sul caso della nave Diciotti. Il voto avverrà lunedì 18/2 dalle 10 alle 19 e agli iscritti del M5s verrà posta una domanda: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?” Due le possibili risposte al quesito: “Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere” oppure “No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.

L’indagine su Conte – Atteso da due giorni, il post sul blog delle Stelle con la comunicazione sul voto arriva nella stessa giornata in cui la procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati anche i nomi del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. L’indagine, come anticipato nella giornata di ieri, è un atto dovuto dopo che il Senato ha inviato alla procura siciliana i documenti dei tre esponenti del governo, allegati alla memoria difensiva presentata da Matteo Salvini  davanti alla Giunta per le immunità di Palazzo Madama.

Il post sul blog – E proprio per decidere come voteranno in giunta i sette senatori del M5s, è stata varata la consultazione online su Rousseau. Un voto sul quale peserà probabilmente la notizia dell’indagine di Catania su Conte, Di Maio e Toninelli. “Martedì 19 febbraio, la Giunta per le autorizzazioni sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”, è l’incipit del post sul blog.

Il riepilogo dei fatti – “Ricordiamo brevemente i fatti – continua poi il blog delle Stelle – Tra il 20 e 25 agosto scorso, mentre 137 migranti si trovavano sulla Diciotti, ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il Ministro degli Esteri e il Presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia. E questo a causa del Regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa. Il ministro dell’interno Salvini, d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il Ministro dell’interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere. Su questo si deve esprimere con un voto prima la Giunta per le autorizzazioni a procedere e poi l’Assemblea del Senato. In pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il Ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il Ministro dell’interno andrà a processo.”.

“Caspo diverso da voti su immunità” – Dopo aver riepigolato i fatti, quindi, il post si sbilancia con una considerazione: quello di Salvini non è un caso come gli altri politici salvati dall’immunità parlamentare. “Questo – si legge sul blog delle Stelle – non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”.ù

I malumori. Nugnes: “Votiamo No per sostenere il Sì” – Il modo con cui è stato annunciato il voto online sul caso Diciotti, però, ha creato qualche malumore interno ai 5 stelle. “Dobbiamo votare NO per sostenere il SI?”, scrive la senatrice dissidente Paola Nugnes, accompagnando la scritta con una emoticon che imita l’urlo di Munch. La parlamentare già nei giorni scorsi aveva criticato la decisione dei vertici pentastellati di affidare al voto sulla piattaforma Rousseau il compito di decidere sulla richiesta del Tribunale dei ministri di processare il ministro dell’Interno. “Non sono temi sui quali si possa ricorrere al voto online aveva detto”. Critica il voto online anche la senatrice dissidente Elena Fattori. “Voterò sì. Nel nostro programma è prevista l’abolizione di ogni tipo d’immunità per ministri e parlamentari. Non sono dissidente  sono coerente. Il nostro programma parla chiaro, non sono stata eletta in base al contratto di governo. Io ho un vincolo rispetto al programma del Movimento e basta”, dice in una intervista al Quotidiano Nazionale. Immediato l’attacco del Pd, con il capogruppo al Senato Andrea Marcucci che twitta: “Il M5S salva Salvini dai giudici. Una consultazione finta su Rousseau archivia anni di battaglia contro immunità parlamentare. Come si cambia per non morire”.

L'articolo Diciotti, lunedì il voto su Rousseau tra iscritti M5s. Il quesito: bisogna scegliere il No per mandare Salvini a processo proviene da Il Fatto Quotidiano.



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