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venerdì 24 luglio 2020

Mes, il pressing sul prestito. Gentiloni: “Vantaggioso per l’Italia, ma non decide Bruxelles”. Crimi: “Parlarne ora è fuori tempo”

Da un lato Repubblica che in un titolo attribuisce a Paolo Gentiloni la frase “l’Italia prenda il Mes“. Anche se nell’intervista il commissario europeo non lo dice mai e anzi chiarisce che “la decisione ovviamente non si prende a Bruxelles“. Dall’altro Il Sole 24 Ore che apre con una frase attribuita al ministro Roberto Gualtieri: senza Mes tensioni di cassa. Ma in questo caso non ci sono le virgolette perché si tratta di un retroscena, una ricostruzione del giornale. Il giorno dopo il voto al Parlamento europeo sul Recovery Fund, riparte il coro dei quotidiani che spingono perché il governo chieda i 36 miliardi che potrebbero essere forniti dalla nuova linea di credito del fondo salva Stati.

La divisione nel governo – Come è noto, i partner di maggioranza su quello strumento la pensano diversamente: il Pd è favorevole e il segretario Nicola Zingaretti, dopo averlo ripetuto a più riprese negli ultimi mesi, lo ha ribadito anche ieri, dopo l’accordo tra i leader europei sul Recovery fund. A favore anche Italia viva e il ministro della Salute Roberto Speranza, di Leu. Il Movimento 5 Stelle invece resta contrario, ritiene che sia inutile e resta diffidente sulle condizionalità, anche se la nuova linea di credito pandemica sulla carta non ne prevede. La spaccatura è riemersa ieri, nel voto su un emendamento sostenuto da Lega-Fdi e M5s che chiedeva di “respingere un utilizzo del Mes finalizzato a stimolare l’economia in seguito alla crisi della Covid-19“. Emendamento bocciato con i voti degli eurodeputati del Pd, Azione, Italia Viva e Forza Italia.

Gentiloni: “Conveniente, ma non decide Bruxelles” – Ora nel dibattito sembra entrare a gamba tesa Gentiloni, che però nel testo dell’intervista si limita a ricordare che le erogazioni del Recovery richiedono prima la ratifica dei Parlamenti nazionali e l’approvazione dei Piani di riforme dei singoli paesi, per cui “inizieranno nella seconda parte del 2021 ad eccezione di un 10% che verrà anticipato con l’approvazione del Piano”. Ma, aggiunge, “il pacchetto è composto da 390 miliardi del Recovery di aiuti a fondo perso, 360 miliardi di prestiti sempre del Recovery e poi dai crediti agevolati del Mes e di Sure, rispettivamente fino a 240 e 100 miliardi. In tutto 700 miliardi di prestiti. Se c’è un Paese in Europa che può trarre vantaggio da questi prestiti è l’Italia e all’interno di questo pacchetto uno strumento è già disponibile, ovvero il Mes”. Poi il commissario agli Affari economici, alla domanda se “consiglierebbe al governo di accedere ai 36 miliardi”, risponde: “Abbiamo eliminato dalle sue linee di credito le vecchie condizionalità macroeconomiche e ora è chiaramente vantaggioso per un Paese con i tassi di interesse come quelli italiani. Ma la decisione ovviamente non si prende a Bruxelles“.

Il retroscena: per Gualtieri il Mes indispensabile “per evitare problemi di liquidità” – Il Sole invece, in un retroscena, scrive che il ministro dell’Economia ha spiegato mercoledì sera ai capidelegazione di maggioranza – riuniti prima del cdm che ha dato via libera al nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi – che il Mes sarebbe cruciale “per evitare problemi alle casse dello Stato“. La prima reazione arriva dalla Lega, con Matteo Salvini che parla di “un pessimo segnale per i mercati e un’assurdità dopo i successi delle ultime aste dei Btp. Anziché gli italiani, il Pd tutela gli interessi della Troika“.

Crimi: “Parlare ora del Mes è fuori tempo” – Intanto dall’Italia Vito Crimi, capo politico del M5S, a Radio anch’io su Rai Radio 1 ribadisce che secondo lui “parlare ora è del Mes è fuori tempo, i soldi per la sanità ci sono, abbiamo messo in campo 85 miliardi dopo lo scostamento, usiamo quelli”. “Sul Mes – aggiunge – sarebbe un dibattito asincrono“. Per Crimi “la preoccupazione deve essere quella di come mettere a terra gli stanziamenti e gli investimenti già in campo“. Il capo del M5S ricorda come “prima ancora di cercare nuovi fondi dobbiamo lavorare per come investire le risorse già disponibili”.

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