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lunedì 2 agosto 2021

Giustizia, sì della Camera alla fiducia sui due articoli della riforma Cartabia: il Movimento 5 Stelle si ricompatta, solo 13 gli assenti al voto

È passata due volte alla Camera la fiducia su ognuno dei due articoli della riforma del processo penale firmata da Marta Cartabia, rispettivamente con 462 e 458 voti favorevoli e una cinquantina di contrari (55 nel primo voto, 46 nel secondo). La seduta fiume, terminata intorno all’una di notte, ha visto ricompattarsi il Movimento 5 stelle che solo ventiquattr’ore prima – in occasione del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità – aveva contato quaranta assenti e un voto in dissonanza dal gruppo, quello di Alessandro Melicchio, l’unico deputato di maggioranza a votare favorevolmente sulle pregiudiziali presentate dall’opposizione. Anche lui, però, in nottatasi è allineato ai suoi colleghi nel dare il via libera alla doppia fiducia.

Era stato il leader in pectore Giuseppe Conte a chiedere ai suoi, al termine del primo giorno in Aula, un cambio di rotta: “D’ora in poi queste cose devono cambiare”. Poi la promessa fatta alla ministra Marta Cartabia, incontrandola a Bologna: “Oggi andrà tutto bene”. E così è stato: la percentuale dei 5 stelle partecipanti al voto è salita dal 66,04% di domenica sera sulla pregiudiziale di costituzionalità all’87,42% di stanotte sulla prima fiducia. Solo in tredici su 159 non hanno preso parte al voto: il nome più importante è quello dell’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, accompagnato dai deputati D’Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni Gabriele, Misiti, Pignatone e Vianello. Tra gli altri gruppi, quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di votanti è stato il Pd con l’89,5%. “Abbiamo lavorato con serietà a questa riforma contribuendo a superare estremismi inaccettabili, tra chi la etichettava come “schifezza” e chi diceva “guai a toccarla””, ha rivendicato il deputato Walter Verini in dichiarazione di voto.

All’indomani dell’occupazione di una parte dell’Aula da parte di alcuni deputati de L’alternativa c’è, in avvio di seduta erano schierati diversi commessi a protezione dei banchi del governo, dove sedeva anche la ministra Marta Cartabia. Ma non è servito: l’unica iniziativa di protesta è stata l’esposizione di alcuni cartelli con su scritto “Impunità di gregge”. Ideatori dell’iniziativa sempre i fuoriusciti Cinque stelle, rappresentati dalle dichiarazioni di voto di Francesco Forciniti: “Ci fa schifo la riforma Cartabia e questa visione di paese”. Dure critiche anche da Fratelli d’Italia che ha ricordato, per voce di Ciro Maschio: “Siamo alla 35esima fiducia alla Camera e alla 32esima alla Senato. Il governo dei migliori usa i metodi dei peggiori”. Tra poco si ricomincia: dalle 9 e per tutta la giornata è previsto l’esame e i voti sugli ordini del giorno e, quindi, il voto finale in serata.

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