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mercoledì 29 maggio 2024

Europee, Morace: “M5s? Di sinistra. Lottiamo per i diritti messi a rischio da Meloni e la pace: le donne non possono essere guerrafondaie”

La sua auto dirige verso Latina per l’ennesima tappa elettorale, ma la candidata Carolina Morace, capolista per i Cinque Stelle nella circoscrizione Centro, ha molta voglia di parlare: “Mi conoscono tutti come giocatrice e allenatrice di calcio, ma io sono anche un avvocato. Sono una che studia. E se venissi eletta lavorerei sodo, glielo assicuro”.

Perché è in campo? Per noia, narcisismo o altro?

Perché era tempo di impegnarmi. Sono iscritta al Movimento dal 2022, e stimavo Giuseppe Conte. Gli scrissi anche una lettera per ringraziarlo del suo lavoro a Palazzo Chigi, ai tempi della pandemia. Devo ritrovarla, prima o poi.

Si sente una 5Stelle a tutti gli effetti?

Io condivido i valori del M5S, perché mette al centro la persona e i suoi diritti. Ho letto anche lo Statuto.

Come è stata presa la sua candidatura dagli attivisti? In diversi hanno protestato per gli esterni nelle liste.

Io non sono un’esterna, non mi sono iscritta due giorni fa. E fino a poche settimane fa allenavo in Inghilterra. Una volta finito quell’impegno, ho scelto di candidarmi. Detto questo, sto ricevendo ovunque ottimi segnali degli attivisti. Mi hanno accolta.

Lei è convinta che il Movimento sia di sinistra?

Assolutamente sì, altrimenti non mi sarei candidata con i 5Stelle.

In cosa deve migliorare il M5S? E non risponda in niente.

(Pausa, ndr) Abbiamo una storia di oltre dieci anni. E’ ovvio che dobbiamo sempre migliorare, evolverci.

Lei prima accennava ai diritti, civili e non. Sono a rischio nell’Italia del governo Meloni?

Assolutamente sì. Basti guardare cosa sta accadendo nei nostri consultori, dove si è arrivati al punto di offrire a una donna del denaro per invitarla a non abortire. Tira una brutta aria in tutta Europa, per colpa delle destre. In Paesi come Polonia e Malta abortire per scelta è quasi impossibile.

Lei ha centrato la sua campagna su questi temi, partendo dalla difesa dei diritti della comunità lgbt. Ma in un Paese con tutti questi problemi e così frammentato, la gente è interessata? O vede rassegnazione?

Molte persone vanno scosse, stimolate. Negli ultimi 20 anni i cittadini sono stati bombardati da messaggi che invitavano i cittadini a pensare solo a sé stessi o magari alla propria categoria. Hanno reso questo Paese poco empatico.

E lei come pensa di convincerli?

Faccio esempi pratici. Per esempio racconto che mia moglie Nicola, australiana, sul suo passaporto non ha dovuto specificare chi sia la madre biologica di suo figlio. E cito tutte le limitazioni per le coppie non sposate.

Lei è stata chiamata dal Movimento per allargare il suo perimetro elettorale. Può davvero convincere gente a votare per la prima volta per il M5S?

Mi hanno chiamato in tanti, assicurandomi il loro sostegno.

Voteranno l’ex centravanti della Nazionale che ha segnato 4 gol nello stadio di Wembley, nonché la prima allenatrice di una squadra maschile, la Viterbese.

Sì. Ma sanno anche che sono una che si impegna, come le ho già spiegato. Sono pronta a lavorare per temi come la transizione ecologica e ovviamente per il diritto allo sport. In Italia a portare avanti tutto sono le associazioni sportive: hanno bisogno di sgravi fiscali e agevolazioni. Ma il nodo di fondo è che una scuola su tre non ha la palestra.

Lei è una candidata donna, nella campagna elettorale segnata dalla contrapposizione Meloni – Schlein. E’ un buon segnale che la sfida sia al femminile?

Non mi sento rappresentata da nessuna delle due, perché sono entrambe a favore dell’invio delle armi in Ucraina. Lo trovo incredibile: una donna non può essere una guerrafondaia. La spinta per la pace deve tornare centrale, in Europa.

Magari fare gol era più semplice che cercare voti, no?

Vada a rivedere cosa facevo dopo ogni rete. Esultava per qualche secondo, e basta. Per me contava la squadra, e continuo a pensarla così. Giocherò così anche in politica.

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